CASO QUAGLIERI: SEQUESTRO DEI CELLULARI, CASSAZIONE ANNULLA DECRETO DELLA PROCURA

13 Novembre 2024 12:30

Regione - Politica

L’AQUILA – La Corte di Cassazione penale ha annullato il decreto di sequestro dei cellulari e dispositivi informativi dell’assessore regionale al Bilancio e allo Sport Mario Quaglieri, di Fratelli d’Italia, disposto dalla Procura dell’Aquila il 19 giugno scorso, dopo una perquisizione disposta nell’ambito dell’inchiesta sul presunto peculato per l’utilizzo di una sim del Comune di Trasacco, dove il politico è stato due volte sindaco. Il processo con giudizio immediato, ovvero senza udienza preliminare, è previsto il 10 dicembre prossimo. I cellulari erano stati comunque già restituiti materialmente a Quaglieri.

A renderlo noto è l’avvocato Carlo Polce, del Foro di Avezzano, che assiste il campione assoluto di preferenze alle regionale del 10 marzo, con quasi 12mila voti,  e che subito dopo il blitz del 19 giugno scorso aveva affermato che si trattava di un abbaglio giudiziario. La vicenda è un filone dell’inchiesta principale, sul presunto conflitto di interessi di Quaglieri, nel suo ruolo di medico chirurgo presso le cliniche private, e di presidente della commissione Sanità prima, e di assessore al Bilancio poi.

Il decreto di perquisizione, disposto dal pm Marco Maria Cellini, ora al Tar di Palermo, con il coordinamento passato nelle mani della dottoressa Roberta D’Avolio, e i conseguenti verbali di sequestro,  ricorda l’avvocato Polce, erano stati censurati “dinanzi al Tribunale del riesame  adducendo l’insussistenza del ‘fumus commissi delicti’, nonché la non astratta configurabilità dei reati ascrittigli con richiesta del dissequestro dello smartphone e degli altri dispositivi informatici”.





Con ordinanza dell’11 luglio il Tribunale del riesame ha rigettato però l’impugnazione, confermando il decreto di sequestro probatorio.

“L’assessore Quaglieri – prosegue dunque Polce -, convinto dell’ingiustizia dell’accusa, ricorreva per Cassazione al fine di ottenere l’annullamento della misura di sequestro probatorio, per essere stata emanata in assenza di qualsiasi indizio di reità a suo carico, essendosi egli sempre dichiarato estraneo ad ogni ipotesi accusatoria”.

E così  con dispositivo del 7 novembre, la Corte di Cassazione penale, VI Sezione, ha dato ragione a Quaglieri, disponendo “l’immediata restituzione di quanto in sequestro all’avente diritto”.

L’avvocato Polce attende ora il deposito della motivazione della sentenza della Suprema Corte, per ulteriori valutazione.

La vicenda giudiziaria riguarda l’utilizzo da parte di Quaglieri, dal 2013 al 2024. di una sim telefonica intestata e pagata per un totale di 6.621 dal comune Trasacco, dove l’ora assessore regionale è stato sindaco per due mandati, dal maggio del 2012 ad ottobre 2018 quando si dimise per candidarsi alle regionali del febbraio 2019, e poi consigliere comunale dal maggio del 19 ottobre 2022.





L’esponente di Fratelli dovrà affrontare il processo con giudizio immediato, ovvero senza udienza preliminare, il 10 dicembre prossimo, assieme al sindaco di Trasacco Cesidio Lo Bene e al funzionario del Comune Riccardo Tomasetti, accusati di falsità materiale falso e depistaggio.

La vicenda del telefonino rientra in un filone secondario dell’inchiesta principale, sempre da parte della procura della Repubblica dell’Aquila, che indaga con le ipotesi di reato che qui tutte da dimostrare di abuso d’ufficio in concorso e falsità in atti d’ufficio, relativa al doppio ruolo medico e chirurgo con contratto di collaborazione esterna nella clinica Di Lorenzo di Avezzano, e nello stesso tempo di consigliere regionale, presidente della commissione sanità, dal 2019 al dicembre 2022, e poi assessore regionale al Bilancio al posto di Guido Liris, eletto senatore, carica nella quale è stato rinominato dopo la storica conferma il centro-destra alle elezioni di marzo scorso. In particolare Quaglieri non si è astenuto in occasione di due delibere di giunta che riguardavano anche la clinica dove l’assessore medico tra buona parte del suo reddito. Indagata anche per il solo abuso d’ufficio la titolare della clinica Lucia Di Lorenzo, che invece non ha fatto ricorso sui sequestri dei dispositivi.

ll presunto conflitto di interessi è stato denunciato dopo le elezioni regionali del 10 marzo di quest’anno dal consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci che ha inviato un esposto all’Anac, che nel pronunciamento si è dichiarata non competente invitando la Regione ad un approfondimento. Per gli uffici legislativi del Consiglio regionale guidati dal direttore, Francesca Di Muro, all’atto del controllo della documentazione per l’ingresso nella nuova assemblea abruzzese la posizione di Quaglieri è corretta.

 

 

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