BUCO SANITA’: PIANI RIENTRO ASL, MOMENTO VERITA’. “SE DG SFORANO, RISCHIO COMMISSARIAMENTO”

OBIETTIVO DICHIARATO E' QUELLO DI COMPRIMERE DEFICIT DEL 2024 A 100 MILIONI, PER ABBATTERLO ULTERIORMENTE A "SOLO" 20-50 MILIONI CON LE RISORSE DEL FONDO SANITARIO REGIONALE, DEL PAY BACK FARMACEUTICO E CON I RISPARMI IN LEGGE DI BILANCIO. IN CASO DI FALLIMENTO DELLA CURA DIMAGRANTE DA PARTE DELLE AZIENDE SANITARIE, SCATTA RIMOZIONE VERTICI SOSTITUITI DAL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO GRIMALDI, IN BASE A LEGGE APPROVATA A NOVEMBRE

13 Gennaio 2025 08:04

Regione - Sanità

L’AQUILA – E’ conto alla rovescia, in Regione Abruzzo, per la comunicazione da parte dei quattro direttori generali delle Asl, dell’esito, con cifre messe nero su bianco, dei piani di rientro a cui sono stati obbligati per abbattere il deficit sanitario, a 100 milioni di euro, che senza alcun intervento sarebbe invece schizzato a fine dicembre alla cifra monstre di 2oo milioni di euro.

Buco che ha già costretto la riconfermata maggioranza di centrodestra di Marco Marsilio, di Fdi,  a dover tirare la cinghia nell’ultima legge di bilancio, mettendo da parte prudenzialmente 10 milioni per il 2024, e circa 31 milioni fino al 2027. Dopo che altri 120 milioni erano stati messi a copertura del deficit del 2023.

La scadenza per i quattro dg era quella del 31 dicembre, ma ovviamente, vista la complessità del consuntivo, spiegano dagli uffici regionali, è ragionevole dare un margine di tempo aggiuntivo. In base a quanto saranno riusciti a risparmiare le Asl, si potrà avere finalmente contezza a quanto ammonterà il deficit 2024,  abbattuto ulteriormente con le risorse del Fondo sanitario nazionale, le entrate del pay​ back farmaceutico e  i citati risparmi in bilancio, con l’obiettivo di arrivare ad una cifra tra i 20 e i 50 milioni di euro, del tutto rassicurante.

Ma appunto molto dipende dai “compiti a casa” assegnati ai quattro direttori generali Ferdinando Romano per la Asl provinciale dell’Aquila, rinnovato a giugno per un altro anno Thomas Schael per la Asl provinciale di Chieti, che andrà via entro marzo a fare il commissario della città della Salute di Torino, Maurizio di Giosia per la Asl di Teramo, confermati ad agosto 2023, Vero Michitelli per l’Asl di Pescara, nominato sempre ad agosto 2023.

Come è stato certificato della commissione congiunta Bilancio, presieduta da Vincenzo D’Incecco capogruppo della Lega, e Sanità, di cui è presidente Paolo Gatti di Fratelli d’Italia, del 27 settembre scorso, la Asl dell’Aquila deve centrare l’obiettivo di contenere il deficit a 30,8 milioni di euro, la Asl di Chieti a 46,8 milioni di euro, la Asl di Pescara a 19,8 milioni di euro e la Asl di Teramo a 32,8 milioni.

E sul loro operato pende la spada di Damocle del diktat del parere espresso dalla stessa commissione congiunta, che chiede perentoriamente alla Giunta regionale di “valutare le opportune iniziative”, leggasi commissariamento e tutti a casa, se i quattro manager delle Asl, a fine dicembre sforeranno del 20% il disavanzo dichiarato nei loro piani di rientro. E per tutti e quattro c’è l’obbligo anche di ridurre nel 2025 almeno al 70% il disavanzo macinato 2024.

Si è poi preso atto “favorevolmente dell’assenza di criticità sul conseguimento degli standard sanitari”, ovvero della garanzia messa nero su bianco dai quattro dg che i piani non incideranno sulla qualità del servizio, concentrandosi nella razionalizzazione della spesa farmaceutica, nell’esternalizzazioni delle forniture, dei vari servizi delle consulenze, senza toccare il personale, ad eccezione dei dipendenti delle coop e società esterne.





Un parere vincolante, e non più solo obbligatorio, quello della commissione congiunta, dopo che è stato approvato a giugno un emendamento  su iniziativa dello stesso Gatti e con il forte appoggio del presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia,  contro la posizione espressa in quella sede dall’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.

Esploso il bubbone del debito della sanità, Gatti ha del resto ha capitanato il fronte interno al centrodestra, che ha preteso di  dare centralità al consiglio regionale nella difficilissima partita del risanamento, con il consiglio protagonista delle scelte, e non relegato al ruolo di  spettatore e passacarte.

Determinando dunque un conflitto con la Giunta, dove Marsilio aveva ad agosto tentato, per poi fare un passo indietro, di istituire una Struttura tecnica di missione a lui rispondente e all’assessore Verì, dal costo di 1 milione di euro fino al 2026, con sedi a L’Aquila e Pescara, con un Titolare retribuito come un direttore regionale, oltre 140mila euro l’anno, con il compito di occuparsi del risanamento del debito sanitario, monitorando passo passo l’operato delle Asl e l’applicazione dei piani di rientro.

