ATTACCO HACKER: BIONDI PARLA DELLA ASL L’AQUILA: “GIUSTA RISERVATEZZA DI ROMANO E MARSILIO”

19 Maggio 2023 12:36

L'Aquila - Politica, Sanità

L’AQUILA – “Biondi, parlaci della Asl dell’Aquila…”
Alla fine la domanda, nella formula diretta postata in modo virale sui social dalle opposizioni di centro-sinistra e da tanti cittadini aquilani, che stigmatizzano il silenzio delle istituzioni davanti all’attacco hacker che ha messo in ginocchio dal 3 maggio i servizi della Asl provinciale dell’Aquila, l’ha formulata il giornalista Carlo Gizzi nella sua rubrica Aquilani su Laqtv, al diretto interessato: il primo cittadino Pierluigi Biondi, di Fdi, che è anche coordinatore del Comitato ristretto dei sindaci della Asl dell’Aquila. Il quale, come prevedibile, ha difeso a spada tratta l’operato e la “riservatezza” del direttore generale della Asl, Ferdinando Romano, nominato in quota Fdi e centrodestra, dopo la cacciata del dg Roberto Testa, e del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di Fdi anche lui.

“Bene hanno fatto il direttore generale e il presidente della regione a non dare informazioni ulteriori che non siano quelle che interessano direttamente i cittadini,  ovvero in ordine ai servizi”, ha tagliato subito corto Biondi.

E per rafforzare la sua convinzione, ha fatto un esempio sportivo: “un allenatore, prima di scendere in campo, non ti dice qual è la sua squadra, la sua strategia, perché altrimenti l’altra squadra si adatta. Allo stesso modo non bisogna dare elementi ai pirati informatici che hanno attaccato il sistema informatico”.





Ha incalzato però Carlo Gizzi: “Sì, d’accordo, ma il cittadino deve sapere quali sono i servizi attivi o meno attivi”. E aggiunge: “i cittadini vogliono sapere anche se i sistemi informatici erano adeguati e funzionali”.

E Biondi ha ribattuto: “questo è un altro argomento. È come se si fosse davanti ad un sequestro di persona e tutti si concentrassero a verificare se l’allarme fosse funzionale o meno. Oggi il problema è liberare l’ostaggio, che sono i dati sensibili di pazienti e medici, eventuali responsabilità e colpe non spettano né a me, né a lei, né ai giornalisti, stabilirle”.

E poi ha rassicurato: “non si è fermato tutto alla Asl, le operazioni si fanno, la radioterapia funziona, si fa tutto quello che si può fare, i cittadini devono sapere solo se, come e quando vengono riattivati i servizi”.

A alla domanda, “è stato chiesto un riscatto?”, Biondi ha risposto: “questo non lo so, e non mi interessa saperlo”. E ha ripetuto, come un mantra: “non vanno dati elementi ai pirati informatici che, non dimentichiamoci,  giocano a influenzare anche l’opinione pubblica”.





A quel punto Carlo Gizzi si è inalberato: “l’opinione pubblica ha diritto di sapere tutto, non possiamo selezionare quello che si deve dire o meno”.

E Biondi ha ribattuto: “se si sta facendo un’indagine antimafia o antidroga, l’opinione pubblica non deve sapere se il poliziotto o il carabiniere è appostato in un determinato luogo,  in vista di una retata. Ha diritto di sapere solo dopo, quando l’operazione è conclusa”.

E a proposito di sistemi informatici però ha aggiunto: “per un’azienda privata è più agevole aggiornare un sistema di protezione, che può essere implementato a seconda delle esigenze. La pubblica amministrazione ha invece dei tempi di reazione più lenti rispetto alle novità informatiche. I criminali informatici hanno strumenti e una rapidità a cui la pubblica amministrazione risponde con più fatica e lentezza”.

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