CIALENTE BOCCIA MISSIONE A BRUXELLES ”MEGLIO PIANO MOSLER, LO DICO A LETTA”

di Alberto Orsini

27 Giugno 2013 20:00

L'Aquila -

dal nostro inviato

BRUXELLES – “Mi sembra che la risposta non sia stata centrata rispetto alle nostre riflessioni. Si è parlato molto del Fondo di solidarietà, del progetto C.a.s.e., cosa che riteniamo abbondantemente superate. Non si è risposto, invece, alle nostre obiezioni”.

Questo il bilancio del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, all’audizione di ieri al Parlamento europeo, che ha affrontato lungamente “temi che non appassionano né interessano e in cui sono in contrasto Commissione e Corte dei Conti”.





Per il sindaco, comunque, “non sono questi i miei interlocutori, che sono i politici. È chiaro che si deve muovere il governo italiano. Comunque scriverò alla europarlamentare Ingeborg Grassle che – sottolinea – è la referente del Ppe sui temi economici e uno dei più stretti referenti di Angela Merkel” e quindi nonostante lo spigoloso “vedetevela voi” della teutonica è meglio mantenere anzi alimentare il rapporto.

L’asso nella manica di Cialente, al momento, è un embrione pure questo da coltivare per non far morire le speranze: la proposta, ambiziosa, visionaria, inedita, eppure tecnicamente realizzabile, se ci sarà la volontà politica, dell’economista statunitense Warren Mosler, presentata già al ministero dell’Economia, che ha cominciato a digerirla piano piano.

“Posso assicurare che con il meccanismo che abbiamo studiato qualche giorno fa l’Italia si potrebbe permettere agevolmente di ricostruire il ‘cratere’ in assoluta sicurezza, bisogna superare questo scoglio europeo, trovare un aggiramento a livello ministeriale”, sottolinea Cialente.

“Mosler ha identificato questo tipo di soluzione. Un pool di banche italiane fanno un mutuo al Comune dell’Aquila, per esempio di 5 miliardi per 40 anni, prendendo i soldi dalla Bei (Banca europea degli investimenti, ndr) – spiega – Il problema è la garanzia: scatta l’Europa per la quale se qualcuno parla di garanzie allora è un debito pubblico”.





Cialente continua a raccontare che Mosler “dice allora facciamo con un credito d’imposta, a carico delle aziende che ricostruiscono. Io credo che un’anticipazione delle tasse da parte delle imprese in questo momento è impensabile in tutto il Paese, figuriamoci da noi – l’obiezione – Al contrario questa anticipazione si potrebbe concretizzare, e ne parlerò anche con Letta, a carico delle banche”.

“Basterebbe una piccola norma che non credo rientrerebbe nel debito pubblico, che dicesse che tutte le banche che lavoreranno sull’Aquila e parteciperanno a questo grande mutuo avranno diritto a un abbattimento del 70% delle imposte per 40 anni. Se ci aggiungiamo i 200 milioni l’anno per 6 anni e l’aumento per le Marche non ci si accorgerebbe nemmeno della ricostruzione”, è la speranza.

Quale sarà il futuro di questo intricato piano di alta finanza? “C’è un tavolo con lo staff di Fassina, appena messa appunto lo confronteremo direttamente con il ministro dell’Economia e con la Ragioneria dello Stato e, ovviamente, anche con l’Abi, perché non vorrei fare i conti senza l’oste. Ma credo che accetterebbero”, conclude il sindaco.

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