TORNIMPARTE – Presa a calci e pugni, trascinata per i capelli appena tornata a casa dall’ospedale dopo un aborto.
Sarebbe stato solo l’ultimo inquietante episodio di una lunga serie di violenze, insulti, minacce e frasi offensive rivolte anche ai due figli di 13 ed 11 anni: così per un uomo di 50 anni, disposizione del Gip del Tribunale dell’Aquila, e come richiesto dal Pm, Guido Cocco, si sono aperte le porte del carcere per maltrattamenti in famiglia.
Le indagini, riferisce Il Messaggero, sono state portate avanti dai carabinieri della stazione di Tornimparte.
Un quadro famigliare a dir poco desolante.
Dalle denunce e testimonianze della donna e dei due figli sarebbe venuto a galla come l’uomo si rivolgeva alla figlia etichettandola come una prostituta e il figlio maschio come un escremento sottolineando “io non sono più vostro padre”.
In un’altra occasione l’arrestato in un momento di agitazione ha devastato suppellettili e mobili della stanza da pranzo; calci e pugni alla compagna dopo la nascita della figlia tanto a tal punto che per accompagnare l’altro figlio al pullmino che lo accompagnava alla scuola, sarebbe stata costretta a usare un bastone per appoggiarsi, proprio in conseguenza delle percosse subite.
Sempre secondo l’accusa l’uomo avrebbe picchiato la compagna con la cinta di cuoio e la fibbia di ferro.
Un pericolo attuale e concreto di reiterazione di delitti della stessa indole di quelli già oggetto d’indagine che hanno convinto il sostituto procuratore della Repubblica Guido Cocco prima e il Gip Niccolò Guasconi, poi, ad emettere per il 50enne, la misura cautelare dell’arresto in carcere.
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