PESCARA – Le segreterie regionali maggiormente rappresentative della Polizia Penitenziaria abruzzese, nel denunciare “il grave stato in cui versano gli istituti abruzzesi” hanno dichiarato lo stato di agitazione, e preannunciano l’avvio di una serie di iniziative di protesta “con le modalità che saranno ritenute necessarie”, e che saranno comunicate di volta in volta agli organi di stampa.
Scrivono nella nota: “in questi ultimi anni abbiamo visto un generale peggioramento delle condizioni di lavoro e di vivibilità all’interno degli istituti, dove si lavora in uno stato di continua sofferenza, dove i diritti soggettivi sono un lontano ricordo”.
In particolare i sindacati denunciano “carenze di organico, sovraffollamento detenuti, presenza di soggetti reclusi con problemi psichiatrici, ricorso ordinario allo straordinario ed una mala-gestione dei detenuti creano tutte le condizioni necessarie per far si che i Poliziotti penitenziari siano maltrattati, aggrediti e talvolta perfino malmenati, tutto questo in quel che appare come un vero e proprio disinteresse da parte dell’Amministrazione Penitenziaria”.
Per questi motivi i sindacati chiedono all’amministrazione penitenziaria di intervenire urgentemente con provvedimenti anche straordinari, “prima che la situazione degeneri ulteriormente”.
“Questo stato di abbandono deve cessare, i Poliziotti Penitenziari hanno bisogno di svolgere il proprio compito nelle migliori condizioni possibili, nelle condizioni previste dai contratti e dalle norme che regolano la vita penitenziaria. Chiediamo ai competenti uffici di avviare una revisione delle piante organiche, non più rinviabile, di intraprendere una politica gestionale degli istituti improntata a rendere sicuro il lavoro della Polizia Penitenziaria, l’invio immediato di poliziotti a supporto degli istituti più in sofferenza, la ripresa del progetto di revisione dei circuiti penitenziari regionali– ad oggi in tutti gli istituti abruzzesi convivono circuiti spesso incompatibili tra loro e che aumentano le difficoltà gestionali dei reclusi –, la riduzione o comunque un’equa distribuzione delle presenze di detenuti psichiatrici, di provvedere anche all’incremento delle figure essenziali nelle carceri abruzzesi come psichiatri e educatori, al momento abbiamo una percentuale altissima di detenuti con problemi mentali e gli psichiatri si vedono poche volte al mese; per non parlare degli educatori che sono così pochi da rendere necessario il supporto dei Poliziotti penitenziari per le ordinarie mansioni d’ufficio delle rispettive aree pedagogiche”,
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