ROMA – Per oggi era previsto uno sciopero che però è stato stoppato dalla Commissione di garanzia per “mancato preavviso”. Resteranno comunque fermi migliaia di mezzi di imprese di autotrasporto, 70mila secondo le stime, che hanno deciso di non caricarsi di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità di far fronte da sole agli aumenti record del costo della benzina.
In una nota ieri Trasportounito ha avvertito che “solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno, non sarà di quattro volte maggiore”.
“Ciò accade indipendentemente da qualsiasi sostegno e coordinamento – ha affermato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – fornito dalla nostra Associazione a livello nazionale”.
Per oggi era previsto uno sciopero che però è stato stoppato. A fermare i giganti dell’autotrasporto è stata la Commissione di garanzia per lo sciopero per “mancato preavviso”.
In una comunicazione del 12 marzo inviata a Trasportounito-Fiap e ai ministeri delle Infrastrutture e Interno, il commissario delegato della Commissione, Alessandro Bellavista, aveva fatto notare il “mancato rispetto del termine di preavviso di 25 giorni” e aveva richiamato “l’obbligo di predeterminazione della durata dell’astensione”.
Le aziende del settore avevano annunciato la sospensione a livello nazionale dei loro servizi per “causa di forza maggiore”, cioè per l’esplosione dei costi del carburante in seguito all’invasione russa in Ucraina.
La possibilità della protesta da giorni fa temere il blocco delle merci, in particolare dei prodotti alimentari, e dei rifornimenti di carburante tanto che si sta assistendo da giorni ad una corsa a all’acquisto di pasta, zucchero, farina, olio e riso e con file di auto alle pompe di benzina .
Intanto per domani è previsto un incontro tra le organizzazioni del settore e la viceministra alle Infrastrutture Teresa Bellanova: sul tavolo ci sono per ora 80 milioni di aiuti.
E partirà questa sera la protesta dei benzinai contro il caro-carburante: gli impianti rimarranno al buio durante le ore notturne, in Piemonte come nel resto d’Italia. Il servizio self-service è garantito.
“Esporremo un cartello – fa sapere Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti, l’associazione dei gestori – per spiegare agli automobilisti il senso dell’iniziativa. La nostra decisione di spegnere le luci potrebbe comportare qualche disagio per i consumatori, ma pensiamo di avere la loro solidarietà, perché noi e loro siamo ugualmente vittime”.
La categoria lamenta una situazione sempre più insostenibile. Benzina e gasolio aumentano, sottolinea l’associazione ma il ricavo dei benzinai rimane fisso: circa 3 centesimi e mezzo al litro, qualunque sia il costo dei carburanti, perché viene calcolato al litro e non sul prezzo del carburante.
In compenso, i litri venduti calano proprio a causa dell’incremento dei prezzi: dalle rilevazioni presso gli impianti condotte da Faib-Confesercenti risulta che nell’ultima settimana i consumi sono già scesi del 15%.
“È necessario – conclude Nettis – diminuire subito la tassazione su benzina e gasolio per raffreddare i prezzi, altrimenti né le imprese, né i consumatori riusciranno a reggere ancora a lungo”.
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