CAPODANNO IN MONTAGNA CON IMPIANTI CHIUSI, IN ABRUZZO SI SCIA SOLO A ROCCARASO

31 Dicembre 2023 08:14

Regione - Cronaca

ROCCARASO – Vacanze di Natale illuminate di tutti i colori meno che del bianco della neve e adesso anche il capodanno sugli sci è rischio in Abruzzo, ovunque tranne che nell’Alto Sangro. Dall’apertura dell’8 dicembre, infatti, resta sulla cresta dell’onda, anzi della pista, soltanto il bacino sciistico di Roccaraso che conta attualmente 12 impianti aperti, compresi 2 di collegamento, sui 35 complessivi tra Aremogna, Monte Pratello e Pizzalto.

Amaro in bocca per tutte le altre stazioni sciistiche dove ad essere aperti al massimo sono uno o due impianti per arroccamento pedonale, utili per raggiungere baite, rifugi e chalet dove si può godere del panorama e magari scivolare con la slitta lungo qualche dunetta innevata ben lungi dal potersi dire pista da sci. Il problema infatti è tutto da ricondurre alle temperature, che se portano sotto lo zero la colonnina di mercurio per qualche ora, si rialzano presto non garantendo il freddo continuo di cui i cannoni sparaneve hanno bisogno.

“Il segreto di Roccaraso? È il nostro impianto di innevamento programmato all’avanguardia – spiega ad Abruzzoweb Roberto Del Castello, proprietario dei plessi sciistici dell’Aremogna e di Monte Pratello – che ci permette di innevare e rendere operative le piste con sole 26 ore di freddo non consecutive”.





Durante queste vacanze di Natale allora: “Tante giornate di sole, gente che si diverte – prosegue Del Castello – e che continua a farci i complimenti perché giustamente ci dice ‘Ma dove l’avete presa questa neve?’. In realtà non ci sono più le condizioni per sparare altra neve salvo che in un unico, piccolo punto dove siamo a -8 gradi, a 1400 metri. Così abbiamo portato lì i cannoni e laddove altre piste necessitano di qualche aggiunta, andiamo lì con i camion, la carichiamo e la trasportiamo dove serve”, aggiunge con soddisfazione, grazie al fatto che la neve artificiale ha maggior tenuta di quella naturale.

Eppure anche sulle piste “non c’è quel pienone che ci si aspettava. Evidentemente – commenta Del Castello – tanta gente pensa che non sia veritiera questa storia o vorrebbe tutto il comprensorio aperto, o ancora pensa che con soli 10 impianti aperti ci siano le resse, invece tutto è fruibile tranquillamente. Avrei dato la colpa al carovita se ci fosse stata neve su tutto il comprensorio e avessimo avuto la stessa situazione di affluenza. Staremo a vedere”, conclude l’imprenditore degli impianti roccolani.

Per il resto, nella provincia dell’Aquila, stessa situazione a Campo Felice, Ovindoli e a Pescasseroli dove sono aperti soltanto un impianto per ciascuna stazione solo per i pedoni, con tutte le piste chiuse.

A Campo di Giove invece tutto il bacino è chiuso: il gestore Ugo Salvi approfitta dell’assenza di neve e allo stesso tempo dell’impianto di innevamento artificiale, per cambiare la prima metà dei seggiolini vecchi dell’impianto: “Sfortunatamente – dice Salvi ad Abruzzoweb- ci sono stati problemi di consegne e sono dovuto andare a prendere io all’Aquila una parte dei seggiolini da sostituire. Adesso ci auguriamo che arrivino altre consegne, per completare l’opera” che, comunque, non determina l’apertura degli impianti: se stanotte dovesse per miracolo cadere un metro di neve infatti, “Domani rimonteremmo i nuovi che abbiamo – spiega Salvi – e avremmo un buon 50% di sedute nuove. Per la restante parte qualche sciatore dovrebbe sacrificarsi a sedersi su quelli consumati che si inzuppano di acqua in caso di precipitazioni, ma in questi giorni, con questo tempo, nessuno rischierebbe di bagnarsi”, conclude il gestore.

Aperta la telecabina “Le Fosse – Monte Arso” per l’arroccamento anche alla stazione Monte Magnola di Ovindoli. Il gestore Giancarlo Bartolotti confida nell’avvicinarsi “dell’1, 2 e 3 gennaio, quando sono previsti 15 centimetri di neve al giorno. Verso il 6 ci sarà un abbassamento della temperatura e altra neve, ma è impossibile avere un programma di aperture preciso basato sulle previsioni metereologiche”.





Ma ormai i gestori sembrano avvezzi all’attesa. L’esordio della stagione infatti si fa spesso aspettare, tant’è che l’anno scorso si è cominciato a sciare il 19 gennaio. Ad ogni modo, l’affluenza pedonale al momento è “Briciole – commenta Bartolotti -, rispetto a quando si scia”.

A Campo Felice tutti e 15 gli impianti sono chiusi “Salvo per la seggiovia Brecciara per i pedoni. Abbiamo fatto un po’ di neve artificiale – spiega ad Abruzzoweb Gennaro Di Stefano, gestore degli impianti – ma se non si susseguono almeno 3 notti di temperature basse non riusciamo a completarle. Una notte di innevamento artificiale costa circa 20mila euro anche se è tutto molto variabile, dipende dalle temperature, dalle fasce orarie, da quanti cannoni si accendono, dal personale ecc”.

“Un po’ di gente è venuta però non c’è un grande movimento. Rifugi sugli impianti, shalet, chioschi, ristoranti sono aperti, ma in sostanza si viene per sciare e purtroppo siamo fermi”, spiega Di Stefano.

“Non credo che ci sia poca affluenza per il carovita. Credo che se ci fosse stata neve sarebbe stato tutto pieno. Le prenotazioni c’erano: per alberghi e residence dell’altopiano Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo e Ovindoli era tutto esaurito da Natale fino al 6 gennaio. Poi hanno disdetto perché non c’era neve e la maggior parte sta continuando a disdire”.

E a Campo Imperatore,  saltato il Natale sul Gran Sasso, la speranza è di recuperare parte della stagione mentre si accende la polemica politica, dopo che la funivia che porta sulla vetta più alta dell’Appennino è stata fermata dal Ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti in seguito ad un esposto di un cittadino che segnalava problematiche sulle quattro funi dell’impianto che porta in sette minuti migliaia di turisti e lavoratori nella stazione invernale di Campo Imperatore, a circa 2.200 metri.

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