PESCARA – Vacanze estive più care ma anche più corte, per molti un miraggio a causa degli aumenti che rendono sempre più proibitivi soggiorni e spostamenti e anche in Abruzzo, con l’arrivo della bella stagione, crescono le polemiche sul caro prezzi.
Da Stintino a Rimini, da Jesolo a Gallipoli: il mare è sempre il re incontrastato delle ferie estive italiane, amato sia dagli italiani che dagli stranieri, anche quando a essere salata non è solo l’acqua ma anche i prezzi.
Secondo l’osservatorio Panorama Turismo – Mare Italia di Jfc, la vacanza balneare costerà in media il 12,6% in più rispetto allo scorso anno.
Nel complesso il fatturato toccherà 32 miliardi 911 milioni con un +9,1% rispetto al 2022 e un +3,3% rispetto al 2019. Sono previste poco più di 415 milioni di presenze con un incremento del 3,2% sul 2022 e un più modesto +0,8% sul 2019.
Anche AbruzzoWeb si è occupato del tema dopo le tante segnalazioni arrivate dalla costa abruzzese, in particolare dalla Via Verde della Costa dei Trabocchi, con gli addetti ai lavori che hanno provato a ridimensionare il fenomeno, come Riccardo Padovano, presidente del Sib Abruzzo, che ha spiegato: “I costi sono aumentati ovunque e in qualsiasi settore, anche lungo la nostra costa gli operatori turistici hanno dovuto fare i conti con i rincari. Gli stabilimenti comunque stanno provando a frenare gli aumenti sotto il 10%”.
La Cna Turismo ha invece parlato di un Abruzzo a due velocità, “con l’entroterra in sofferenza e tanti posti ancora disponibili in hotel e strutture ricettive varie, prezzi superiori del 30% rispetto ad altri territori e la richiesta di almeno tre notti per accettare la prenotazione, fattore che inevitabilmente penalizza il turismo dei week-end, il cicloturismo e il trekking”.
Quanto ai prezzi, ha spiegato il presidente di Cna Turismo Abruzzo Claudio Di Dionisio: “viaggiamo mediamente a quote più alte del 30% rispetto ad altri territori, e non è giustificabile. Con il risultato di essere più deboli rispetto a regioni concorrenti che vedono affluire famiglie grazie a costi ridotti”.
Il rincaro dei prezzi, ha sottolineato Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc e dell’osservatorio, “non sarà un affaire solo italiano ma riguarderà anche i principali rivali (Spagna, Grecia, Croazia, Costa Azzurra). Ma nonostante gli aumenti e anche il meteo (che non è stato finora molto favorevole) ci sarà una buona ripresa rispetto non solo alla passata stagione estiva, ma anche nei confronti dell’estate 2019, quella pre-pandemia”.
Nell’estate 2023 le previsioni del sistema balneare nella sua complessità indicano appunto un fatturato di 32 miliardi 911 milioni di euro con un aumento del +9,1% rispetto al 2022 (30 miliardi 152 milioni) e del +3,3% rispetto al 2019 (31 miliardi 857 milioni).
Nello specifico quello generato dalla clientela italiana sarà pari a 24 miliardi 871 milioni mentre quello della clientela straniera pari a 8 miliardi 40 milioni.
“Certo bisogna considerare – ha fatto notare Feruzzi – che tali incrementi di fatturato sono prevalentemente condizionati dall’aumento dei prezzi della vacanza balneare nel suo complesso”.
Aumentano però anche le presenze: ne sono previste poco più di 415 milioni con un incremento complessivo del 3,2% rispetto alla passata stagione estiva 2022 (402 milioni 203mila) e un più modesto +0,8% sul 2019 (411 milioni 890mila).
“Se le presenze degli italiani si assesteranno sui 333 milioni 922mila, un incremento decisamente più interessante -ha spiegato Feruzzi – sarà quello della clientela straniera, che si stima si assesterà sugli 81 milioni 84mila presenze, pari a un +12,7% sui dati consuntivi dell’estate scorsa, che ne ha registrate complessivamente 71 milioni 966mila”.
Infine la durata media della vacanza principale estiva: sarà, nel 2023, pari a 10,4 giorni, precisamente inferiore di un giorno rispetto alla durata della vacanza principale consumata la scorsa estate.
A tal proposito è interessante notare come la durata media si alzi man mano che sale l’età degli Italiani in vacanza: dagli 8,5 giorni di chi ha un’età compresa tra i 18 ed i 29 anni ai 10,7 giorni dei 50-59enni fino alle due settimane per chi ha oltre settant’anni.
Download in PDF©