BOTTE TRA DETENUTI NELLE CARCERI DI CHIETI E PESCARA: FERITI DUE AGENTI DI CUSTODIA

31 Luglio 2024 09:37

Chieti - Cronaca

CHIETI – Brutto episodio di violenza all’interno della Casa circondariale di Chieti. “Alcuni detenuti sono venuti alle mani”, spiega Giuseppe Ninu, segretario per l’Abruzzo del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Una altra aggressione si registra anche nel carcere di Pescara a un agente da un detenuto albanese.





“Verso le ore 18.30, a seguito di disordini fra detenuti magrebini ed italiani nel Reparto detentivo riservato ai detenuti comuni  di Chieti, è intervenuto l’Ispettore di Polizia Penitenziaria addetto alla di sorveglianza generale unitamente al Sovrintendente di preposto per riportare l’ordine nella sezione e, dopo aver fatto rientrare i detenuti e chiuso le celle, rimanevano solo due detenuti magrebini che si rifiutavano di rientrare. Uno di questi ha brandito lamette  minacciando  di uccidere chiunque si avvicinasse. L’ispettore ha cercato di riportarlo alla ragione e, nel momento in cui sembrava essersi calmato il detenuto, il collega  è stato colpito in volto da un violentissimo pugno.  Portato in infermeria per le primissime cure è stato poi  trasferito in ospedale”.

Il sindacalista denuncia: “A Chieti è la seconda aggressione in due settimane: lo scorso 15 luglio una collega è stata aggredita da una detenuta, riportando una prognosi di 10gg, con problemi psichici come il detenuto magrebino. La casa circondariale di Chieti, che è a trattamento intensificato, ha una capienza di 90 detenuti e ad oggi ne contiene 140 circa. Il PRAP Lazio Abruzzo e Molise di Roma continua ad inviarvi detenuti facinorosi e violenti spesso psichiatrici e che nulla hanno a che fare con il trattamento intensificato”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti di CHIETI: “ancora una volta i poliziotti penitenziari dell’Abruzzo sono costretti a vivere, loro malgrado e sulla propria pelle, la violenza di alcuni detenuti. Questo non è più tollerabile ed accettabile e conferma ciò che il SAPPE sostiene da tempo, ossia quanto sia importante e urgente prevedere quanto prima un nuovo modello custodiale”. Il leader del SAPPE ricorda che da tempo il SAPPE denuncia come siano “troppi ed inaccettabili gli eventi critici contro gli Agenti in servizio. Da tempo denunciamo che ormai i detenuti la fanno da padrone, grazie ad una indiscriminata apertura delle celle e l’assenza di strumenti a tutela della stessa incolumità fisica del personale”.





“Questo è lo scenario quotidiano inaccettabile in cui opera il Corpo di Polizia Penitenziaria, ma la cosa sembra non fare notizia al contrario di altre. Altro che sicurezza!”, conclude Capece, che rinnova l’auspicio di potere incontrare presto il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

A poche ore dal grave episodio avvenuto nel carcere di Chieti (dove un ispettore di Polizia penitenziaria è stato colpito con un pugno al volto da un detenuto nordafricano), il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria denuncia, per l’appunto, un nuovo episodio di violenza che infiamma ulteriormente le strutture detentive dell’Abruzzo.

Giuseppe Ninu, segretario per l’Abruzzo del SAPPE, riferisce infatti che martedì, nella Casa circondariale di Pescara, “un detenuto albanese (già protagonista, in passato, di atteggiamenti e comportamenti contrari al mantenimento dell’ordine e della sicurezza durante la detenzione), dopo avere avuto un colloquio con il magistrato di Sorveglianza, rientrava in cella ed appiccava il fuoco al suo intervento. L’immediato e tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria ha impedito che potesse appiccarsi un incendio di più vaste proporzioni, con tutti i pericoli che questo avrebbe potuto determinare”. Il sindacalista spiega che “il detenuto è stato spostato in un’altra cella ma questi prima ha tentato di aggredire un Agente e poi ha rifilato vigliaccamente e proditoriamente una testata ad un altro poliziotto, poi portato in Ospedale per trauma cranico e per intossicazione da monossido di carbonio, conseguenza dell’incendio appiccato dal ristretto albanese”.

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