BUCO SANITÀ: BANDO A RTI USCENTE, 19,1 MLN. PRECARI NON SI FIDANO. MARSILIO NERVOSO

FOCUS SU DELIBERA ASL CHE HA RINNOVATO PER QUATTRO ANNI SERVIZIO SUPPORTO AMMINISTRATIVO A COOPERATIVE, SALVANDO PER ORA 150 POSTI DI LAVORO. MOBILITAZIONE PROSEGUE PERCHE' NON CI SONO GARAZIE UNA VOLTA CHE ARRIVERANNO VINCITORI CONCORSO

20 Maggio 2025 08:02

Regione - Politica

L’AQUILA – Un rinnovo del servizio di supporto amministrativo, per un periodo di quattro anni, per un importo complessivo di 19.104.416 euro, a favore delle tre società uscenti, Biblos, AZ Solutions e Vigilantes Group.

Questo ha sancito la delibera firmata dal direttore generale della Asl provinciale dell’Aquila, Ferdinando Romano, a conclusione della giornata campale di venerdì scorso. Delibera che ha fatto salvi, per ora, i posti di lavoro di ben 150 lavoratori precari, che nelle stesse ore avevano iniziato un sit-in fuori palazzo Silone, sede della giunta regionale, già messi in ferie forzate, ora rientrati al lavoro, ma con la mobilitazione che prosegue, con le tende montate fuori palazzo Silone, e con un incontro previsto oggi dal prefetto.

Una delibera preceduta da una bufera politica anche dentro il centrodestra di Marco Marsilio di Fdi, che deve far fronte al macigno di un debito sanitario di 113 milioni per il 2024, e un cortocircuito tra la Asl e il dipartimento Salute, guidato da Emanuela Grimaldi, che con una perentoria lettera alla stessa Asl aveva chiesto “l’immediata sospensione” della procedura di aggiudicazione della gara per il rinnovo del servizio, sostenendo che “l’affidamento qualificato come ‘appalto’ nella sostanza si configura come una ‘somministrazione di personale’”, paventando la non sostenibile “rilevanza economica della procedura”  e un “grave danno al sistema sanitario regionale, già in uno stato di difficile equilibrio”.

Rilievi di fatto non tenuti in considerazione dalla Asl, dopo che venerdì mattina si è tenuto un summit a palazzo Silone tra Marsilio e i vertici della stessa Asl e del dipartimento Salute.

Nella delibera infatti si è dato seguito  all’esito della nuova gara indetta a ottobre scorso e assegnata il 29 aprile con cui la rti costituita da Biblos, AZ Solutions e Vigilantes Group sono risultata prima, con punteggio di 97,07, davanti a Europromos Fm con 93,59 punti e Servizi integrati con 75,7 punti.

La decisione è stata motivata con la necessità di “assicurare la continuità del servizio”, rispetto al precedente contratto scaduto il 25 agosto. Ricordando altresì che la norma secondo la quale “l’esecuzione del contratto può essere iniziata anche prima della stipula per motivate ragioni”.

Un rinnovo che però non soddisfa i lavoratori, che proseguono il sit-in, montando da ieri anche delle tende fuori palazzo Silone, in quanto sostengono, una volta che saranno pubblicate le graduatorie del nuovo concorso, con l’arrivo a svolgere le stesse mansioni amministrative dei primi 53 addetti vincitori, parte di loro rischiano comunque il posto, e poi anche gli altri con eventuali scorrimenti della stessa graduatoria. Visto che precari erano e precari restano, e il numero delle unità di personale previsto nell’organigramma non potrà essere sforato.





Altro dato che emerge, a bocce ferme, è però anche la confusione che si è palesata dentro al centrodestra.

L’aspetto sorprendente è che il via libera all’appalto per quattro anni è stato annunciato, con un vero e proprio “scoop” dalla Lega, a firma del vicepresidente della Giunta, l’aquilano Emanuele Imprudente e dei consiglieri regionali Vincenzo D’Incecco e Carla Mannetti, aquilana anche lei, non proprio l’interlocutore istituzionale corretto ad informare il salvataggio dei posti di lavoro.

La comunicazione non è infatti arrivata come ci si sarebbe aspettati dalla stessa Asl, o ancor meglio direttamente dal presidente Marsilio, a nome di tutto il centrodestra, tenuto conto che al sit-in a parlare ieri con i lavoratori, oltre a Mannetti e poi anche a Imprudente, c’erano anche il capogruppo di FdI Massimo Verrecchia e il vice coordinatore e senatore Guido Liris, pure lui di FdI. Assente, non senza polemiche, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Tenuto soprattutto conto che il presidente, in mattinata, molto nervoso per l’impegno concomitante al Giro d’Italia, evitando di incontrare i manifestanti entrando a Palazzo Silone dal garage, aveva presieduto l’attesissimo tavolo tecnico a cui hanno partecipato, oltre al suo capo di gabinetto Stefano Cianciotta, il capo Dipartimento Grimaldi, con il dirigente Enrico Marini, il manager della Asl Romano, il Direttore amministrativo Stefano Di Rocco e i dirigenti Alessia Parlatore e Andreina Gabini.

La decisione di approvare la delibera di rinnovo di quattro anni si suppone sia stata valutata e decisa in quella sede.

E infatti Marsilio nella sua nota stampa arrivata subito dopo il tavolo tecnico, ha  assicurato che “non c’è nessun licenziamento in vista, voglio tranquillizzare i lavoratori, le loro famiglie e i sindacati dei lavoratori”, e si è detto sicuro che “entro la giornata di oggi questi chiarimenti porteranno la Asl a poter aggiudicare intanto l’appalto di servizi in corso e a garantire questa transizione nei pochi mesi utili a concludere le operazioni di assunzione del personale, ripristinando la pienissima regolarità e trasparenza nella gestione dei servizi e del personale delle Asl”.

Quel che è accaduto a livello comunicativo è stato interpretato come sintomo di un conflitto in atto, alimentato da tante altre questioni irrisolte in un centrodestra che si è già scontrato per lo spoil system, come del resto da tradizione, e che rischia una crisi di nervi per l’esplosione del debito della sanità. Già noto, si presume, già prima delle elezioni del marzo 2024, ma tenuto ben nascosto in campagna elettorale.

Non è un caso che Mannetti, alla vigilia del sit-in aveva chiesto anche un chiarimento in maggioranza, come avrebbe fatto un alleato in una squadra coesa, senza concordare una nota comune del centrodestra.

Passando all’opposizione, resta poi una forte perplessità, esplicitata dal consigliere regionale aquilano del Pd Pierpaolo Pietrucci, sin dall’inizio al fianco dei lavoratori durante il sit-in, considerando il contenuto della delibera come “un semplice accordo quadro che prevede la risoluzione unilaterale dei contratti, senza offrire alcuna garanzia reale di continuità occupazionale”. Le lavoratrici e i lavoratori rischiano di essere mandati a casa tra un mese o tre, non appena sarà pubblicata la graduatoria del concorso”.





I lavoratori e i sindacati premono dunque per quella che è ritenuta la vera soluzione, rilanciata oggi anche dal capogruppo del Pd Silvio Paolucci, ovvero la costituzione di una nuova società regionale in house, o l’assorbimento in una delle società esistenti,  come ad esempio Abruzzo progetti, che possa garantire la stabilizzazione e la certezza lavorativa per i 150 della Asl dell’Aquila, ma anche ai 60 precari del servizio facchinaggio della Asl provinciale di Chieti, come ad altri precari delle Asl di Pescara e Teramo, che potrebbero subire stessa sorte dei loro colleghi.

 

 

 

 

 

 

 

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