CHIETI: CONSIGLIO COMUNALE APPROVA LA VARIANTE CHE BOCCIA L’IPOTESI DI UN NUOVO TRIBUNALE

21 Gennaio 2025 10:32

Chieti - Politica





CHIETI – Con 20 voti a favore, quelli del centrosinistra e della Lega, e 12 contrari, di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Italia Viva, Udc e Gruppo Teti, ieri sera il Consiglio comunale di Chieti ha approvato una Variante specifica al Prg relativa all’ex ospedale riguardante la modifica della categoria di intervento da “Conservazione” a “Restauro” che, di fatto, non permetterà di realizzare il nuovo tribunale, proposto e finanziato dal ministero della Giustizia, nell’ex ospedale.

In avvio di seduta la consigliera Barbara Di Roberto ha consegnato agli atti del Consiglio, alla presenza della Digos e della Polizia Locale, una dichiarazione circa un tentativo di intimidazione dei votanti riferito come fatto grave dal presidente del Consiglio comunale, Luigi Febo. “Abbiamo proposto la variante perché il destino del ‘San Camillo’ non può essere quello di ripianare il debito prodotto dalla Asl di Chieti, l’edificio ha un valore grande e importante che la variante approvata in Consiglio ha inteso tutelare – hanno detto il sindaco, Diego Ferrara, Febo la Giunta e la maggioranza – Un atto adottato principalmente per tale ragione e nel pieno rispetto delle leggi e delle funzioni dell’Assise civica, nonostante maldestri e gravissimi tentativi di influenzare il voto dei consiglieri su cui, sentita l’Avvocatura comunale, faremo le giuste valutazioni”.





L’ex sanatorio, ha proseguito il sindaco Ferrara, “ha una vocazione sanitaria e tale deve rimanere, come pensano anche partiti non di centrosinistra; per questo, in trasparenza e attraverso la legge, abbiamo applicato le tutele urbanistiche consentite dalla legislazione regionale vigente, lo abbiamo fatto in nome e per conto della città di Chieti, che ha diritto a ché strutture di tale pregio vengano riqualificate con un progetto voluto per la comunità cittadina. Spiace che la Regione Abruzzo la pensi diversamente e che il presidente annunci battaglia su un atto che vuole dare il giusto valore a quello che è un patrimonio pubblico. Nostro intento era e resta positivo: se avessimo avuto modo di confrontarci direttamente con la Regione sulla delocalizzazione proposta, su cui il Comune non è stato sentito, avremmo potuto spiegarne approfonditamente le ragioni, come abbiamo fatto con la variante. Invece, la delibera è stata intesa solo come ostativa a un progetto di delocalizzazione che, a prescindere dalle diverse posizioni risulta più costoso e penalizzante per uffici che se rimarranno in centro continueranno ad alimentare una economia importante per Chieti”.

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