L’AQUILA – Arriverà mercoledì mattina nella Commissione speciale “per l’attuazione e le modifiche allo Statuto, per le modifiche alla legge elettorale e per lo studio del regionalismo differenziato”, la proposta di legge che rappresenta un cavallo di battaglia per il presidente della Regione, il riconfermato Marco Marsilio, di Fdi: quella che prevede la modifica della legge elettorale abruzzese in vigore dal 2013, approvata dal centrodestra di Gianni Chiodi, e che ha come punto cardine il collegio unico regionale, con la conseguente abolizione dei quattro collegi provinciali.
Marsilio, firmatario della norma sarà in audizione in commissione, di cui è presidente il sottosegretario di Giunta, Daniele D’Amario, di Forza Italia, e vice presidente Silvio Paolucci, capogruppo del Partito democratico.
La proposta di nuova legge elettorale era stata già presentata da Marsilio ad ottobre dell’anno scorso, ma essendo prossime le elezioni di marzo 2024, non c’è stato il tempo di cambiare le regole del gioco. Lo stesso Marsilio ha però detto subito dopo la storica riconferma che sarebbe stata una priorità della nuova legislatura.
La grande novità è dunque l’introduzione del collegio unico elettorale, ed è stato questo già un terreno di scontro, con le opposizioni che hanno obiettato che in questo modo si favoriranno i candidati delle aree più popolose della regione, ovvero della costa, a discapito delle aree interne, con meno elettori. Un argomento che potrebbe far breccia anche su esponenti del centrodestra delle aree interne, tenuto conto anche delle divisioni che si registrano in Fratelli d’Italia, partito guida, che con il 24.1% ha eletto, Marsilio compreso, ben nove consiglieri.
Ma se c’è qualcosa di inamovibile, è proprio il collegio unico, per Marsilio l’antidoto contro il campanilismo e il localismo, che è stata ed è la croce di tutte le maggioranze e dei presidenti che hanno guidato la regione.
Si legge del resto chiaro e tondo nella scheda introduttiva della proposta di legge: “il collegio unico elettorale consente di prefigurare un sistema nel quale un candidato possa sottoporsi al giudizio di tutti i cittadini della regione indipendentemente dal territorio di appartenenza”, “permette di superare quella frammentarietà che caratterizza il nostro tessuto regionale e che molto spesso impedisce di creare sinergie in un ottico di sviluppo e crescita”. Infine: “l’abolizione dei quattro circoscrizioni elettorali rappresenta un passo in avanti per poter migliorare ulteriormente la qualità dell’azione del Governo regionale, dal momento che i consiglieri che saranno eletti e gli stessi assessori regionali potranno farsi carico di problemi che vanno al di là dei rispettivi contesti territoriali uscendo dalla logica degli eccessivi campanilismi”.
Pertanto la discussione sarà semmai intorno ad eventulai meccanismi “compensativi”, per garantire una adeguata rappresentanza alle aree interne e meno popolose, dove i candidati hanno oggettivamente a disposizione un bacino di voti molto meno copioso, rispetto ad esempio al pescarese.
Ma il collegio unico non è la sola novità: ci sarà un ampliamento del numero di candidati di lista che passerebbero dagli attuali 30 a 45, con l’introduzione della tripla preferenza di genere con due uomini e una donna oppure due donne e un uomo. E ancora, altra modifica rilevante, ci sarà l’elezione alla carica di consigliere regionale anche di un secondo candidato presidente sconfitto , e non di uno soltanto come ora, purché il candidato, non conta se collegato a una singola lista o a una coalizione di liste, abbia ottenuto almeno due seggi.
Prevista infine anche una modifica nei complessi calcoli per l’assegnazione dei seggi con criterio proporzionale.
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