L’AQUILA – Non saranno abbattuti i 469 cervi oggetto della delibera della Giunta regionale d’Abruzzo.
Lo ha deciso il Consiglio di Stato, Sezione Sesta, che ha sospeso il provvedimento accogliendo l’appello di varie associazioni animaliste e ambientaliste.
I giudici di secondo grado hanno ribaltato l’ordinanza del Tar Abruzzo che aveva rigettato il ricorso delle associazioni contrarie all’abbattimento degli animali.
Sarà proprio il Tar, ora, che dovrà pronunciarsi di nuovo nel merito, come stabilito nell’ordinanza del Consiglio di Stato del 7 novembre.
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia che in una nota esprimono “soddisfazione per il risultato ottenuto in difesa di animali che rischiavano di essere uccisi senza alcun motivo reale, se non per fare l’ennesimo regalo alla lobby venatoria che rappresenta un bacino elettorale importante per una certa parte politica”.
In una nota il presidente della giunta regionale Marco Marsilio e il vicepresidente ed assessore all’agricoltura, alla caccia e all’ambiente Emanuele Imprudente, scrivono: “prendiamo atto del pronunciamento con serenità e fiducia nei confronti dell’autorità giudiziaria, così come non abbiamo prodotto alcuna euforica considerazione in occasione della precedente ordinanza del TAR che non ha accolto la richiesta di sospensiva, argomentando la legittimità della procedura amministrativa. Restiamo fiduciosi in attesa del giudizio di merito, per il quale sarà fissata un’apposita udienza. Sarà infatti il TAR a valutare nel dettaglio i contenuti della deliberazione adottata dalla giunta regionale in merito al contenimento dei cervi”.
Intanto , secondo Michele Pezone, l’avvocato che ha curato il ricorso: “Si tratta di un precedente importante per chiarire che la programmazione venatoria deve essere fondata su dati certi, raccolti nelle modalità previste dalla legge. Cosa che non è avvenuta in questo caso, come conferma questa pronuncia del Consiglio di Stato. Una pronuncia che potrà valere anche per altre Regioni e riguardanti altri animali”.
“Il fatto che il Consiglio di Stato abbia ritenuto valide le nostre ragioni ci riempie di soddisfazione perché è la dimostrazione che eravamo e siamo nel giusto. Il Consiglio di Stato rimane un baluardo di legalità e di rispetto delle norme, sempre prezioso quando si tratta di arginare politiche che vanno contro gli animali e l’ambiente. Dedichiamo questa vittoria alle centinaia di migliaia di cittadini che hanno sostenuto le nostre iniziative a favore dei cervi abruzzesi e ai milioni di turisti che ogni anno affollano la Regione attratti dalla sua natura e dagli animali selvatici che la popolano”, dichiarano le Associazioni.
Spiega in una nota l’ambientalista Augusto De Sanctis: “La Regione Abruzzo era completamente inadempiente da anni sull’obbligatorio monitoraggio del proprio Piano faunistico venatorio nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica (Vas) come avevo evidenziato grazie anche ad un accesso agli atti che avevo attivato e le cui risultanze erano poi finite nel ricorso delle associazioni come argomento principe tra le censure rivolte alla decisione della regione. La Regione nel 2020 si era auto-vincolata, come d’altro lato prevede la norma europea sulla VAS, a monitorare l’applicazione del Piano faunistico attraverso la raccolta dei dati di decine di indicatori, tra cui lo stato delle popolazioni delle specie particolarmente protette come orso bruno, camoscio, lupo, aquila reale ecc”.
“Scrivono infatti nell’ordinanza i giudici del Consiglio di Stato che le motivazioni del ricorso ‘meritano adeguato approfondimento specie con riferimento alla questione dell’omesso monitoraggio’. Altro schiaffo sonoro rivolto dai giudici riguarda la questione della mancanza di prevenzione per gli incidenti stradali: nella Regione dei parchi abbiamo cero ecodotti!”.
“Da un lato sono contento di aver dato un contributo ma dall’altro vi è da rimanere basiti su come viene gestita la fauna selvatica nel nostro paese, visto che anche alcuni tecnici di ISPRA, come Genovesi e Riga, quest’ultimo che pure aveva scritto il Piano Faunistico regionale, avevano dato parere favorevole alla strage senza censurare il macroscopico buco nero che la Regione Abruzzo aveva nella raccolta dei dati ritenuti fondamentali proprio dall’istituto. Una figuraccia anche per ISPRA, insomma. Fa specie pensare che la Regione Abruzzo abbia investito soldi e tempo degli uffici per fare sparare i cervi quando non si censisce l’Orso bruno dal 2014. La regione avrebbe dovuto monitorare anche le azioni di prevenzione del bracconaggio, il disturbo alla fauna derivante dall’attività venatoria e tanto altro. Questa ordinanza è importante anche sul monitoraggio di tante altre questioni ambientali, dai rifiuti alle coste, dall’acqua alle bonifiche. Il monitoraggio è fondamentale per decidere correttamente e non è un orpello”, conclude De Sanctis.
