AVEZZANO – C’era anche un avezzanese di 69 anni tra i principali trafficanti della banda, disarticolata dalla Procura della Repubblica di Napoli, ritenuta responsabile di un enorme giro di spaccio tra Campania, Puglia e Lazio, ma anche in altre zone della penisola, con droga che arrivava dall’estero. Lo rende noto il Centro.
Eppure Carmine Cappelletti, nato il 3 maggio del 1953, ora in carcere con accuse pesantissime, era stato un noto commerciante di calzature nel centro di Avezzano oltre ricoprire a lungo il ruolo di dirigente accompagnatore dell’Avezzano calcio in anni lontani. Poi, però, dopo alcune disavventure giudiziarie, ha cambiato vita ed è finito in una potente rete di spacciatori.
Il ruolo di Cappelletti in questo giro di spaccio non era secondario. L’organizzazione faceva arrivare la droga dall’Olanda e dall’America latina, in particolare da Colombia e Guatemala passando per il porto di Gioia Tauro. Le indagini, cominciate all’inizio del 2020, nascono da investigazioni comuni svolte con organi inquirenti di Francia, Olanda e Belgio. Ventotto sono le persone finite in carcere con l’ordinanza firmata dalla gip del tribunale di Napoli .
E Cappelletti, pertanto, era l’esponente di spicco abruzzese del gruppo insieme al 61enne pescarese Massimo Ballone, noto per aver fatto parte del gruppo di rapinatori noti come banda Battestini
Secondo il pubblico ministero Cappelletti, «è stato uno dei corrieri di droga più frequentemente utilizzati per prelevare, trasportare e consegnare sostanze stupefacenti». Il 69enne marsicano copre una vastissima zona: si muove principalmente tra Lazio, Toscana e Puglia, ma arriva anche a Milano o in Calabria per consegnare e ritirare sia droga sia soldi. «Il gruppo di Mammoliti (uno dei capi banda) dispone di depositi situati a Roma, Andria e Pescara», sostiene l’accusa, ed è «legato a doppio filo all’organizzazione di Raffaele Imperiale tanto da costituirne un’articolazione».
Cappelletti, secondo l’accusa, trasporta la cocaina nel sottofondo ricavato all’interno della sua Mercedes. In alcune intercettazioni lo chiama “imbosco”: può contenere fino a dieci chili di droga. Pacchi marchiati: in un sequestro a Giugliano, in provincia di Napoli, sono rientrati anche stampi in metallo usati appunto per marchiare i panetti. Spostamenti, consegne e ritiri vengono organizzati tramite le piattaforme Ecrochat e Sky Ecc, applicazioni che consentono di inviare e ricevere messaggi criptati. Attraverso questi Cappelletti viene guidato durante i viaggi con luoghi d’appuntamento, numeri civici, persone da incontrare indicati sul momento.
In una delle operazioni più consistenti il gruppo gestisce un carico da 72 chili custoditi in provincia di Napoli, pagati 1.994.910 (in pratica 27 euro al grammo). Cappelletti su ordine di Mammoliti fa una ventina di viaggi tra i primi di ottobre e i primi di novembre: tocca Lecce, Andria, Firenze e anche Avezzano, con carichi da cinque, sette, otto o dieci chili. In altre occasioni la Mercedes del marsicano porta droga in diverse zone d’Abruzzo: San Giovanni Teatino, Val di Sangro, Bomba, San Vito, San Salvo in provincia di Chieti.
Sul suo ruolo, come riporta il Centro, gli inquirenti della Distrettuale antimafia non hanno dubbi: “figura di estremo rilievo poiché, sebbene i suoi compiti siano soltanto di carattere esecutivo, i trasporti che effettua sono estremamente rilevanti per dimostrare l’esistenza di rapporti stabili tra il gruppo di Imperiale e i soggetti facenti capo a Mammoliti e per comprovare l’esistenza di una capillare ramificazione nella distribuzione delle sostanze stupefacenti”.
Download in PDF©