OFENA – “Questa mattina alle cinque mi sentivo un po’ osservato, poi mi sono accorto delle pattuglie, una dei carabinieri e due della polizia, a presidiare il luogo della partenza delle mucche in marcia per Roma. La misura è colma, si ritroveranno le vacche dentro il parlamento senza avvisare nessuno”.
È un’altra pagina del “diario” dell’allevatore abruzzese Dino Rossi, dell’Associazione per la cultura rurale (Acr), che nei giorni scorsi aveva annunciato una clamorosa protesta, poi bloccata dalla Questura dell’Aquila, contro il caro carburante. La protesta era in programma proprio per oggi, con partenza dalla sua stalla di Ofena (L’Aquila) e marciando verso Roma con mucche al seguito.
“Uno spiegamento di forze dell’ordine per bloccare una giusta protesta per il problema che attanaglia le nostre aziende agricole – osserva Rossi -, iniziando dalle aree protette dove gli ungulati, cervi e cinghiali si riproducono indisturbati e poi divorano i nostri campi agricoli; e poi il salasso dei consorzi di bonifica, che ogni anno aumentano la tassa, l’energia elettrica triplicata e infine la spada di Damocle: il caro gasolio che è arrivato a costare 1,60 euro”.
La notizia, spiega Rossi, ha avuto una importante risonanza a livello nazionale, tanto che, questa mattina, si sono affacciate anche le telecamere del programma di Canale 5 MorningNews: “In azienda erano presenti alcune rappresentanze di agricoltori abruzzesi e la marineria di Pescara che ha esternato le loro difficoltà, sempre in relazione al caro gasolio: mentre noi dobbiamo vendere 4 litri di latte per un litro di gasolio a prezzo agevolato, loro devono vendere 2 chili di frittura, per non parlare dell’olio motore arrivato a costare più dell’olio d’oliva”.
“Quello che ci sconcerta è il silenzio assordante delle organizzazioni agricole, della politica indigena di quelli che si presentano quando ci sono le lezioni, delle televisioni locali per le quali noi tutti paghiamo il canone forzatamente tramite la bolletta della energia elettrica”,
“Ci auguriamo che il governo si svegli e avvii qualche procedimento, altrimenti si ritroveranno le vacche dentro il parlamento senza avvisare nessuno. La misura è colma, non possiamo finanziare né una guerra e tanto meno il reddito di cittadinanza attraverso il caro gasolio visto il prezzo al barile in ribasso”, conclude Rossi.
QUI IL LINK DELLA TRASMISSIONE
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