BUSSI SUL TIRINO – “La battaglia contro l’oramai “famoso” autovelox di Bussi Sul Tirino continua. In questi giorni, infatti, si stanno susseguendo numerose sentenze emesse dai Giudici di Pace di Pescara, tramite le quali sono stati accolti alcuni dei ricorsi presentati”
A renderlo noto l’avvocato Carlotta Ludovici, che assiste molti dei “mulitati”, in particolare aquilani.
LA NOTA COMPLETA
Nello specifico, tra gli altri motivi di ricorso, nelle motivazioni delle diverse emanande pronunce giudiziarie in primis si legge dell’accoglimento dell’opposizione, ritenuta fondata in fatto e in diritto, circa la regolarità della taratura del dispositivo in questione, che non è stata comprovata dal comparente Comune.
Altri Giudici, invece, hanno ritenuto, e a ragione, di accogliere l’ulteriore motivo di ricorso sollevato in merito alla mancata omologazione dell’autovelox, sulla scorta anche della copiosa giurisprudenza sia di merito che di legittimità che si è espressa di recente su questa annosa problematica.
In buona sostanza, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ente comunale, l’omologazione e l’approvazione non sono due procedure sinonimiche, bensì sono distinte tra di loro. Di conseguenza, uno strumento non omologato e per alcuni Onorevoli Giudicanti neppure tarato ovvero non regolarmente tarato, non è attendibile nella rilevazione della velocità.
Pertanto, alla luce di tali autorevoli pronunce cui si stanno conformando i diversi Giudici di Pace assegnatari delle centinaia di ricorsi proposti, l’infrazione non può sussistere in quanto l’apparecchio oggi incriminato è pacifico che non sia stato sottoposto giustappunto a procedura di omologazione, di talchè questo non è uno strumento attendibile nei rilevamenti.
Per quanto riguarda poi il funzionamento del velox che è stato ripristinato, a detta del Sindaco del Comune di Bussi, dopo il periodo della chiusura totale dovuta all’emergenza coronavirus, si precisa che per la rimozione o lo spengimento coattivo dello stesso è competente esclusivamente l’organo amministrativo quale il TAR Abruzzo, sicchè preme rammentare che i ricorsi presentati innanzi all’Ufficio del Giudice di Pace di Pescara sono stati avanzati esclusivamente a tutela dei singoli utenti della strada e per verificare la legittimità dell’operato del Comune di Bussi nell’elevazione di migliaia di multe.
Quanto detto vuol significare che, a fronte di ben oltre 45.000 contravvenzioni elevate nell’arco temporale di qualche mese, sarebbe stato auspicabile che prevalesse il “buon senso” piuttosto che una sentenza impositiva, atteso, inoltre, che la maggior parte degli automobilisti hanno pagato alle casse del Comune di Bussi ingenti somme di danaro per le sanzioni pecuniarie comminate, in molti casi, oltretutto, a ripetizione ed in modalità “goccia cinese”.
E’ davvero una grande soddisfazione constatare che la Giustizia sta trionfando per un caso sociale che ha coinvolto migliaia di automobilisti increduli dell’accaduto, operatori del diritto, ma anche forze politiche dei diversi schieramenti e soprattutto lo stesso Prefetto di Pescara, che a suo tempo aveva autorizzato l’istallazione del velox, il quale in più di un’occasione è intervenuto per verificare la regolarità e la legittimità della condotta del Comune di Bussi, richiedendo, altresì, a quest’ultimo di fornire il decreto di omologazione del velox, che purtuttavia, alla luce della documentazione agli atti, non esiste affatto, anche se invero sui verbali è riportata stranamente la dicitura “omologazione”.
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