BULLISMO: SEI SCUOLE TERAMANE IN PROGETTO PROVINCIA

12 Gennaio 2011 15:49

Teramo - Cultura

TERAMO – Contrastare forme di disagio sociale che potrebbero sfociare in comportamenti devianti e in azioni di bullismo.

Questo il primo obiettivo del progetto “I colori della vita” promosso dall’Assessorato alle politiche sociali della Provincia di Teramo.

Sei gli istituti comprensivi in cui sarà svolto: a Martinsicuro, Alba Adriatica; Castellalto; Teramo, Istituto Comprensivo “F. Savini – San Giuseppe; Nereto e Cellino Attanasio.





I destinatari sono i minori fino a 14 anni, con una particolare attenzione a quelli stranieri e a quelli con difficoltà relazionali.

“I Comuni coinvolti, a parte il capoluogo, presentano caratteristiche simili sia dal punto di vista demografico sia dei servizi attivati – spiega il vice presidente della Provincia Renato Rasicci – un dato tuttavia accomuna tutte le realtà ed é la crescita della popolazione scolastica straniera la cui dimensione è tale da determinare la necessità di intervenire in maniera mirata e puntuale sulle dinamiche di relazione che, se lasciate a se stesse, possono diventare devianti e conflittuali”.

Martinsicuro, Nereto e Alba Adriatica sono i comuni dove si registra la più alta percentuale di stranieri, fra il 14 e il 15 per cento circa della popolazione: il totale dei minori che insistono sui territori coinvolti dalle attività progettuali sono 11.074, di cui 1.247 stranieri.

I beneficiari del progetto sono le famiglie, gli insegnanti e gli educatori.





Le criticità che si vogliono affrontare sono quelle che emergono dai Piani di zona degli Ambiti sociali.

In particolare, l’aumento di esigenze legate al trasporto e alla vigilanza dei minori di fronte a genitori che spesso lavorano fuori dalla zona di residenza; la scarsità e la mancata valorizzazione di azioni aggregative, socio-culturali ed educative che incentivino gli adolescenti a vivere meglio e di più i propri territori; la necessità di avviare azioni di prevenzione ed educazione nelle scuole; il monitoraggio dei rischi di devianza per poter intervenire tempestivamente con i servizi.

Il progetto si svilupperà nell’arco di sei mesi; si avvarrà dell’apporto professionale di tre psicologi/mediatori che affiancheranno la scuola e la famiglia e che, fra le altre cose, daranno vita a dei laboratori educativi 2 ore a settimana in ogni scuola.

“Si tratta di un modulo sperimentale che amplieremo a breve anche sulla base delle richieste che ci perverranno dalle direzioni didattiche – aggiunge il Vicepresidente – già questa mattina sono emerse alcune esigenze specifiche: prima fra tutte e comune a tutte le realtà coinvolte quella di utilizzare dei mediatori culturali di lingua cinese considerata la crescita esponenziale di questa etnia nella popolazione studentesca”.

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