“CHIRURGIA PROTESICA SOLO SE NECESSARIA”, DOTTOR DI IANNI, “DIFFIDARE DA PUBBLICITA’ INGANNEVOLE”

28 Marzo 2023 08:51

Italia - Sanità

L’AQUILA – “La corsa alla sostituzione protesica rappresenta oggi uno dei maggiori elementi di spesa del sistema nazionale, molti infatti sono i veicoli di pubblicità che spingono i pazienti ad operarsi,  sottacendo le complicazioni che un intervento di questo tipo può avere e mortificando  lo stesso atto chirurgico, che invece ha nelle sue note l’obiettivo rimarchevole di offrire il recupero di una autonomia irreversibilmente persa”.

L’allarme viene lanciato da una autorità indiscussa in materia, il dottor  Giovanni Di Ianni, specialista in ortopedia e traumatologia, da anni impegnato nello studio della chirurgia protesica degli arti inferiori e superiori, in servizio presso la clinica privata Pierangeli di Pescara, dunque in  un ambito di intervento che conta ogni anno in Italia 500.000 interventi di sostituzione protesica chirurgica, tenuto conto che la età media dei pazienti è progressivamente aumentata, e la  richiesta funzionale che il paziente anche anziano, ha nelle sue aspettative di vita.

Ma il punto è il senso del limite, ovvero “procedere alla sostituzione protesica quando occorre e affidarsi a veri professionisti, diffidando dalle pubblicità ingannevoli”.





“Va evitata – spiega ad Abruzzoweb il medico – l’allargamento delle indicazioni, la banalizzazione del gesto chirurgico da parte di molti operatori, che hanno l’intento di commercializzare oltremodo tale chirurga, spesso fatta ad arte, per favorire  una migrazione di utenti che, alla ricerca del risultato certo dirottano il loro orizzonte  in diversi istituti fuori dai nostri confini credendo appunto in un risultato non altrimenti ottenibile”.

La realtà clinica dimostra invece che “solo una accurata e precisa indicazione rappresenta la vera chiave del successo di questo tipo interventi, che possono tranquillamente essere effettuati nel nostro territorio, dove ci sono competenze specifiche di alto livello”.

Il professionista pescarese sottolinea poi che “pur essendoci oggi un elevato livello di sicurezza per tali interventi, la chirurgia di elezione nelle patologie degenerative deve avere una sua precisa collocazione in termini di indicazione, la percentuale di complicazioni legate all’ intervento pur se molto bassa è una realtà che va assolutamente spiegata ed illustrata al paziente. Vanno altresì accuratamente spiegate le tecniche possibili alternative con le percentuali di successo ed insuccesso, va spiegato il timing chirurgico e gli eventuali trattamenti in caso di insuccesso”.

Del resto la chirurgia protesica, in Italia e in Abruzzo ha raggiunto nel corso degli anni delle performances che permettono il completo recupero delle autonomie di pazienti che a causa di patologie, prevalentemente degenerative e traumatiche, hanno perso la autonomia nel quotidiano.





“La scelta delle tecniche e materiali, nella chirurgia protesica oggi – conferma il professionista -, deve essere variata per ogni singolo paziente. Le caratteristiche morfologico-funzionali, le esigenze di vita, l’età e il quadro clinico a 360° sono variabili che incidono nelle indicazioni al trattamento e nella scelta tecnica”.

C’è insomma ora la possibilità di utilizzare “protesi con strumentazione specifica dedicata per ogni singolo paziente, frutto di accertamenti di tomografia computerizzata e software dedicati, con cui è possibile sviluppare calchi ottenuti da stampanti tridimensionali e riproporre con estrema accuratezza la articolazione da trattare  e le caratteristiche della protesi da impiantare”.

Per non parlare “delle tecniche chirurgiche mini invasive per la protesi di anca, come tecnica Amis, approcio anteriore mini invasivo. Abbiamo la possibilità di utilizzare materiali di ultima generazione più biocompatibili, come il pyrocarbonio, ovvero carbonio pyrolitico, che sotto il profilo di biocompatibilità presenta caratteristiche fisiche e biochimiche simili a quelle dello scheletro umano”.

 

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