BIOMASSE SAGITTA: CORTE CONTI ASSOLVE DIRIGENTI, RISARCIMENTO A REGIONE NON DOVUTO

20 Giugno 2023 08:46

Regione - Cronaca

L’AQUILA – Nel processo della Corte dei Conti, Iris Flacco, dirigente del Servizio politiche energetiche della Regione Abruzzo e Dante Melchiorre, dirigente responsabile del procedimento, sono stati assolti dal risarcimento all’Ente regionale, il primo della somma di 500 mila euro, il secondo di ulteriori 200 mila euro. E i giudici contabili hanno bacchettato la Regione, che aveva presentato l’esposto, per la non esemplare gestione della vicenda.

A stabilirlo la Sezione Giurisdizionale per l’Abruzzo della Corte dei Conti, che si è espressa sulla mancata realizzazione a Colonnella, in provincia di Teramo, da parte della società Sagitta immobiliare di Tortoreto, di un impianto a biomasse da 6 megawatt, prima autorizzato poi revocato dalla Regione, quando però la società aveva già avviato i lavori. Vicenda che ha costretto la Regione Abruzzo, ovvero i contribuenti, a sborsare con una transazione ben 4,7 milioni di euro di risarcimento, in tre rate dal giugno 2019 al giugno 2021, rispetto ai 57 milioni di euro, inizialmente richiesti dalla Sagitta.

Per i giudici contabili, la richiesta della Regione Abruzzo, di  risarcimento a carico dei dirigenti, è stata però “pretestuosa e assolutamente infondata. La Regione, infatti, aveva emesso un provvedimento favorevole alla ricorrente, come ammesso dalla stessa Procura che, anzi, ipotizzava come l’affrettata conclusione del procedimento derivasse proprio dall’intenzione di favorire la società, evitando le conseguenze connesse con l’imminente entrata in vigore di una nuova e più stringente normativa in materia di incentivi pubblici”.

Per l’accusa, invece, i dirigenti avrebbero avuto responsabilità del “frettoloso” rilascio dell’autorizzazione unica relativamente alla costruzione e l’esercizio di 6 impianti di produzione energetica ubicati nel Comune di Colonnella”. Inoltre “di aver disposto la decadenza dell’impresa dalla facoltà di realizzare gli impianti, ritenendo in modo apodittico e non provato, di non aver avviato le opere entro il termine decadenziale di 12 mesi dall’autorizzazione stessa”.





Ma come hanno stabilito invece i giudici contabili, ai due dirigenti non possono essere ascritte colpe, in quanto “il provvedimento di decadenza era un atto dovuto”, mentre “l’affrettata conclusione dell’istruttoria non può essere ricondotta ad una palese violazione degli obblighi di servizio” .

A determinare infatti l’esito della transazione una sentenza del Tar Abruzzo che, su ricorso del Comune di Colonnella, aveva annullato l’autorizzazione rilasciata dalla Flacco, e, in esito a tale annullamento, aveva dichiarato “la sopravvenuta carenza di interesse del ricorso presentato dalla ditta contro il provvedimento di decadenza”. La Giunta invece “avrebbe potuto e dovuto avvedersi del carattere meramente speculativo della richiesta della società, che pretendeva un risarcimento iperbolico basato su pronunce del Tribunale amministrativo a lei sfavorevoli, senza alcuna prova dell’effettivo pregiudizio subito”.

Il tutto esito di una vicenda amministrativa che ha provocato polemiche politiche. L’accordo  bonario con la Sagitta fu approvato il 7 febbraio 2019,  tre giorni prima delle elezioni regionali, dal governo del centrosinistra guidato dal presidente vicario Giovanni Lolli, del Pd, e confermata il 23 ottobre 2019, da altre due delibere dell’esecutivo di centrodestra di Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia. Vicenda che l’ex presidente della Regione, ora deputato dem, Luciano D’Alfonso, ha bollato in una intervista ad Abruzzoweb come “un capolavoro alla rovescia di diritto amministrativo, di cui sono stato tenuto all’oscuro”.

La Procura della Corte dei conti  si era mossa dopo che la  giunta di centrodestra, già nel 2019 gli ha inviato le prime carte, e dopo che nello stesso anno è andato a  riferire nel merito anche il senatore  D’Alfonso, ex presidente della Regione Abruzzo, dal marzo 2014 all’estate del 2018, che si era sempre detto contrario alla transazione, che infatti ha avuto il definitivo ok quando lui era già a Roma.

Tutto ha avuto inizio nel 2011, quando alla Regione c’era il centrodestra di Gianni Chiodi, ed era stato avviato, su proposta della Sagitta, uno studio di fattibilità per realizzare sei impianti a biomasse, da 996 chilowatt ciascuno,  in tutto quasi 6 megawatt, L’autorizzazione è arrivata il 10 luglio 2012 con una determina dirigenziale del servizio Politica energetica della Regione. Comitati cittadini e ambientalisti sono però saliti sulle barricate, ritenendo l’impianto troppo impattante, in particolare per i vigneti di pregio e gli operatori turistici.

Il Comune di Colonnella ha fatto ricorso al Tar, chiedendo l’annullamento dell’autorizzazione concessa dalla Regione Abruzzo.





Ma la Sagitta, con l’autorizzazione in tasca, aveva intanto già cominciato a realizzare il costoso impianto. Tra l’estate e l’autunno 2013 con il governo del centro-sinistra da poco insediato, il clamoroso, e si scopre ora costosissimo, dietrofront: lo stesso ufficio del servizio Politiche energetiche che aveva dato l’ok all’opera, l’ha revocata con un nuovo atto dirigenziale, datato il 22 luglio 2013, e con atto conclusivo licenziato nell’ottobre 2014 senza passaggi in giunta regionale, allora presieduta da D’Alfonso. In quanto, si sosteneva, il cantiere dell’impianto a biomasse doveva essere avviato entro un anno, cosa che per gli uffici regionali non era avvenuto.

Scontato, da parte della Sagitta, nel dicembre 2015, il ricorso al Tar contro la revoca.

E non solo: era accaduto che lo stesso Tar aveva intanto accolto il ricorso del Comune di Colonnella, dandogli ragione. Affermando anche, in un passaggio chiave, che da parte della Regione nel dare l’autorizzazione, si era evidenziato “un comportamento illegittimo”, e connotato da “negligenza e inerzia”, in particolare nella modalità di svolgimento della conferenza dei servizi.

La Regione non ha impugnato questa sentenza, che la metteva di fatto sotto accusa, e che era facile scommettere, avrebbe complicato il contenzioso con la Sagitta. E infatti la Sagitta ha avuto la strada spianata per la richiesta di un congruo risarcimento danni.

 

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