L’AQUILA – “Stiamo procedendo, con qualche difficoltà, con l’obiettivo di stringere i tempi”, ma è certo che il collegio di merito Ferrante d’Aragona, “non aprirà entro l’inizio dell’anno accademico”.
A confermarlo, interpellato da Abruzzoweb, è il rettore dell’Aquila, Edoardo Alesse: nonostante la fame di alloggi per gli studenti che si stanno iscrivendo nel glorioso ateneo cittadino, e che già cercano casa, non saranno disponibili nei prossimi mesi, e forse oltre, i 150 alloggi e 400 posti letto gratuiti e 200 a pagamento a costi “politici”, di cui metà in centro storico, e l’altra metà nel quartiere di Pettino. Non saranno insomma consegnate le chiavi agli aventi diritto dello studentato diffuso gestito dalla Fondazione Collegio di merito Ferrante D’Aragona, costituito a marzo 2021, da Università dell’Aquila, Gran Sasso science institute e Comune dell’Aquila.
Eppure il progetto del collegio di merito era stato annunciato trionfalmente a marzo 2020, con l’utilizzo delle case oggetto della “sostituzione edilizia” del post-sisma, ovvero incamerate e ricostruite dal Comune, con i proprietari che hanno ricevuto i soldi per comprarsi casa altrove, anche a Capri. Non sono, da anni sono disponibili 4,3 milioni di euro di fondi pubblici Restart.
Il problema, conferma Alesse, è rappresentato dal bando per acquistare l’arredamento degli appartamenti, che ha reso necessario una rimodulazione dei costi schizzati in alto a seguito del caro energia e del caro materiali degli ultimi due anni, superando le cifre preventivate.
Bando che non è stato ancora pubblicato, spiega il rettore: “stiamo procedendo, con qualche difficoltà, stiamo elaborando una proposta migliorativa, rispetto a quella che era in atto, e che non era adeguata ai posti totali. Tutto ciò ha inevitabilmente ritardato le procedure. Va anche considerato che occorre trovare la quadra tra le tre entità che compongono la Fondazione”.
A proposito di governance, da marzo scorso è direttore generale della Fondazione Marco Fiorentini. Componenti del cda, non retribuiti, sono il prorettore dell’Università dell’Aquila, Pierluigi De Berardinis, il professor Francesco Bizzarri, vicepresidente, il rettore Alesse, la rettrice del Gssi, Paola Inverardi, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi e in aggiunta, senza diritto di voto, i direttori generali dell’Università, Pietro Di Benedetto, del Gssi, Mario Picasso, e per il comune dell’Aquila, il dirigente Tiziano Amorosi.
Intanto, a proposito di alloggi universitari a L’Aquila, è stato pubblicato sul sito dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) dell’Aquila, con un decreto presidenziale, il bando riservato agli studenti fuori sede aventi diritto, provenienti da famiglie a basso reddito, iscritti all’Università dell’Aquila, all’Accademia di Belle arti e al Conservatorio di musica, bandi che devono assegnare 160 posti letto, di cui 100 nella nuova cittadella universitaria nella palazzina di proprietà dell’Azienda per l’edilizia residenziale pubblica (Ater) della provincia dell’Aquila, ed i restanti 60 nella residenza diffusa in centro storico realizzata attraverso convezioni con privati. Si è posto insomma rimedio ad un ritardo che l’Adsu imputa alla burocrazia, tanto che è stato deciso un provvedimento di revoca nei confronti del direttore, Paola Di Salvatore, dirigente in comando dalla Regione Abruzzo. Veementi attacchi sono arrivati dal Partito democratico che ha chiesto le dimissioni del cda. L’Adsu, va ricordato, si è ritrovata nella necessità di trovare una alternativa allo studentato da oltre 300 posti della ex caserma Campomizzi, richiesto indietro dall’Esercito. Posti, accusano le opposizioni e le associazioni studentesche, solo parzialmente rimpiazzati.
Con lo slogan “Vorrei un futuro qui!” gli studenti dell’Uds la scorsa settimana sono tornati a montare le tende in strada, per protestare contro il problema del caro affitti, e con lo scopo di portare all’attenzione la situazione della residenzialità pubblica a L’Aquila e a livello nazionale, ricordando che l’aumento dei posti letto pubblici ed economicamente accessibili per gli studenti era uno degli obiettivi cardine del Pnrr. Obiettivo che, tra una proroga e l’altra chiesta all’Europa, al momento non è stato centrato.
Sulla questione osserva però Alesse: “per quanto riguarda L’Aquila non parlerei di caro affitti, qui sono ancora abbastanza a buon mercato, al pari delle tasse universitarie. Una delle nostre caratteristiche è quella di rivolgerci a territori non ricchissimi, garantendo costi accessibili, e nello stesso qualità dell’offerta formativa. Comunque, il numero degli iscritti quest’anno è in aumento, e spero che tutti trovino una ottimale collocazione alloggiativa”.
Per quanto riguarda i dati suo caro affitti universitario, effettivamente, in base al monitoraggio effettuato a maggio dalla Cgil e dal Sunia, il sindacato degli inquilini, a L’Aquila per una singola il range è da 180 ai 400 euro, punta toccata per le case di pregio del centro storico, a Teramo il costo medio è di circa 200 euro, a Chieti gli dai 190 ai 280 euro. A Pescara tra i 170 e i 250 euro.
Per quanto già a maggio si registravano aumenti, il costo per una stanza singola resta in Abruzzo più basso rispetto a buona parte delle città universitarie italiane, e basti citare i casi, clamorosi, e che rappresentano sempre di più una negazione per mano privata del diritto allo studio, di Milano, con un costo medio delle stanze singole di 626 euro al mese, e punte oltre i 1.000 euro nei quartieri centrali, Roma, con 463 euro, Modena e Bergamo, 412 euro e 411 euro, Padova e Verona, 404 euro e 401 euro.
Certo è che la disponibilità, entro l’anno accademico entrante, anche dei 600 posti letto del Collegio di merito, avrebbe potuto rappresentare una leva per calmierare ulteriormente i prezzi. Posti letto che avrebbero attratto altri studenti da tutta Italia, selezionati con il requisito del “merito”, ovvero, si può immaginare, in base ai voti conseguiti nella maturità e nei primi esami universitari, al ritmo degli studi, al curriculum. Ma sono solo supposizioni: è stata da tempo nominata una commissione ad hoc per scrivere il regolamento di accesso al collegio di merito. Regolamento però di cui non si ha ancora notizia nel merito.
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