L’AQUILA – “Lo stress agonistico e il furore bellico della tenzone di fine anno in consiglio regionale sono assolutamente fuori luogo, considerando l’entità delle cifre in gioco, in una Regione sotto tutela governativa e con un bilancio oggettivamente bloccato, a meno che non ci siano imprescindibili necessità di cura di orti e giardini…”
E’ un passaggio dell’intervento di Angelo Orlando, ex parlamentare e consigliere regionale di Rifondazione comunista, ex presidente della prima commissione Bilancio.
Abruzzo dei miracoli
Il 30 dicembre, il Consiglio Regionale ha approvato in un colpo solo tutti i documenti economici. E’ vero che l’articolo 62 dello Statuto della Regione Abruzzo prevede che la Giunta debba approvare il documento di bilancio entro il 30 ottobre, ma, evidentemente, una consuetudine consolidata può tranquillamente sostituire la norma stessa.
Inutile rivangare tutte le polemiche e gli scambi di accuse, inutile ribadire che il documento è stato approvato in Giunta il 19 dicembre, che il 29 dicembre finalmente è arrivato il parere dei revisori dei conti, che il provvedimento, quantificato in 6 miliardi, è atterrato in Aula senza discussione in Commissione.
Altrettanto inutile è riproporre i temi del dramma consumatosi il 30 dicembre, dramma felicemente tradottosi in una quiete assoluta, con l’approvazione che ha scongiurato l’orrendo spettro dell’esercizio provvisorio. È altrettanto vero che, appena qualche giorno dopo lo scoppio della pace, il “conflitto” è fragorosamente riesploso.
Ma, su un bilancio di 6 miliardi di euro, di quanti milioni si è discusso nei corridoi dell’Emiciclo?
Solo due anni fa qualcuno aveva provato a spiegare che lo stress agonistico e il furore bellico della tenzone di fine anno sono assolutamente fuori luogo, considerando l’entità delle cifre in gioco, in una Regione sotto tutela governativa e con un bilancio oggettivamente bloccato ( a meno che non ci siano imprescindibili necessità di cura di orti e giardini)!
Autore di quello che doveva essere un opuscolo con meritori obiettivi educativo-esplicativi, ma, sepolto dalle nebbie, condannato a rivelarsi un testo esoterico riservato ad una setta di “iniziati”, “Il bilancio di previsione 2020 per il cittadino” è l’ormai ex-assessore Quintino Liris, transitato su seggio senatoriale.
A grandi linee e con approssimazioni, ecco la sua meritoria, detto senza ironia, spiegazione proiettata sul 2022:
– bilancio complessivo di previsione 6.000.000.000
– bilancio senza partite di giro compensative 4.000.000.000
– perimetro sanitario (spesa non comprimibile) 3.000.000.000 (circa)
– spesa regionale effettiva 1.000.000.000 (circa), di cui spese obbligatorie 300.000.000 (circa), spese vincolate 640.000.000
Alla fine, sic stantibus rebus, a quanto ammonterebbe il “circa” destinato alle “altre spese”, compresi i costi della battaglia finale?
Nel 2020, nell’opuscolo, leggibile su internet, con le cifre puntuali e la dovuta articolazione, la cifra destinata alle “altre spese” era di 88.351.209,06 euro.
Intanto nei primi giorni del 2023 sono stati caratterizzati da notizie poco incoraggianti per la salute dell’economia abruzzese: pericoloso calo dell’occupazione, quota dei pensionati destinata inesorabilmente a crescere, ,prevalente su quella degli occupati, nubi su aziende, vedi Magneti Marelli-, che andrebbero studiate più attentamente, frenate di crescita.
Ancora, può interessare qualcuno, parlando di cifre reali, il fatto che negli ultimi 18 mesi l’export abruzzese dei mezzi di trasporto, in primis leggi ex- Sevel, segni un saldo negativo probabilmente vicino a 1.500.000.000 di euro?
Alla fine, poi, nessuno ha avvertito il veleno, soprattutto per l’Abruzzo, di cui è intrisa la legge di bilancio 2023 nazionale.
