TERAMO – Arriva l’aut aut politico: la spaccatura nella maggioranza di Teramo si ricomporrà in occasione del consiglio comunale di lunedì mattina solo se un altro ente – cioè la Provincia – mostrerà il proprio impegno sull’istanza di dissequestro del Liceo e convitto Melchiorre Delfico chiuso dalla Procura.
Lo dicono senza mezzi termini i consiglieri Valentina Papa e Simone Mistichelli, i “ribelli” della maggioranza che giovedì hanno contribuito a far cadere il numero legale dell’assemblea civica prima del voto sulla variante urbanistica necessaria per installare i Musp nell’area dell’Istituto Forti nel quartiere Cona, misura emergenziale per far fronte proprio alla chiusura del Delfico.
“Non è assolutamente in discussione la nostra lealtà nei confronti dell’amministrazione D’Alberto”, scrivono in una nota 48 ore dopo i fatti in consiglio. Nel loro mirino c’è soprattutto il presidente della Provincia Camillo D’Angelo, titolare della vicenda.
“Siccome stiamo parlando di un tema di altissimo rilievo politico, civile e amministrativo, non intendiamo degnare della minima considerazione le sgangherate e inopportune dichiarazioni del presidente della Provincia”, scrivono. “Sul piano formale, osserviamo soltanto che toni inurbani non aiutano il confronto e la disamina dei problemi e la conseguente ricerca delle soluzioni più confacenti”.
Quindi ancora: “Sul piano, invece, della sostanza politica, ci sembra persino pleonastico ripetere quello che abiamo detto in altre occasioni: non apparteniamo ad alcuna cordata, corrente, gruppo e gruppuscolo, essendo il nostro piccolo impegno di natura esclusivamente civica. Crediamo di essere soli, ma in buona compagnia delle nostre convinzioni, delle nostre coscienze e degli impegni di rappresentanza dei cittadini che abbiamo assunto candidandoci e risultando eletti. Saremo, d’altra parte, ovviamente felici se altri consiglieri si ritroveranno in questa analisi e in queste considerazioni”.
“Troviamo, peraltro, da cittadini e da osservatrori esterni, francamente surreali, nel momento difficile che vive la nostra comunità, per tacere delle grandi questioni che inquietano in questi giorni il mondo intero, i piccoli dibattiti interni ai partiti sul futuro politico di questo o di quell’esponente, dibattiti che crediamo facciano oggi solo amaramente sorridere”.
Poi nel merito della questione: “Venendo al problema del Delfico, riteniamo risulti di tutta evidenza la sua decisiva rilevanza culturale, civile, sociale ed economica, sia per le condizioni e le sacrosante aspettative di tutti i suoi studenti e utenti, sia per il destino della nostra città. Non stiamo quindi a ripetere qui cose già dette da tutti e a ognuno note. Per Teramo, dopo il Delfico c’è solo il Delfico, nella sua sede storica, come patrimonio prezioso e irrinunciabile della nostra comunità”.
“Riteniamo quindi inaccettabile che sull’iter dell’istanza di dissequestro della prestigiosa struttura, e sulle necessarie integrazioni delle sottese perizie, nonché sulle responsabilità per non aver progettato ed eseguito da anni i necessari lavori, sia calato un silenzio paragonabile a quello di misteri come Ustica e il delitto Moro. I cittadini hanno diritto di sapere tutto e subito”.
“Riteniamo parimenti inappropriato il tentativo di far passare un provvedimento come quello all’esame del consiglio comunale come mero atto burocratico, se non addirittura dovuto, senza dibattere del futuro del Delfico e di quello che, come istituzioni, bisogna fare urgentemente e senza indugio”.
“Conseguentemente, nel prossimo consiglio di lunedì il nostro voto sarà favorevole al provvedimento solo se perverrà al consiglio comunale un vincolo d’intenti dell’amministrazione provinciale, con dettaglio delle relative tempistiche, a svolgere senza ritardi le perizie suppletive e a presentare celermente la ormai famosa istanza di dissequestro, unitamente al solenne impegno a consentire il rientro degli studenti nella struttura sino all’inizio dei necessari lavori e, se tecnicamente possibile, a permettere il funzionamento del Delfico anche durante l’esecuzione delle opere necessarie, eseguendo i lavori per blocchi”.
Quindi il messaggio al sindaco Gianguido D’Alberto: “Ci sembra, a questo punto, persino superfluo precisare che non è assolutamente in discussione la nostra lealtà nei confronti dell’amministrazione D’Alberto. Al contrario, la nostra posizione vuole rappresentare invece un invito e uno stimolo costruttivo, che speriamo vengano compresi nella loro sincerità e anzi fatti propri dall’amministrazione e da tutti i consiglieri, a ritrovare lo smalto iniziale dell’amministrazione, che a volte rischia di apparire ai cittadini alquanto offuscato. Ricordando sempre che siamo qui tutti, sindaco, giunta, maggioranza e opposizione, per espletare la nostra funzione con disciplina e onore, oltreché con cura e scrupolo, nell’esclusivo interesse della comunità amministrata”.
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