L’AQUILA – Nel 2019, il consigliere regionale Mario Quaglieri, avrebbe “sottaciuto la proprietà di quote, dal 2016 al 2022, de ‘La solidale srl’, che gestisce l’immobile in cui trova spazio la casa di cura per anziani e centro di riabilitazione Residenza dei Marsi San Bartolomeo, ad Avezzano, quote cedute nel 2o22 a favore di un’altra società, la San Rocco, quest’ultima beneficiaria di fondi della Regione per la annualità 2o22 e 2023”.
A rivelare nuovi dettagli è il quotidiano Il Messaggero, in merito all’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila, sul presunto conflitto di interessi di Mario Quaglieri, di FdI, assessore regionale al Bilancio di Fratelli d’Italia, rieletto con quasi i 12mila preferenze risultando il più votato, alle elezioni del 10 marzo scorso e, contestualmente, fin dal primo mandato nel 2019, medico chirurgo a contratto con alcune cliniche private della provincia dell’Aquila, ultima delle quali la Di Lorenzo di Avezzano.
Per questa vicenda sono indagati lo stesso Quaglieri, ex sindaco di Trasacco e nella passata legislatura presidente delia commissione Sanità e poi assessore, per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio in concorso e falsità in atti d’ufficio, e per il solo abuso di ufficio Lucia Di Lorenzo, proprietaria della clinica Di Lorenzo, presso la quale Quaglieri ha lavorato e lavora come chirurgo con un rapporto di lavoro non di dipendente.
Dopo la nota di ieri dell’avvocato Carlo Polce, per il quale tutta la vicenda “desta sconcerto”, oggi il quotidiano Il Centro pubblica una lunga intervista a Quaglieri, che assicura di “aver sempre agito alla luce del sole”, e attacca: “forse do fastidio a qualcuno”.
Oltre alla presunta omessa dichiarazione, sotto la lente di ingrandimento del pm titolare dell’inchiesta, Marco Maria Cellini, il fatto che Quaglieri non si è astenuto in qualità di assessore, sui provvedimenti di Giunta in materia sanitaria, che hanno riguardato anche una clinica, la Di Lorenzo, da cui lo stesso Quaglieri ha percepito, per la sua attività di chirurgo, la quasi totalità del reddito annuale, 160 mila euro nel 2023.
Il primo atto è quello del 28 dicembre scorso con cui l’esecutivo guidato dal presidente, Marco Marsilio, di FdI, ha dato il via libera all’assegnazione di 20 milioni di budget alta specialità a sette strutture sanitarie private dell’Abruzzo, tra cui la Di Lorenzo, per “il recupero della mobilità sanitaria per prestazioni ospedaliere di alta complessità”, votato anche dall’assessore Quaglieri.
La seconda delibera è del 30 agosto dello scorso anno, avente ad oggetto il rinnovo dell’accreditamento istituzionale ex Dca per l’attività ospedaliera e “accreditamento istituzionale dei servizi specialistici a seguito della sentenza Tar 301/2022 della casa di cura Di Lorenzo di Avezzano”, Provvedimento che riguardava una serie di servizi specialistici, anche di chirurgia. Nella clinica dove evidenzia il Centro, Quaglieri trae buona parte del suo reddito annuo.
Quaglieri e Di Lorenzo con un blitz di carabinieri e guardia di finanza, hanno subito una perquisizione e un sequestro di documenti, il primo nella sua casa di Trasacco, la seconda nella struttura sanitaria ad Avezzano. Le forze dell’ordine sono state anche nella sede della Giunta regionale a palazzo Silone all’Aquila e in quella dell’assessorato alla Salute a Pescara.
A Quaglieri è stato sequestrato anche il telefono cellulare, oltre che altri dispositivi informatici che saranno restituiti a giorni.
Il nucleo di Polizia economica finanziaria sta verificando anche la congruità del compenso della Di Lorenzo a favore di Quaglieri.
Le indagini scattate con un precedente blitz dei carabinieri a palazzo Silone ad inizio di maggio, e proseguono nel massimo riserbo.
