L’AQUILA – “Il collegio di merito, ovvero la nascita di un grande studentato diffuso in città, resta per noi strategico e prioritario, e l’obiettivo ora che il Comune dell’Aquila è diventato soggetto attuatore, è quella di procedere entro settembre al bando di gara per gli arredi, e lavorare a reperire le risorse mancanti per la gestione, nel frattempo lievitate, riuscendo soprattutto a consegnare le chiavi degli appartamenti entro il prossimo anno accademico, nel 2025”.
Parola di Livio Vittorini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, e presidente della commissione bilancio, nell’intervista ad Abruzzoweb. Vittorini è stato incaricato da qualche mese dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, di Fdi, di seguire da vicino le pratiche e l’iter di avanzamento relative alla incredibile vicenda del Collegio di merito Alfonso D’Aragona.
Ad oggi una delle più clamorose incompiute della città post-sismica, gestita dalla Fondazione Collegio di merito Ferrante d’Aragona, di cui fanno parte l’Università dell’Aquila, il Gran Sasso science institute e il Comune dell’Aquila, con presidente il prorettore dell’Università dell’Aquila, Pierluigi De Berardinis, e che deve mettere a disposizione di studenti “meritevoli”, ben 150 alloggi e 400 posti letto gratuiti e 200 a pagamento a costi “politici”, di cui metà in centro storico, e l’altra metà nel quartiere di Pettino. Progetto per il quale sono stati messi a disposizione dal Ministero, oltre tre anni fa, circa 4,5 milioni, per la fase operativa, a valere sui fondi Cipess. E’ accaduto però che ancora non si riesce a consegnare le chiavi degli appartamenti, reperito tra quelli oggetto della “sostituzione edilizia” del post-sisma, ovvero incamerate e ricostruite dal Comune, con i proprietari che hanno ricevuto i soldi per comprarsi casa altrove. Appartamenti del resto non ancora arredati, in attesa del bando pubblico.
A gennaio è andato via “per ragioni personali”, il direttore generale, il marchigiano Marco Fiorentini, sostituito dall’ex funzionario comunale del settore Opere pubbliche, appena andato in pensione, Dino Tarquini.
E l’altra grande novità è che il ruolo di soggetto attuatore è passato dall’Università al Comune dell’Aquila, che come prima bega ha dovuto anticipare i fondi per pagare le quote condominiali, finora inevase dalla Fondazione, e con gli inquilini pronti ad andare per le vie legali.
“Sulle responsabilità dei ritardi Vittorini non si sbilancia. “Ci sono stati fattori esogeni ed endogeni, non intendo entrare nel merito. L’importante è guardare avanti e recuperare il tempo perduto e consegnare le chiavi il prima possibile”.
E primo step sarà il famoso bando, atteso da oltre un anno, per gli arredi.
“Sarà pubblicato entro settembre, e contiamo di fare l’assegnazione a stretto giro, con l’obiettivo di chiudere la partita e consegnare le chiavi nel 2026, in tempo utile per il prossimo anno accademico 2025-2026. Accompagnando il tutto con una grande campagna di comunicazione per invitare gli studenti da tutta Italia a trasferirsi a L’Aquila con grandi benefici per la città e per l’ateneo”, assicura il consigliere.
C’è però poi da affrontare il nodo delle risorse finanziarie che serviranno per la gestione, la manutenzione ordinaria e straordinaria, di questo grande patrimonio edilizio. E ne serviranno di aggiuntive. Questo perché spiega lo stesso consigliere, ” il progetto è stato scritto e quantificato in un momento storico in cui i costi delle materie prime e dei costi energetici, erano notevolmente più bassi, e questo ha ha fatto sì che con l’iper inflazione, il budget inizialmente previsto non basta più, costituito lo ricordo, da 4,5 milioni del Ministero dell’Istruzione, presi dai fondi Cipess, con in aggiunta le compartecipazioni di Università, Gssi e Comune dell’Aquila, e gli introiti dalle rette di quella quota di appartamenti che saranno a pagamento, per arrivare ad un totale di 7 milioni di euro”.
Sette milioni che però non bastano più perché si dovrebbe arrivare a dieci milioni di euro, secondo alcune stime trapelate, ma non confermate da Vittorini, in attesa di un quadro economico più puntuale.
“Dai calcoli e dalle proiezioni certosine fatte dai nostri uffici – spiega Vittorini -, mancano all’appello risorse per poter avviare e gestire il collegio finché non potrà camminare con le sue gambe. E dunque siamo già lavorando per ottenere ulteriori fondi sempre dal Cipess, tra quelli destinati all’Alta formazione. C’è anche la possibilità di aprirsi al contributo di soggetti privati, ma come operazione parallela. Abbiamo inoltre avuto un incontro con il Miur per valutare la possibilità di poter accedere anche ai fondi dell’housing sociale”.
L’alternativa sarebbe quella di ridurre i posti letto, e dunque i costi di gestione, ma, assicura Vittorini, “la nostra ferma determinazione è mantenere tutti i 600 posti letto che erano stati preventivati. E questo perché il Collegio di merito deve avere una adeguata capacità di attrazione, rappresentando un volano per poter ripopolare il centro storico, con tutti i benefici che ciò comporterà, per far ulteriormente crescere il prestigio e l’importanza dell’Università e del Gssi. In Italia ce ne sono 18 collegi di merito, e gli studi dimostrano che gli studenti trovano quasi tutti lavoro una volta terminati gli studi”.
Componenti del cda della Fondazione, non retribuiti, sono, ricordiamo infine, oltre al citato De Berardinis, il professor Francesco Bizzarri, vice presidente, il rettore dell’Università dell’Aquila, Edoardo Alesse, la rettrice del Gssi, Paola Inverardi, il sindaco dell’Aquila Biondi, rappresentato ora da Vittorini, e in aggiunta, senza diritto di voto, i direttori generali dell’Università, Pietro Di Benedetto, del Gssi, Mario Picasso, e per il comune dell’Aquila, il dirigente Tiziano Amorosi.
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