L’AQUILA – Comunicazioni ufficiali del licenziamento ancora non ci sono, ma da domani resteranno a casa ben 150 addetti “somministrati” del servizio di supporto amministrativo e tecnico in forze alla Asl provinciale dell’Aquila. Vittime dell’enorme deficit della sanità abruzzese, che nel 2024 è arrivato a 113 milioni di euro. Per ora è arrivata però la comunicazione delle ferie forzate, poi scatterà la cassa integrazione. L’anticamera, si teme, del licenziamento e di un dramma sociale e occupazionale nel capoluogo.
A far precipitare le cose una perentoria lettera del 9 maggio, a firma del direttore del dipartimento Salute, Emanuela Grimaldi, con la quale è stata chiesta alla Asl “l’immediata sospensione” della procedura di aggiudicazione della gara per il rinnovo del servizio esterno, ad oggi in proroga, affidato al raggruppamento temporaneo di imprese composto da Biblos, Az Solutions e Vigilantes Group, aggiudicatarie del vecchio bando, scaduto però il 15 agosto scorso.
Una vicenda che ha già provocato la sollevazione dei sindacati e della politica, silente, va detto, quella del centrodestra del riconfermato Marco Marsilio, di Fdi, in evidente imbarazzo.
Accorati e inascoltati gli appelli degli stessi precari, che vivono ore di sconforto e rabbia, visto che il loro ruolo, seppure da somministrati ed ‘esterni’, in virtù delle competenze acquisite e della loro dedizione, è stato determinante per mandare avanti una azienda sanitaria in cronica carenza di personale, anche nei durissimi anni dell’emergenza covid. Persa l’importante commessa, le società affidatarie non potranno ora che mandare tutti a casa.
Ultima sottilissima speranza è cagionata dal fatto che comunque ancora non è arrivata una comunicazione ufficiale dei licenziamenti.
Fortissime erano state negli ultimi giorni le pressioni sul direttore generale, Ferdinando Romano, e sul direttore amministrativo, Stefano Di Rocco, a firmare una ulteriore proroga. Ma comprensibilmente non hanno voluto correre alcun rischio, tra cui quello di andare sotto processo alla Corte dei conti.
La richiesta del dipartimento è molto chiara e perentoria: si evidenzia che “l’affidamento qualificato come ‘appalto’ nella sostanza si configura come una ‘somministrazione di personale’, stante la presenza di elementi che sono propri della disciplina di quest’ultima”. E ancora: “tali possibili profili di criticità, unitamente alla rilevanza economica della procedura messa in atto, sono potenzialmente idonei ad arrecare grave danno al sistema sanitario regionale, già in uno stato di difficile equilibrio”.
Del resto Grimaldi, ligia al suo ruolo, non può far altro che dare seguito a quello che, ironia della sorte, è stato deciso dalla stessa parte politica, nella legge regionale approvata il 3 aprile, con le opposizioni che hanno disertato la seduta e occupato l’aula Spagnoli: in essa infatti non si dispone solo l’aumento dell’addizionale Irpef per i redditi sopra i 28.000 euro, ma anche, con un emendamento a firma dello stesso Marsilio, “la razionalizzazione della spesa del personale amministrativo”, inclusa quella destinata al rinnovo dei contratti di somministrazione” , “la razionalizzazione della spesa per le consulenze esterne”, oltre all’efficientamento dell’utilizzo dei farmaci, alla razionalizzazione dei processi di acquisto di beni e servizi. Motivo per il quale il dipartimento ha già intimato lo stop alle 10 assunzioni di amministrativi tramite scorrimento di vecchi bandi alla Asl di Pescara, e di un dirigente alla Asl di Teramo.
Il tutto per provare ad azzerare un deficit che nel 2024 si attesta alla cifra monstre di 113 milioni di euro, e che per il 2025 rischia di essere ancora più pesante, con una manovra lacrime e sangue che andrà presentata e documentata al centesimo al Tavolo di monitoraggio interministeriale, con la spada di Damocle del commissariamento. Anche i burocrati regionali, in fase di piano di rientro, in caso di omissioni e forzature normative rischiano del resto di essere “attenzionati” dalla Corte dei Conti.
A maggior ragione il dipartimento ha dunque chiesto “in via cautelativa e a tutela di tutti gli interessi pubblici connessi, di voler disporre la immediata sospensione della procedura”, ma non solo, si chiede di trasmettere, entro e non oltre il 26 maggio, “una relazione dettagliata con tutti i chiarimenti che si riterrà di fornire, al fine di superare i profili problematici indicati”. Dunque non è detta l’ultima parola, se il direttore generale Ferdinando Romano e il suo staff saranno in grado di fugare ogni dubbio.
Il dipartimento chiede anche “di motivare la necessità di tali ‘unità di personale’ esterne, a fronte di un numero di unità di personale amministrativo dipendente che è nella media delle altre Aziende sanitarie locali”.
Il dipartimento Salute, nella lettera, fa riferimento anche ad una riunione della Cabina di Coordinamento degli Acquisti tenutasi il 30 aprile, dove “è emersa la necessità di un approfondimento circa la natura dell’appalto”, che richiede, pertanto, “una immediata attività di verifica e controllo ascritta alla competenza regionale”.
Ha oggi scritto un gruppo di lavoratori precari in un accorata lettera aperta: “Dopo anni di impegno costante tra settore amministrativo e tecnico, oggi ci troviamo davanti a un drammatico bivio: la proroga che avrebbe garantito la continuità lavorativa per altri quattro anni è stata bloccata, a causa dei tagli previsti a livello regionale”.
