AUTO CONTRO FOLLA A LANCIANO: ATTESA PER INTERROGATORIO 28ENNE, IGNOTE RAGIONI FOLLE GESTO

14 Settembre 2022 09:34

Chieti - Cronaca

LANCIANO – È rinchiuso con l’accusa di tentato omicidio nel carcere di Lanciano (Chieti), un uomo di 28 anni, Emanuele Travaglini, residente a Casoli (Chieti), che ieri in pieno centro a Lanciano, per cause ancora sconosciute, intorno alle 10, con la sua Fiat Punto bianca a folle velocità ha travolto intenzionalmente un gruppo di persone che passeggiava lungo Corso Trento e Trieste, tra i Portici e la Galleria Diamante.

Due i feriti, Gabriele Staniscia,  77 anni, pensionato,  centrato in pieno davanti il negozio di abbigliamento Del Zoppo, ora ricoverato all’ospedale di Pescara per fratture varie e sarà sottoposto a intervento chirurgico, non è in prognosi riservata, e Luciana Iavicoli, 68 anni, ex bancaria di origini lancianesi, residente a Torino di Sangro (Chieti), che stava passeggiando sul corso assieme  al marito, l’avvocato Francesco D’Ugo,  con il nipotino, la donna con grande prontezza di riflessi è riuscita a spingere il passeggino del nipotino salvandolo, lei è stata centrata , vicino al negozio Swarovski.  dall’auto ed è ricoverata  all’ospedale di Lanciano con una frattura del femore.

Nelle prossime ore ci sarò l’interrogatorio di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari Massimo Canosa.





Dopo il folle gesto, Travaglini si era dato alla fuga, travolgendo anche due auto in sosta. Poi ha telefonato al 112 per costituirsi ed è stato raggiunto dai carabinieri.  Su disposizione del pm Francesco Carusi, è scattato l’arresto. La Fiat Punto è stata ritrovata e sequestrata in località Sant’Egidio di Lanciano.

“Il giovane aveva piena conoscenza di quanto accaduto e ha riconosciuto immediatamente la gravità del gesto”, spiegano gli investigatori. Resta da capire cosa abbia scatenato la sua mattinata di follia. Il ragazzo è difeso dall’avvocato d’ufficio Alessandro Di Martino.

Circola l’ipotesi, ma tutta da verificare, che il gesto folle sia avvenuto dopo una lite in famiglia. A Casoli viene descritto come una persona schiva, solitaria, con poca o nulla vita sociale. Ha lavorato come cameriere e attualmente percepisce il reddito di cittadinanza.

Era una giornata di festa, a Lanciano, quella che precede la nottata con l’apertura delle feste di settembre, segnata da un gravissimo episodio che, come evidenziato dai tanti testimoni presenti, avrebbe potuto trasformarsi in tragedia.





Intanto sui social è scoppiata la polemica dopo che hanno cominciato a circolare le iniziali del nome del ragazzo, tanto da spingere diverse persone a smentire pubblicamente alcune ricostruzioni: “Mi ritrovo costretta a scrivere questo post in merito all’incidente accaduto questa mattina a Lanciano: mio fratello Ettore Travaglini non c’entra nulla con l’accaduto. Le iniziali del nome e la data di nascita non danno l’autorizzazione a nessuno di diffamare su una persona perbene. Chiunque si permette di fare una cosa del genere verrà denunciato”, si legge in un post.

 

 

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