BUCO SANITA’: IN COMMISSIONE RESA DEI CONTI, CACCIATA DEI QUATTRO DG, CONSIGLIO ALLA CARICA

SEDUTA CONGIUNTA QUESTA MATTINA "SALUTE" E BILANCIO", CON AUDIZIONE I SINDACATI. AI RAGGI X PIANI DI RIENTRO DELLE QUATTRO ASL

24 Settembre 2024 08:30

Regione - Politica, Sanità

L’AQUILA – L’incandescente partita del buco della sanità regionale vedrà oggi un capitolo esplosivo nella seduta congiunta della quinta commissione Salute e della prima commissione Bilancio: il consiglio regionale tornerà in quella sede alla carica, per fare le pulci ai piani di rientro delle quattro Asl per limitare nei limiti del possibile i danni, ovvero di un deficit che senza interventi rischia di sfiorare a dicembre i i 200 milioni, con l’obiettivo, nemmeno malcelato, di arrivare al commissariamento dei quattro direttori generali delle Asl, saliti sul banco degli imputati.

Questo dopo che di fatto è saltata la testa del direttore del dipartimento Sanità della Regione, Claudio D’Amario, che si è dimesso il 17 settembre, finito anche lui nell’occhio del ciclone dentro la maggioranza di centrodestra del riconfermato Marco Marsilio, di Fdi, accusato, da parte dei consiglieri di non aver saputo vigilare.

Va ricordato che i pareri delle commissioni, in questa delicatissima partita, dopo l’approvazione di un emendamento a firma dello stesso Gatti, e con il sostegno del presidente del Consiglio di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, votato anche dall’opposizione del campo largo di centrosinistra e M5s, saranno “vincolanti” per la giunta  e non semplicemente “obbligatori”.

In apertura di seduta saranno ascoltate le sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil, Ugl Abruzzo e la segreteria regionale Fials Confals.

Ma i veri convitati di pietra saranno i quattro direttori generali delle Asl, riconfermati dalla giunta Marsilio un anno fa e per altri 5 anni, come nel caso di Thomas Schael alla Asl chietina e Maurizio Di Giosia, alla Asl Teramo, e contestualmente nominati, nel caso di Vero Michitelli alla Asl di Pescara, o prorogati a giugno per un altro anno, come Ferdinando Romano alla Asl aquilana.

Sarà presente in audizione anche il vice direttore del dipartimento Sanità, Ebron D’Aristotile, tenuto conto che il direttore D’Amario come detto, si è dimesso, e occorre attendere l’esito del bando indetto dalla Regione per il suo successore, pubblicato il 12 settembre, e che è scaduto alla mezzanotte di ieri, riservato esclusivamente ai dirigenti già di ruolo della giunta regionale.





D’Amario si è fatto da parte perché è venuta meno la fiducia nei suoi confronti, e per crescenti dissidi con la Giunta, che ha indetto il bando per il capodipartimento, quando c’era la possibilità di riconfermarlo. Ma ancor prima è caduto in disgrazia agli occhi di buona parte della maggioranza di centrodestra, con l’argomento che non ha saputo gestire la partita con la dovuta tempestività, nel ruolo di regista della sanità regionale, visto che i piani di rientro dovevano essere già pienamente in corso, e invece i dg sono stati costretti con una legge regionale, a stilarli solo a luglio. Piani poi respinti al mittente e ripresentati, rivisti e corretti, a fine agosto. Ed ora sarà dunque una corsa contro il tempo per centrare gli obiettivi, molti del quali di non facile realizzazione.

E nell’agguerrito fronte critico, c’è anche chi evidenzia che i dg vanno nelle riunioni convocate dal dipartimento con al seguito uno stuolo di  tecnici, che gli devono spiegare ogni cosa, segno ulteriore che i titolari delle Asl non hanno il polso della situazione.

Ed ecco perché il consiglio regionale vuole avere il pallino in mano, e ha affondato anche la proposta di Marsilio di istituire una Struttura tecnica della sanità che doveva rispondere, con la nomina di un titolare fiduciario, a lui stesso e all’assessore Verì.