Ha detto Quaglieri al quotidiano Il Centro: “il mio ruolo di assessore non incide sull’assegnazione di quote economiche che sono tra l’altro figlie di algoritmi che partono al 2011, basate sullo storico dell’assegnazione alle strutture sanitarie private”. E ancora, l’abuso d’ufficio non ha ragion d’essere “visto che non influisco sulle scelte fatte nella determinazione di quelle delibere non avendo ruoli”. Assicurando che “sarà tutto una tempesta e un bicchiere d’acqua”.
Al lavoro della Procura ha fatto da contraltare finora il pronunciamento di correttezza e quindi di assenza di incompatibilità per Quaglieri da parte della Uffici del consiglio regionale, della Giunta per le elezioni, che con i voti della maggioranza di centrodestra si è espressa favorevolmente e del Consiglio regionale, il 13 giugno scorso, sempre con i voti della coalizione al governo che il 10 marzo scorso è stata riconfermata, per la prima volta nella storia della Regione, per il secondo mandato. Durante la seduta consiliari le opposizioni sono uscite dall’aula.
A denunciare, sia pure tardivamente, nei mesi scorsi la presunta incompatibilità è stato dopo le elezioni il Partito democratico in particolare il consigliere regionale aquilano Pierpaolo Pietrucci con una serie di azioni tra cui un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che però nel suo parere si è dichiarata non competente in materia rimandando l’esame alla giunta regionale abruzzese e al Consiglio regionale.
L’avvocato Carlo Polce ha detto che “desta sconcerto che si torni nuovamente sulla questione del conflitto di interesse nonostante che l’Anac e la Giunta per le elezioni in seno al Consiglio Regionale abbiano chiarito una volta per tutte che non c’è incompatibilità tra il ruolo di medico chirurgo con il rapporto libero professionale e la carica di consigliere e di assessore regionale”.
“Occorre precisare che le proposte di delibere di Giunta Regionale in merito agli accreditamenti verso le strutture sanitarie vengono predisposte nell’interezza dal Dipartimento dell’Assessorato alla Sanità che ne ha esclusiva competenza, mentre l’assessorato al Bilancio non ha alcun potere e non incide nel contenuto delle stesse. Occorre altresì sottolineare che le strutture sanitarie destinatarie delle delibere sono individuate dagli uffici competenti, non da quelli dell’Assessorato al Bilancio e, comunque, l’entità degli accrediti sono stabiliti da algoritmi previsti dalla legge. Pertanto, l’assessore al Bilancio Quaglieri non poteva individuare né il beneficiario dell’erogazione e men che meno incidere sulla determinazione dell’entità degli accrediti”.
“Stando così le cose, è evidente che l’Assessore Quaglieri non può aver commesso i fatti contestati che appaiono essere frutto di un abbaglio giuridico”, conclude l’avvocato Polce.
La senatrice sulmonese Gabriella Di Girolamo, di M5s, ha intanto annunciato una interrogazione parlamentare.
“È opportuno che un assessore di una giunta regionale, già ex presidente della Commissione sanità, decida per i fondi da destinare alla clinica privata per cui lavora? Ovviamente no. Prima ancora che di conflitto d’interessi, che a mio personale avviso pare sussistere eccome, bisognerebbe parlare di opportunità. Bisognerebbe in altre parole appellarsi a quel senso del dovere e delle istituzioni che questa destra tutta patria, nazione e famiglia si guarda bene dal far prevalere. D’altra parte mi metto nei panni di Quaglieri e degli esponenti di giunta, che avranno pensato: “se la proprietaria di un lido balneare può fare il Ministro del turismo, e se il Ministro della difesa prima dell’incarico era a capo dell’associazione industriale Aiad, meglio conosciuta come “lobby delle armi”, hai visto mai che si mettono a fare storie per un assessore-primario perché partecipa alle decisioni sui finanziamenti da assegnare alla clinica privata per cui lavora?”, si legge nella sua nota.
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