“Una grande vittoria delle associazioni, della parte politica buona dell’Abruzzo e del Paese. Chiederemo formalmente la restituzione delle deleghe all’Ambiente, ai Parchi e all’Agricoltura dell’assessore regionale Imprudente, nonché le dimissioni. Dopo il goffo tentativo di tagliare il Parco Sirente Velino è il secondo frontale che prende”, commenta in una nota il consigliere regionale Pd Pierpaolo Pietrucci – L’unica battaglia che ho perso è quella che ho avuto paura di combattere. I nostri cervi e i piccoli cerbiatti sono salvi”.
“È un’ulteriore conferma che avevano ragione le associazioni ambientaliste e Alleanza Verdi-Sinistra che da subito in Consiglio Regionale ha contestato questa inutile mattanza dei cervi” commentano, in una nota, Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana ed Enrico Perilli, componente della segreteria regionale di Sinistra Italiana con delega ad aree interne e parchi.
“È la seconda volta che il vicepresidente della Regione, Imprudente, viene bocciato: era già accaduto con la riperimetrazione del Parco Sirente Velino. Questo ennesimo fallimento della giunta regionale conferma la sciatteria e superficialità nelle procedure amministrative, oltre che una totale mancanza di visione politica rispetto alla gestione del nostro territorio. Tutta l’impalcatura non stava in piedi dall’inizio. Continuiamo a chiedere che vengano messe in campo soluzioni alternative, come in altre regioni e che lo stesso Consiglio di Stato in questa ordinanza richiama: recinzioni, attraversamenti sicuri. Noi ribadiamo la richiesta di queste soluzioni alternative e di un vero censimento fatto da tecnici e non da cacciatori”.
Francesco Taglieri e Erika Alessandrini, consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, commentano: “Accogliamo con soddisfazione la decisione, da parte del Consiglio di Stato, di sospendere la caccia al cervo in Abruzzo. Si tratta di un passo di straordinaria importanza verso una pronuncia definitiva nel merito, la stessa per cui continueremo a lavorare come fatto fino ad oggi in stretta collaborazione con le associazioni del territorio, con le istituzioni locali che hanno mostrato una spiccata sensibilità e con i tanti volontari e attivisti che sono scesi in strada insieme a noi per protestare contro uno dei tanti provvedimenti folli della Giunta Marsilio. Adesso esultiamo per questo risultato ma, già da domani, continueremo a spenderci per la tutela di uno degli animali simbolo della nostra regione. Il nostro impegno non termina qui ma anzi, alla luce di questa sentenza, ne esce ancora più rafforzato e determinato ad andare avanti”.
“Le parole del Consiglio di Stato sono chiare e non lasciano spazio a dubbi quando recitano che ‘per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare in primo grado e, per l’effetto, sospende la delibera regionale impugnata’. Un’affermazione netta su cosa non può essere fatto, non nelle modalità e nei tempi che quest’amministrazione regionale aveva immaginato quando proponeva l’abbattimento di 469 esemplari predisponendo, peraltro, un tariffario per poterli uccidere, cuccioli e madri comprese. Come Consiglieri regionali abbiamo fatto moltissime audizioni nelle Commissioni del Consiglio regionale, chiedendo all’Assessore Imprudente, primo fautore di questa rinnovata stagione di caccia, di tornare sui propri passi, di ascoltare le infinite proteste levatesi dall’opinione pubblica italiana, di rendere merito agli studi che spiegano come la caccia non sia la soluzione più pertinente e di studiare, quindi, modelli nei quali la convivenza tra uomo e fauna selvatica è virtuosa e dunque possibile”.
“Altro passaggio di straordinaria importanza in questa sentenza è quello relativo all’omesso monitoraggio con riferimento al Piano faunistico venatorio nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica (‘… sia pure in esito alla sommaria delibazione propria della fase cautelare, si apprezzano profili di possibile fondatezza del ricorso di primo grado, che meritano adeguato approfondimento specie con riferimento alla questione dell’omesso monitoraggio’). Insomma, Imprudente e tutto il centrodestra sono stati sordi a qualsiasi alternativa, chiusi a riccio sui loro interessi anche quando cercavamo dialogo e spiegazioni, invece di propaganda e slogan elettorali. Non hanno mai voluto realmente aprire alla possibilità di rivedere questa scelleratezza, ed ora che il Consiglio di Stato si è pronunciato, dovrebbero fare ammenda con tutti gli abruzzesi per la pessima figura che hanno fatto fare alla nostra regione. L’assessore Imprudente, sconfitto in maniera così perentoria, dovrebbe altresì riconsegnare le deleghe del proprio mandato”, concludono Taglieri e Alessandrini.
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