La parola commissariamento è stata evocata anche nella maratona dell’11 settembre a villa Maria di Francavilla al mare, dove la maggioranza di centrodestra si è ritrovata in conclave dopo la pausa estiva, da parte proprio di Gatti, D’Incecco, e dell’altra leghista Carla Mannetti. Ipotesi sdegnosamente rispedita al mittente da Marsilio.

E sempre D’Incecco, in particolare, a proposito della partita dello spoils system, ha risposto picche alla proposta dell’assessore Tiziana Magnacca di Fdi di una legge di riordino dell’Arap, l’Agenzia regionale dell’attività produttive, con tanto di commissariamento. Con l’argomento che i commissariamenti non sono tabù, ma non vanno fatti solo per occupare poltrone a beneficio di Fdi, ma in base a criteri oggettivi delle performance. E appunto in base a criteri oggettivi, a casa dovrebbero andare anche i dg delle Asl.

Stando ai piano di rientro delle quattro Asl, il debito per il 2024, senza interventi, in base alle previsioni sfiorerebbe 200 milioni, e saranno dunque necessarie misure di razionalizzazione per quasi 70 milioni, per contenere il debito a 128 milioni, nella migliore delle ipotesi. Anche se l’assessore Verì ha spiegato che facendo leva sui fondi della Sanità aggiuntivi attesi dal governo, e con eventuali manovre correttive, il debito potrà essere portato sotto la soglia di assoluta sicurezza dei 50 milioni. Ma il vero timore dei consiglieri regionali, è che la Regione dovrà mettere in campo comunque un’altra manovra correttiva, come quella che ha dovuto appianare i conti del 2023, di 122 milioni, di cui solo la metà è stata coperta con la cassa comune della sanità, e il resto con tagli e prelievi temporanei dei tfr dei dipendenti, degli introiti delle tasse regionali, del fondo per i contenziosi. Il rischio insomma è che resti molto da meno da spendere per i progetti e punti del programma di mandato, con gli assessorati e rispettivi dipartimenti chiamati a fare sacrifici.

A preoccupare poi è che i dg, quasi a mettere le mani avanti, nei loro piani hanno evidenziato criticità strutturali che non dipendono da loro, ma in primis dalla Regione. Creando non poca irritazione nel dipartimento e nell’assessorato.





La Asl dell’Aquila e quella di Chieti, con accenti diversi, hanno fatto notare che i trasferimenti regionali calcolati in base al numero di abitanti penalizzano due province estremamente estese e montane, come appunto quelle di L’Aquila e Chieti, che spendono molto di più per garantire l’assistenza e la medicina di prossimità.

La Asl di Teramo ha fatto criticamente notare che con la manovra correttiva di giugno per il debito del 2023,  di fatto sono state premiate le Asl che hanno fatto più debiti, a discapito di quella teramana, che è stata la più virtuosa. Per di più garantendo anche meno risorse per gli investimenti.

La Asl di Pescara ha sottolineato il suo essere penalizzata dal fatto che deve accogliere molti pazienti dalle altre tre Asl provinciali, in un flusso di mobilità intraregionale, che comporta un aggravio di costi di gestione, anche qui non riconosciuti nella quota spettante della cassa comune.

I piani di rientro su preciso mandato della Regione Abruzzo non prevedono tagli del personale e blocchi del turnover tenuto conto che già si registrano croniche carenze.

Ma i sindacati sono già sugli scudi, perché nei piani comunque vengono previsti tagli e razionalizzazioni del personale esterno, su somministrazione da parte delle varie cooperative. E questo avrà dunque comunque pesanti conseguenze occupazionali.

Ed entrando nel merito dei piani preoccupa la stretta che viene operata un po’ da tutti sui farmaci e i dispositivi medici, in una situazione dove queste materie prime già scarseggiano, in una situazione dove le liste di attesa restano inaccettabili, impedendo il diritto alla salute per chi non ha i soldi per rivolgersi al privato, ed elevata resta la mobilità verso gli ospedali e le cliniche di altre regioni.

 

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