Poi a novembre in consiglio, dando seguito alla posizione perentoria emersa nella commissione congiunta, è passata una norma che istituisce una semplice task force tecnica dedicata alla riduzione del deficit e in cui si prevede che la Giunta regionale “potrà esercitare nei confronti delle Aziende Sanitarie le funzioni di indirizzo e coordinamento, direttiva e vigilanza compresa la verifica dei risultati aziendali conseguiti dai Direttori Generali”, e in caso “di accertata o persistente inerzia o inadempimento da parte degli organi delle Aziende Sanitarie abruzzesi nel compimento di atti o provvedimenti obbligatori esercita il potere sostitutivo”.

Il commissariamento si legge ancora nella norma “avverrà con il potere sostitutivo del direttore del dipartimento sanità”, che è da ottobre Emanuela Grimaldi.

Torniamo dunque ai conti della sanità abruzzese e del suo deficit: stando al testo dei piani di rientro nella loro ultima versione presentata a fine agosto, dopo una revisione rispetto ai documenti presentati all’assessorato a giugno, nella Asl di Pescara senza interventi il tendenziale a fine 2024 è stato calcolato ai 25.419.481 euro, e si prevede dunque un ventaglio di manovre da 5.000.000 di euro, per contenere il deficit a 19.898.291 euro.

La Asl chietina si è impegnata a mettere in campo risparmi per 15.979.490 euro, per far scendere il deficit a 44.926.969 euro, rispetto ai 60.906.458 euro che si registrerebbero senza alcun intervento.

Per quanto riguarda la Asl di Teramo, l’entità dei risparmi è di 12.387.933 euro, per contenere il deficit a dicembre a 32.823.926 euro, tenuto conto che la proiezione a dicembre del debito senza interventi è di 45.211.860 milioni.





Infine la manovra correttiva della Asl dell’Aquila prevede un recupero pari a 32.933.796 euro, rispetto ad un risultato economico tendenziale di 59.777.998 euro, riducendo dunque il disavanzo a 26.844.202 euro, quasi la metà rispetto al 2023.​

​Le Asl si erano dunque impegnate a ridurre il debito complessivo a 13​0 milioni circa, ​ rispetto al tendenziale monstre di 200 milioni.​ Poi con vari ricalcoli, è circolata la cifra di 100 milioni di deficit complessivo come obiettivo, ed anche l’importo dei tagli delle quattro Asl ha subito variazioni.

Una volta che i manager avranno fatto i compiti a casa, il deficit dovrà essere ulteriormente abbattuto grazie al Fondo Sanitario nazionale, che il governo ha aumentato, con l’Abruzzo che riceverà per i prossimi tre anni 2,9 miliardi circa,  con un incremento di 90 milioni di euro.

Manna dal cielo sono poi le risorse aggiuntive del pay back farmaceutico: in caso di superamento del tetto della spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera a livello nazionale,  questo meccanismo prevede che le aziende farmaceutiche debbano ripianare il 50% dell’eccedenza, tramite versamenti alle Regioni e al Ministero. Con il risultato che all’Abruzzo arriveranno  50 miliardi, ovvero 22 miliardi in più rispetto alla precedente ripartizione. E che saranno utilizzati appunto anche per ripianare il debito.

Poi ci sono i soldi scuciti direttamente dalla Regione, che nel bilancio di previsione ha destinato 20.040.000 euro per il 2025, 6.040.000 euro per il 2026 e 5.840.000 euro per il 2027 per la copertura del “potenziale disavanzo registrato al 31 dicembre 2024 del servizio sanitario regionale”, oltre che ad “interventi triennali in materia di trasporto aereo”, e anche 10 milioni per il 2024.

Cifra che il Collegio dei revisori dei conti, nel  suo parere, comunque positivo sulla legge di Bilancio, ritiene essere  non sufficienti perché potrebbero registrarsi ulteriori disavanzi, ritenendo opportuno “segnalare la necessità di destinare l’importo complessivo degli accantonamenti prudenziali nel triennio 2025-2027, finanziati da risorse autonome, al servizio sanitario regionale e a disposizione dell’eventuale emersione di un ulteriore disavanzo sanitario regionale pregresso e di competenza”.

Al di là di tutto, nell’ipotesi più rosea, come assicura già da maggio il capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimo Verrecchia, e come confermato ad Abruzzoweb dal senatore di Fdi e vicecoordinatore regionale di Fdi, Guido Liris, ex assessore regionale al Bilancio, il deficit sarà abbattuto a 20 milioni di euro.

Circola però negli uffici però un’altra cifra, più alta, intorno ai 50 milioni. Ma in entrambi i casi sarebbe un ottimo risultato, davanti allo spettro di 200 milioni di euro preventivati senza alcun intervento, che in linea di principio avrebbe aperto alche all’ipotesi di un nuovo commissariamento della sanità abruzzese, da cui si era usciti al prezzo di grandi sacrifici nell’autunno del 2016.

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