CASO QUAGLIERI: SINDACO TRASACCO E FUNZIONARIO MUTI DAL PM. I LEGALI, “COMUNE TUTELATO”

di Gianpiero Giancarli

31 Luglio 2024 12:41

L'Aquila - Cronaca





L’AQUILA  – Il sindaco di Trasacco, Cesidio Lobene, e il funzionario del Comune, Riccardo Tomassetti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere stamani  davanti al sostituto procuratore  della Repubblica dell’Aquila, Marco Maria Cellini. La vicenda  che li vede indagati è legata al telefonino pagato dal Comune di Trasacco (Aq) e in uso fino allo scorso giugno all’attuale assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri (Fratelli d’Italia), record di preferenze alle scorse elezioni regionali  con quasi  12mila voti, ex sindaco di Trasacco.

“Essendo una difesa tecnica su atti amministrativi”, hanno detto,  una volta usciti dalla Procura, i difensori  Mario Flammini e Franco Colucci, anche in rappresentanza del collega Antonio Milo,  “abbiamo preferito, anche per facilitare il lavoro di noi difensori, depositare una memoria scritta in cui abbiamo cercato di chiarire la posizione dei nostri assistiti in merito alle contestazioni mosse dalla Procura. Al momento le indagini sono ancora in corso motivo per cui non possiamo aggiungere altro, l’unica cosa che ci sentiamo di evidenziare che a nostro parere il Sindaco Lobene e  il Funzionario Tomassetti hanno agito al solo scopo di tutelare il Comune di Trasacco da eventuali problematiche erariali e contabili. Ad ogni buon modo abbiamo ribadito la nostra disponibilità per qualsiasi ed ulteriore chiarimento in merito alla vicenda contestata”.





La  vicenda, come è noto, è collegata al caso cosiddetto  Quaglieri. L’esponente della giunta regionale è già indagato per peculato nello stesso provvedimento, in un’indagine che prende le mosse dagli altri accertamenti che la Procura dell’Aquila sta svolgendo sulla presunta incompatibilità dell’assessore, medico chirurgo nella clinica Di Lorenzo di Avezzano convenzionata con la Regione Abruzzo. Lobene e Tomassetti, responsabile del Servizio di ragioneria del Comune, sono accusati di falsità materiale, falso e depistaggio.

Reato maturato, per il pm, per sviare le indagini a carico di Quaglieri. Secondo l’ipotesi di reato, l’assessore regionale Quaglieri «tratteneva la Sim Vodafone del telefonino e se ne appropriava da marzo 2019, in tal modo effettuando un atto di autotutela nei confronti della pubblica amministrazione in un caso non previsto dalla legge, al fine di esercitare un asserito diritto di credito di matrice privatistica di 6.275 euro, montante dell’indennità di fine mandato sindacale per gli anni 2012-2017, in compensazione con il debito contratto con l’ente per l’utilizzo del telefono dal 2013 al 2024, per l’ammontare di euro 6.621,65 euro, con un danno per l’ente comunale nel periodo marzo 2019-28 giugno 2024 corrispondente a 2.939,99 euro».

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