L’AQUILA – Il Comune dell’Aquila chiede il pagamento di bollette per oltre 600mila euro, compresi gli interessi, agli assegnatari del Progetto Case che non hanno ottemperato alle richieste invase riguardanti acqua, gas e luce per il periodo che va dal 2010 al 2013.
La richiesta del Comune poggia sulla tesi che sono stati fatti degli atti interruttivi della prescrizione che altrimenti vanificherebbe questa richiesta contenuta in una recente determinazione dirigenziale municipale. Da questa si apprende, inoltre, che è stato approvato il ruolo coattivo già compilato dall’Agenzia delle entrate dopo che il Sed ha inviato le carte.
“La procedura coattiva”, si legge nell’atto dell’8 febbraio, “è susseguente alle attività di controllo espletate dal competente Ufficio sulle ingiunzioni di pagamento per la riscossione delle bollette riferite ai consumi del periodo 2010- 2013, regolarmente notificate, rispetto alle quali non è pervenuto l’adempimento nei termini assegnati”.
Con questa iniziativa il Comune evita anche un grosso rischio ovvero quello, teoricamente contestabile dalla Corte dei conti, della mancata riscossione dei canoni dovuti. Del resto solo alcune settimane fa la magistratura contabile ha citato in giudizio ex amministratori comunali della vecchia giunta di centrosinistra proprio per ingiunzioni di molto tempo fa finite nel nulla per due milioni e mezzo, soldi recuperati solo in parte. Di fatto si tratta di un ammanco per le casse municipali.
Va anche detto che in diversi casi la riscossione è obbiettivamente difficile visto che sono state accertate manomissioni dei contatori proprio per rendere impossibile il pagamento delle cartelle. Ci sono poi persone che non hanno mai pagato per problemi economici obiettivi ed è difficile in certe circostanze per le famiglie fronteggiare tutte le spese.
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