BUCO SANITÀ: MARSILIO AI SUOI, GIU’ LE MANI DA DG, GRANA: CDX, “COLPEVOLI DISASTRO, A CASA”

25 Marzo 2025 07:32

Regione - Cronaca

L’AQUILA – L’aumento dell’addizionale Irpef per ripianare il deficit della sanità, ovvero una stangata da 40 milioni di euro per gli abruzzesi, ci sarà, questo oramai è certo, con l’ok in  giunta di oggi, e poi in consiglio regionale, e a vincere sarà la linea imposta, con il pugno di ferro, dal presidente Marco Marsilio, al suo partito, Fdi, a Forza Italia, alla Lega e a Noi Moderati. Marsilio terrà oggi una conferenza stampa alle ore 12 a palazzo Silone, sede della giunta.

Il doloroso e controverso passaggio politico aprirà però crepe nella maggioranza di centrodestra a solo un anno dalla storica riconferma per un secondo mandato. E non si tratta solo di aver mal digerito l’aut aut per una scelta a dir poco impopolare, da parte del presidente, ma anche l’ego te absolvo nei confronti di chi è ben pagato per far quadrare i conti della sanità, ovvero i quattro direttori generali Ferdinando Romano per la Asl provinciale dell’Aquila,  Thomas Schael per la Asl provinciale di Chieti, sostituito a marzo da  Mauro Palmieri, Maurizio di Giosia per la Asl di Teramo, Vero Michitelli per l’Asl di Pescara.

Coloro che dovevano portare a termine piani di rientro per 80 milioni circa, entro fine anno 2024, e di cui non si conosce ancora l’esito.

Anche qui in dissonanza rispetto a quella che invece è la posizione dei partiti.

Nella oramai famosa intervista di venerdì e sabato, prima a Rete8 e poi al quotidiano Il Centro, Marsilio ha dato un molto indigesto aut aut – “chi non la vota è fuori dalla maggioranza” -, che ha fatto seguito alla sfuriata e alle offese nel vertice di martedì scorso contro il consigliere Carla Mannetti della Lega, rea di aver rilasciato una intervista in cui esprimeva il suo dissenso all’aumento. Poi Marsilio si è scusato.





Nell’intervista Marsilio ha assolto i dg,  spiegando che “le Asl chiuderanno i bilanci con qualche migliaio di euro di avanzo”, che “non esistono i 200 milioni di debiti causati da una cattiva gestione”, e che il problema è rappresentato “dai 39 milioni di euro anticipati per le spese del personale, dall’aumento del costo dell’energia, dall’inflazione e da decine di milioni di euro investiti in opera e attrezzature sanitarie”.

Forza Italia e Noi Moderati, nella loro nota dopo la riunione di venerdì scorso pur dicendo sostanzialmente sì all’aumento, hanno sottolineato invece che “non è più rinviabile la fase di ristrutturazione in campo sanitario, sia sotto il profilo organizzativo che di management, per efficientare e modernizzare il sistema sanitario e garantirne la sostenibilità”.

La Lega che si è riunita sabato, non solo ha chiesto una nuova riunione di maggioranza,  e una rimodulazione delle aliquote, ma anche “l’istituzione di una cabina di regia politica su bilancio regionale e bilancio della sanità”.

Ed è solo quello che è emerso nelle note ufficiali, perché da fonti confidenziali di chi c’era, le critiche ai direttori Asl ci sono state eccome, e ben più pesanti, anche perché non va dimenticato che nella primavera 2024 la Regione era già dovuta intervenire per coprire 120 milioni di debiti macinati nel 2023, di cui la metà presi dal bilancio regionale.

Venendo a Fratelli d’Italia, che si è riunita ieri sera allineandosi anche lei al volere del presidente: voce a dir poco dissonante rispetto alla difesa di Marsilio dei  dg è quella di Paolo Gatti, il presidente quinta commissione Sanità, eletto con ben 10.878 voti, secondo in assoluto dopo Mario Quaglieri assessore al Bilancio sempre per Fdi, con quasi 12mila voti. Gatti che non a caso era assente nel summit di martedì scorso provocando ulteriore irritazione da parte di Marsilio, e che poi ha comunque presieduto nel pomeriggio la quinta commissione Sanità-

Non certo dunque l’ultimo arrivato, e che non ha neanche fatto il diavolo a quattro per avere un assessorato, come avrebbe potuto, ma nella lacerante partita scottante del debito della sanità a settembre assieme al presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri di Forza Italia, è di stato il fautore del diktat della commissione congiunta Sanità e Bilancio, quest’ultima presieduta da Vincenzo D’Incecco capogruppo della Lega, che ha segnato una spaccatura con la Giunta, e con l’assessore alla Salute, riconfermata, Nicoletta Verì.

La risoluzione approvata all’unanimità ha chiesto infatti perentoriamente alla Giunta regionale di “valutare le opportune iniziative”, leggasi commissariamento e tutti a casa, se i quattro manager delle Asl, a fine dicembre avrebbero sforato del 20% l’obiettivo dichiarato nei loro piani di rientro  fissato a circa 80 milioni su un tendenziale di 200 milioni. Stabilendo per tutti e quattro l’obbligo anche di ridurre nel 2025 almeno al 70% il disavanzo macinato 2024.





Gatti, in una recente intervista ad Abruzzoweb ha poi esplicitato quello che più di un esponente di Fdi pensa: ovvero che giunta non ha la capacità di controllare i quattro direttori generale delle Asl, nonostante le task force di dirigenti messe in campo per risanare i conti.

E ha ribadito: “con quella commissione congiunta abbiamo dato tutti gli strumenti al governo regionale per intervenire sia sul 2024 che sul 2025.  Quando il governo regionale vedrà i numeri, e potrà verificare se i dg sono andati bene, così così, male o malissimo, sa cosa deve fare. Certo, se un dg ha sforato del 2% è chiaramente un conto, si possono chiedere ulteriori misure e aggiustamenti, non è necessario il commissariamento, Cosa diversa se ha forato dell’89% perché in questo caso c’è il lancio dalla rupe Tarpea”.

 

 

 

 

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