COME NASCE UN SENTIERO: A BARETE IL CONVEGNO CAI ALTA VALLE ATERNO

18 Aprile 2024 16:47

L'Aquila - Cronaca

BARETE – “Come nasce un sentiero: la Rei (Rete escursionistica italiana) e il catasto dei sentieri”.





Questo il tema dell’incontro in-formativo sulla sentieristica, organizzato dal CAI Abruzzo, la SOSEC ( Struttura Operativa Sentieri e Cartografia ) ed il CAI Alta Valle dell’Aterno, che si terrà sabato 20 aprile, alle ore 16.

Aprirà i lavori Francesco Sulpizio, presidente Gruppi Regionali Abruzzo. A seguire ci sarà un intervento di Rita Ceci, componente SOSEC Abruzzo, operosa e irriducibile amante della vita all’aria aperta animata da grande senso di rispetto per la gente e la montagna, che tratterà il tema: “Dall’individuazione della traccia al conferimento in Infomont*. Cataso dei sentieri”. Seguirà Paolo Gioia, accompagnatori di escursionismo, operatore sentieri che relazionerà su”Modalità Operative sulla Realizzazione e Manutenzione dei Sentieri”. Concluderanno Antonio Pattuglia e Amedeo Sabatini, operatori sentieri, gest. GR Seniors ) con “Vediamo Come si Fa” ( dimostrazione in ambiente ).

Di seguito la nota di Nando Giammarini.





“Amare la montagna significa conoscerla, viverla e difenderla da tanti attacchi di gente senza scrupoli che pur di dare sfogo ai propri hobby non ci pensa due volte a crearle problemi talvolta irreparabili. Penso ai gravi danni provocati dai motociclisti che con le loro moto da trial fanno dei tracciati che con il passar del tempo diventano dei veri e propri solchi nel terreno, delle insenature. Non c’è vero amore senza conoscenza, perché, e questo è nell’esperienza quotidiana di ognuno di noi, esso può nascere sì all’improvviso, come un moto spontaneo e naturale dell’animo, ma poi ha bisogno di essere nutrito dalla conoscenza, dal rispetto, in questo caso per la natura, per trasformarsi in un legame vero, costante, duraturo. Al contempo il concetto di difesa non può prescindere dal rispetto che rafforza la volontà e la determinazione in grado di renderla efficace. Amore e conoscenza, camminando di pari passo, determinano considerazione e capacità di comprensione annoverando delle specifiche esigenze, che sono le componenti fondamentali del vivere civile. In esso hanno trovato da sempre soluzione i problemi di tutti.

Quindi, conoscere, amare, difendere e tutelare i nostri amati monti forse significa semplicemente “viverli fino in fondo. Parliamo di un concetto non semplice da definire, un tema di stretta attualità, che deve essere impellentemente affrontato e discusso per cercare di superare e di risolvere dei problemi apparentemente contraddittori, che possono e debbono essere invece essere ricomposti in unità considerandoli come due volti della stessa medaglia ambientale. Si tratta di sciogliere l’ancestrale quesito se vivere la montagna semplicemente come piacere, come ricerca di un uso solo edonistico di una risorsa, o piuttosto cercare di approfondire la comprensione e l’accettazione delle specificità di questo ambiente sacro e inviolato .

Vivere la montagna come un ambiente da usare per le nostre esigenze spesso senza valutare appieno le conseguenze negative che ne potrebbero derivare oppure viverla come un’opportunità preziosa di arricchimento della nostra vita, proteggendola nella sua complessità. Quindi vivere la montagna, per chi le si avvicina, con passione ed amore, significa necessariamente conoscere e tutelare l’ambiente montano in tutti i suoi aspetti. Giova ricordare che la parola “natura” deriva dal latino “nasci”, nascere, per cui l’ambiente naturale deve essere visto come l’insieme di tutte le cose e di tutti gli esseri viventi”.

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