Secondo norma, una legge di bilancio nazionale, evidentemente, non può essere approvata in un solo giorno in quanto due sono le Camere alle quali il provvedimento è sottoposto per l’approvazione. Secondo regole dettate dall’Unione Europea dal 2011, la serie delle date di pubblicazione dei documenti economici è rigorosamente scandita.
Quest’anno, però, con la crisi di governo e le nuove elezioni, i termini sono chiaramente cambiati e il testo che doveva essere approvato dal Governo entro il 20 ottobre è stato presentato alla Camera dei Deputati il 29 novembre 2022.
Questo testo è nato ed è stato battezzato come A.C. 643, è diventato successivamente 643-bis per trasformarsi poi in 643-bis-A, ancora in 643- bis-A/R – quasi una raccomandata con ricevuta di ritorno-, per essere definitivamente tradotto in articolo unico, per il voto di fiducia, approvato dalla Camera dei Deputati il 24 dicembre 2022, trasmesso dal Presidente della Camera alla Presidenza del Senato il 24 dicembre 2022, nominato come A.S.442 e definitivamente approvato il 29 dicembre 2022, nella veste di Articolo1, con la scarna corte di 903 commi.
Per la cronaca, in questo lasso di tempo i meritori ed eroici Servizi Studi di Camera e Senato hanno prodotto almeno otto dossier di documentazione, per complessive migliaia di pagine, che Deputati e Senatori del Parlamento eletto con una legge di dubbia costituzionalità, sulla scorta delle indicazioni di Confindustria (vedi Quaderno n.4 del Centro studi-settembre 2007 e di Confcommercio e la pubblicazione “Costi della rappresentanza politica” del 2011).
Di grazia, se questo percorso è stato tanto lungo ed accidentato perché dire che la legge di bilancio 2023 è stata approvata in un giorno solo?
Semplicemente perché il testo finale è nato il 22 dicembre 2022, con il testo approvato dalla V Commissione Permanente, a seguito del rinvio deliberato dall’Assemblea nello stesso giorno, con la pioggia di emendamenti presentati dal Governo ed approvati, quindi, in Commissione.
Ma dove è nascosto quel veleno tanto pericoloso per l’Abruzzo?
Originariamente, in un testo di 174 articoli, nell’articolo 143 ( Determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione).
Successivamente, nel testo del 22 dicembre approvato dalla V Commissione permanente, quell’articolo 143 è diventato la serie di commi 476-484 duodevicies, con un emendamento del Governo che aggiungeva l’articolo 143-bis ( Istituzione di una segreteria tecnica per l’approvazione dei LEP), per apparire infine, nella versione definitiva come sequenza dei commi 791-798, con al 797 il Commissario!
Con la sequenza 799-804 dedicata alla ineffabile Segreteria Tecnica ( sommate Commissario- acceleratore e tecnici e meditate!)
A questo punto, è bene avvertire la politica abruzzese che nei commi che vanno da 791 a 804, cioè dalle dichiarazioni di principio alla determinazione di uno strumento tecnico, ci sono le premesse per fare dell’approvazione dei Livelli Essenziali di Prestazioni- LEP- il grimaldello per l’accelerazione, nonostante le vibranti ( ?) proteste dell’opposizione, del processo di autonomia differenziata.
Temporeggiare in attesa dello sviluppo degli eventi, per l’Abruzzo, significa trovarsi domani di fronte non a -LEP-Livelli Essenziali di Prestazioni, ma a Livelli ESIZIALI di Prestazioni!
Dal Contratto del cosiddetto “ Governo del cambiamento”, che contemplava la geometria variabile nell’assetto istituzionale, sono stati prodotti migliaia di studi su costituzionalità, opportunità, praticabilità e altro di questa scelta condivisa anche da questo Governo. Tutte le altre regioni hanno, con indirizzi diversi, affrontato questo problema. L’Abruzzo, silente e assente, può permettersi di considerarsi isola felice non attaccata da questo vortice?
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