CARO AFFITTI L’AQUILA: “SITUAZIONE PEGGIORATA”. UDU, “POCHI ALLOGGI, CAPITALE CULTURA NON AIUTA”

di Azzurra Caldi

23 Settembre 2024 08:44

L'Aquila - Scuola e Università

L’AQUILA – “A distanza di un anno la situazione del caro affitti in città è addirittura peggiorata e, oltre alla costante carenza di alloggi pubblici, non aiuta l’appuntamento con L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026, che sta accelerando il già avviato processo di trasformazione di case in B&b a scopo turistico e incentivando gli affitti brevi. Quello che ne viene fuori è un quadro sempre più sconfortante per gli universitari”.

A riferirlo, ad AbruzzoWeb, è Dario De Viti, componente esecutivo e tesoriere dell’Udu, l’Unione degli universitari dell’Aquila.





Criticità – denunciate dall’Udu anche negli anni passati con tendate, presidi, flash mob – che, secondo quanto emerso dalle prime testimonianze, sono destinate ad aumentare in vista del prossimo anno accademico.

“L’università dell’Aquila conta circa 16mila studenti, di questi quasi la metà sono fuori sede – spiega De Viti – resta un tema da affrontare con urgenza se vogliamo garantire il diritto allo studio ai tanti ragazzi che hanno deciso di ‘investire’ sul nostro territorio. Ad oggi, nel capoluogo regionale, una stanza singola arriva a costare fino a 350 euro, mentre la media si aggira intorno ai 250 euro, un aumento considerevole rispetto allo scorso anno, quando si viaggiava sui 200-220 euro”.

Ma il problema non sono solo i costi lievitati: “Si fa fatica proprio a trovare disponibilità – sottolinea De Viti – Sono anni che, complice il rilancio turistico della città, molti proprietari preferiscono trasformare abitazioni in bed and breakfast o comunque strutture ricettive, soprattutto in centro, contribuendo a complicare una ricerca in molti casi disperata, con molti costretti a far fronte a spese insostenibili a condizioni discutibili. A peggiorare la situazione il richiamo dei tanti turisti che arriveranno nella città capitale italiana della cultura, un’opportunità di guadagno, evidentemente, ben più vantaggiosa per i privati che già prediligono la formula degli affitti brevi”.

Resta poi la questione degli alloggi pubblici: “Quando è stata chiusa la Campomizzi, dove erano disponibili fino a 300 posti, sono stati assegnati solo i 100 disponibili nel complesso ‘Il Moro’, perdendo così 200 alloggi.  Per non parlare del collegio di merito Ferrante d’Aragona – nelle intenzioni con 150 alloggi e 600 posti letto gratuiti o basso costo – un progetto ancora al palo”.





E ancora: “In troppi casi i privati dimostrano quasi una ‘fobia’ per gli studenti stranieri, quelli in Erasmus, molti dei quali l’anno scorso non trovando disponibilità sono stati costretti a ripartire”.

“Senza interventi decisi e concreti la situazione non può che peggiorare, insieme all’aumento della domanda crescono anche i prezzi

 

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