L’AQUILA – Blitz di Carabinieri e Guardia di finanza questa mattina, nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila sul presunto conflitto di interessi relativo a Mario Quaglieri, assessore regionale al Bilancio di Fratelli d’Italia, rieletto con quasi 12mila voti alle elezioni del 10 marzo scorso e, contestualmente, fin dal primo mandato nel 2019, medico chirurgo a contratto con alcune cliniche private della provincia dell’Aquila.
I militari hanno effettuato perquisizioni e sequestri di atti e documenti nella casa di Trasacco, nella Marsica, di Quaglieri, nella sede della Giunta regionale di palazzo Silone a L’Aquila, nella sede dell’assessorato regionale alla Sanità di via Conte di Ruvo a Pescara e nella sede della clinica privata Di Lorenzo ad Avezzano, casa di cura per la quale lavora attualmente il politico che nella passata consigliatura prima di diventare assessore è stato presidente della commissione sanità del consiglio regionale.
L’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila è coordinata dal pubblico ministero Marco Maria Cellini.
I carabinieri del Nucleo investigativo operativo del comando provinciale dell’Aquila si erano già presentati negli uffici di Palazzo Silone a inizio maggio, per prendere visione degli atti riguardanti il doppio ruolo dell’assessore, in particolare le delibere assunte dalla giunta in sua presenza.
Un focus sarebbe scattato su una di queste approvata a fine anno con il voto di Quaglieri con la quale l’esecutivo di centrodestra ha approvato lo stanziamento di 20 milioni di euro per le case di cura private, compresa la di Lorenzo di Avezzano, al fine di contrastare la mobilità passiva in regione, una decisione non comunicata, ma emersa nel corso della campagna elettorale per le regionali del 10 marzo scorso, che hanno confermato per un secondo mandato, per la prima volta nella storia della Regione Abruzzo, la coalizione di centrodestra guidata dal presidente, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia.
L’attuazione della delibera sarebbe stata sospesa nel territorio della provincia dell’Aquila su indicazione degli uffici della giunta regionale.
Intorno alla questione della presunta incompatibilità di Quaglieri, che ha continuato in questi anni ad esercitare la professione di medico chirurgo presso cliniche private convenzionate, mentre era presidente della commissione Sanità prima e assessore al Bilancio poi, si è acceso in questi mesi un duro scontro politico.
Nella seduta del Consiglio regionale dello scorso 13 giugno, in sede di proclamazione degli eletti, la maggioranza di centrodestra ha espresso voto contrario alla richiesta di procedere alla contestazione di incompatibilità avanzata dalle opposizioni a carico di Quaglieri, dopo che la “Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e le immunità”, il giorno prima aveva deliberato all’unanimità dei presenti la non sussistenza di cause di incompatibilità in capo all’assessore.
Sulla stessa falsariga di quanto hanno fatto gli uffici preposti del consiglio regionale, guidati dal direttore, Francesca Di Muro, che in fase di esame di documenti propedeutici all’ingresso dei consiglieri regionali alla 12esima legislatura ha ritenuta corretta la documentazione e la posizione del recordman di preferenze.
A denunciare, tardivamente, nei mesi scorsi la presunta incompatibilità è stato dopo le elezioni il partito democratico in particolare il consigliere regionale aquilano Pierpaolo Pietrucci con una serie di azioni tra cui un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che però nel suo parere si è dichiarata non competente in materia rimandando l’esame alla giunta regionale abruzzese. Le opposizioni nello scorso consiglio erano uscite dall’aula.
“È una vicenda inquietante sulla quale abbiamo chiesto di fare luce da tempo tempo. La maggioranza di centrodestra ha minimizzato e continua a farlo ma meno male che c’è la magistratura che ha tutte le intenzioni di fare luce su questioni a di far poco oscure”, commenta Pietrucci.
“Già l’Anac – spiega ancora Pietrucci – che, secondo il presidente Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, come l’assessore al Bilancio e medico chirurgo Mario Quaglieri, ha assolto l’operato e il comportamento dell’assessore, aveva invitato lo stesso Marsilio, la Giunta e il Consiglio regionale a verificare le condotte legate al conflitto di interessi. Ma il centrodestra è andato avanti. Il Pd, che con in tutti i suoi consiglieri, aveva fatto un esposto, vigila ancora con forza per sapere se – conclude il consigliere regionale dem – nel caso Quaglieri sono state rispettate le regole”.
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