“Questa situazione ci lascia sgomenti. Il rischio concreto è una catastrofe occupazionale che colpirebbe decine di famiglie e che rappresenterebbe un ulteriore colpo all’economia del territorio aquilano, già fortemente provato. Non possiamo pensare che il futuro di questa terra sia affidato esclusivamente a supermercati, bed & breakfast e locali. La nostra comunità ha bisogno di lavoro stabile, servizi pubblici funzionanti e prospettive concrete per i giovani e per chi ha già dato tanto”, scrivono i precari.
“Siamo lavoratori e lavoratrici che hanno svolto con dedizione e sacrificio i propri compiti, spesso in condizioni difficili, al servizio della salute pubblica. Oggi chiediamo soltanto di poter continuare a farlo, nel rispetto della dignità di ciascuno e della funzione sociale che ogni giorno svolgiamo”, aggiungono.
“Facciamo appello alle istituzioni affinché non si giri lo sguardo altrove, ma si trovi una soluzione che possa scongiurare il licenziamento o il taglio delle ore, ed offrire continuità e sicurezza a chi ha costruito un’esperienza professionale importante e utile per la collettività. Non chiediamo privilegi, chiediamo solo di non essere dimenticati”, concludono.
MANNETTI CHIEDE TAVOLO DI MAGGIORANZA: “SUBITO PROROGA CONTRATTO”
In merito alla sospensione della procedura relativa al ‘Servizio di supporto tecnico e amministrativo’ della Asl 1 dell’Aquila, che mette a rischio circa 150 posti di lavoro, ritengo urgente e necessario procedere con una ulteriore proroga del contratto in scadenza oggi”.
Ad intervenire il consigliere regionale della Lega, l’aquilana Carla Mannetti.
“Una proroga – osserva – consentirebbe di affrontare la questione con la dovuta attenzione e serenità, evitando disservizi all’utenza e, soprattutto, gravi ricadute occupazionali”.
“Chiedo pertanto al presidente della Regione Marco Marsilio e all’assessore alla Sanità Nicoletta Verì che venga convocato al più presto un tavolo di maggioranza. È fondamentale un confronto condiviso prima di assumere decisioni di tale rilevanza, che incidono profondamente sul tessuto sociale e lavorativo del nostro territorio”.
“Sono convinta che dal confronto usciranno sicuramente soluzioni giuste e soprattutto nell’interesse dei cittadini, degli utenti e dei lavoratori”, conclude Mannetti.
PIETRUCCI: “VERGOGNA INFINITA”
“Da domani 150 aquilani, lavoratrici e lavoratori della Asl1, vengono sbattuti fuori dal posto di lavoro e tutti gli eletti della destra in Abruzzo e in particolar modo quelli che provengono dalla provincia dell’Aquila, sono responsabili. Il manager Ferdinando Romano, messo con le spalle al muro, dopo la lettera di Emanuela Grimaldi e della direzione del dipartimento Sanità a Pescara, non farà la proroga”.
Lo scrive in una nota il consigliere regionale Pd Pierpaolo Pietrucci.
“Tutti fuori – sottolinea – Molti di loro sono addirittura gli ex LSU del fallimento Irti, prossimi alla pensione e sono precari in Asl da 20 anni. Madri e padri di famiglia buttati fuori dal posto di lavoro dopo aver dedicato anni e anni di lavoro per tenere a galla servizi essenziali di una ASL in un territorio che ha dovuto affrontare diversi terremoti e tante calamità naturali”.
“Una Asl, quella dell’Aquila, Avezzano, Sulmona – osserva – che sovraintende la metà del territorio regionale e che eroga servizi sanitari su 73 punti di erogazione (il doppio rispetto a Teramo e Pescara 1/3 in più rispetto a Chieti). Come si può continuare a non tenere conto di queste differenze abissali?? Dove sono gli eletti che durante il Covid portavano le ferratelle e torte in corsia o di recente si facevano fotografare mentre portavano le colombe nei reparti? Dove sono quelli che usavano la retorica chiamando i dipendenti Asl ‘Angeli del Covid’? Dov’è il sindaco dell’Aquila che convinceva gli aquilani che era giusto colorare di nero l’Abruzzo, il comune dell’Aquila e il governo nazionale, facendo candidare proprio Giorgia Meloni sul nostro territorio, e prometteva che sarebbe stato un vantaggio per tutti?”.
“Una vergogna infinita. Questa destra è una vergogna. È in atto un tentativo di demolizione della Asl1 in previsione della scelta che dovrà fare la Regione Abruzzo dei Dea di secondo livello. Daremo battaglia in tutte le sedi senza sconti e la protesta che c’è stata sull’aumento delle tasse è soltanto l’inizio”, conclude Pietrucci.
VERRECCHIA (FDI), “NESSUN LICENZIAMENTO, MARSILIO HA CONVOCATO INCONTRO”
“Nessun licenziamento in vista, anzi, la prossima conclusione del concorso porterà all’assunzione stabile di dipendenti che sono precari da oltre 10 anni”.
Lo afferma, in una nota, il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia.
“Non c’è alcuna relazione tra il piano di rientro della sanità, ed eventuali tagli – continua Verrecchia – con il caso dei 150 dipendenti della Asl1 che da domani sono stati messi in ferie. La questione riguarda esclusivamente un confronto tra il dipartimento salute della Regione Abruzzo e la Asl1 in merito alla procedura del rinnovo di un servizio di supporto amministrativo che interessa appunto 150 dipendenti che da anni prestano la loro attività a servizio del nostro sistema sanitario”.
“Bisogna ora solo risolvere un problema non facilissimo per gestire la fase di transizione tra la scadenza del contratto attuale e la conclusione della procedura concorsuale individuando il corretto percorso amministrativo. Domani sarà il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, rientrato stasera da Bruxelles, a coordinare un incontro tra il dipartimento salute e la Asl1 per individuare una positiva soluzione”, conclude Verrecchia.
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