PESCARA – “Auguri….all’acqua del Gran Sasso” così il Forum H2O sulla nomina del nuovo commissario sull’emergenza idrica del Gran Sasso, esprimendo il proprio giudizio sia sulla struttura commissariale in sé sia sulla nuova figura, Pierluigi Caputi, incaricata nei giorni scorsi dal Ministro Salvini.
Dichiara Renato Di Nicola, portavoce del Forum H2O “Le nostre valutazioni sono sempre basate sui fatti e sui risultati. Nel caso in questione abbiamo avuto modo di conoscere le posizioni del neo commissario Caputi quando, prima del suo pensionamento, ha retto per molti anni il settore dei Lavori Pubblici della Regione Abruzzo responsabile proprio della gestione dell’acqua nel nostro territorio, Gran Sasso compreso. Ebbene, crediamo che l’attuale situazione del ciclo idrico nella regione, tuttora piena di criticità, parli da sola”.
“Abbiamo criticato il Piano di Tutela delle Acque, il più importante strumento di gestione per il ciclo idrico, predisposto a suo tempo, stiamo parlando del 2010, dagli uffici di Caputi e poi approvato dalla Giunta Regionale, giudicandolo assai carente rispetto agli obiettivi comunitari da perseguire in materia di qualità delle acque. Ci fu uno scontro molto duro, assieme a tante associazioni chiedevamo regole realmente stringenti e concrete per migliorare una situazione deficitaria; ci trovammo di fronte a un muro refrattario alzato proprio da Caputi. Dopo oltre dieci anni come stanno i nostri fiumi? Le nostre falde? Chi aveva ragione?”
Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum H2O “Nel 2019 avevamo giudicato negativamente il varo di una struttura commissariale per il Gran Sasso, perché avrebbe ulteriormente deresponsabilizzato i vari enti competenti, a partire dalla stessa regione Abruzzo, aggiungendo nuove figure a un quadro già complesso. Risultati? Sono passati quattro anni e non c’è neanche il progetto esecutivo della messa in sicurezza e le relative Valutazioni Ambientali obbligatorie. Anzi, nel frattempo è stato nominato un secondo Commissario per l’autostrada le cui competenze sui tunnel del Gran Sasso si intersecano con quelle del commissario sull’acquifero, tanto che per dirimere la nuova matassa creata dal Parlamento c’è voluto un accordo tra i due commissari (sic!). Altre carte invece dei lavori. Non si faceva prima a nominarne uno solo invece di moltiplicare gli incarichi?”.
“Ora, corsi e ricorsi storici, l’allora direttore regionale dei Lavori Pubblici che doveva occuparsi proprio del Gran Sasso è stato richiamato dalla pensione per fare il commissario di Governo sulla medesima realtà. Ricordiamo che la regione nel 2011 aveva istituito un Tavolo tecnico specifico proprio sulla situazione del Gran Sasso, che fece poco o nulla nonostante ci fosse la piena consapevolezza delle gravi irregolarità presenti nel sistema Gran Sasso. Il verbale di una famosa riunione del 13 ottobre 2014, simbolo a nostro avviso dell’inerzia degli enti coinvolti, riporta frasi a nostro avviso a dir poco sconcertanti dello stesso Caputi nel suo ruolo di direttore regionale”.
“Al rappresentante dei laboratori di fisica che faceva presente che i lavori di impermeabilizzazione non avrebbero eliminato il problema della distanza minima da rispettare in base alle norme dai punti di prelievo dell’acqua potabile, cosa poi esplosa grazie ai nostri esposti del 2017 e divenuta centrale non solo nel commissariamento ma anche nella vicenda processuale, con tanto di sequestro della captazione da parte della Procura di Teramo, Caputi evidenziava “che tutto il Laboratorio è ubicato all’interno dell’acquifero e quindi non assume rilevanza la distanza dal punto di prelievo” (sic!)”.
“Cioè, invece di disporre l’immediato allontanamento delle migliaia di tonnellate di sostanze pericolose usate nei laboratori appunto in violazione della distanza minima fissata dalla legge, l’allora dirigente regionale ribaltava la realtà. Ora nel suo nuovo ruolo dovrà predisporre ed eseguire un progetto che invece affronta e risolve, tra l’altro, proprio questo aspetto…Speriamo quindi in un ravvedimento operoso rispetto all’infelice posizione assunta dieci anni or sono”.
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