L’AQUILA – La Commissione Sanità ha approvato il riordino della rete ospedaliera abruzzese con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra e il contrario delle opposizioni di centrosinistra e del M5S: si tratta della bozza che ha avuto l’ok dal tavolo di monitoraggio e poi della Giunta regionale.
In seno al centrodestra sono rientrati i tentativi di integrazioni dei giorni scorsi visto che qualsiasi cambiamenti avrebbe comportato un nuovo percorso di controllo da parte degli organismi nazionali.
Il documento, al quale hanno lavorato a lungo l’assessorato alla sanità, guidato da Nicoletta Verì, della Lega, e l’Agenzia sanitaria regionale guidata dal direttore, Pierluigi Cosenza, esperto in quota Lega, arriverà all’esame del Consiglio regionale nella seduta del 12 dicembre prossimo.
La votazione è avvenuta in serata dopo una maratona cominciata stamani durante la quale le opposizioni hanno presentato decine di emendamenti, ritenuti ostruzionistici, bocciati nel corso dei lavori.
Il capogruppo di Fi, Mauro Febbo, attacca le minoranze “isteriche e incapaci di emendare”. “Erano venuti in commissione con il solo intendo di fare becero e inutile ostruzionismo, senza una proposta reale e concreta – spiega Febbo -. Sapevano benissimo che la proposta è stata il frutto di un duro lavoro di confronto e in alcuni casi anche di scontro con il Tavolo di Monitoraggio che non è composto solo dei ‘burocrati’ della Sanità ma anche di quelli delle Finanze ed dell’Economia, e che all’approvazione della rete sono collegati oltre 380 milioni di investimenti in edilizia sanitaria fermi da almeno 20 anni. Ma soprattutto – continua Febbo – non potendo negare che la proposta è stata modellata sul riequilibrio territoriale con più posti letto, più unità operative complesse e dipartimentali, più presenza di interventi sulla emergenza urgenza ma soprattutto che dopo questo atto di programmazione saranno i vertici delle ASL con gli atti aziendali ad entrare nella gestione sanitaria con il passo indietro della politica e le opposizione PD e M5S si sono lanciate nella ricerca della scontro non solo verbale, presentato decine di emendamenti tecnicamente inammissibili perché alterano gli equilibri richiesti, previsti voluti sia dal DM 70/2015 che dallo stesso Tavolo di Monitoraggio”.
Protestano le opposizioni di centrosinistra e M5S: “Censurati e silenziati da un centrodestra incapace di confrontarsi: oggi, infatti, durante la Commissione Sanità, l’ultima utile per apportare delle modifiche a quella disastrosa rete ospedaliera presentata dagli addetti ai lavori, abbiamo assistito a un teatrino, una messa in scena andata avanti per ore, durante le quali il presidente della Commissione Sanità, Leonardo D’Addazio, avrebbe potuto più volte avviare un dialogo tra maggioranza e opposizione e, invece, ha preferito troncare le discussioni chiudendo i microfoni, sospendendo le sedute e facendo calare il sipario sui lavori all’ordine del giorno. Un chiaro ordine di scuderia che proviene dai piani alti del suo partito, a cui tutti i Consiglieri di maggioranza si sono dovuti adeguare in silenzio e a testa bassa”, dice Francesco Taglieri, consigliere regionale e capogruppo in Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle.
“Una censura a tutti gli effetti, in netto contrasto con i più basilari principi del confronto democratico cui gli uomini delle istituzioni sono chiamati ad attenersi. Ci siamo sentiti rispondere che gli emendamenti sono decaduti perché altrimenti – cito testualmente – ‘creerebbero disequilibrio nella rete ospedaliera’: praticamente, non vogliono apportare delle modifiche, perché altrimenti dovrebbero ripassare per l’iter di approvazione. Hanno avuto cinque anni per lavorarla, ed ora sono con l’acqua alla gola, terrorizzati dal fallire l’ennesimo obiettivo di una legislatura che ha fatto acqua da tutte le parti”
“Per l’ennesima volta è stato cassato ogni tentativo di dialogo e confronto, perfino la possibilità di discutere quelle modifiche che avrebbero potuto e dovuto migliorare una rete ospedaliera che, così come verrà presentata al prossimo Consiglio Regionale, presenta numerose lacune e incongruenze lamentate da più parti. Tutte le osservazioni dei portatori di interesse auditi nel corso del tempo, così come tutti gli emendamenti presentati dai Consiglieri di opposizione, sono stati cestinati senza appello, a dimostrazione dell’arroganza e dell’atteggiamento dispotico che ha sempre contraddistinto questa maggioranza regionale di centrodestra, eternamente concentrata sugli interessi di partito a discapito di quelli dei cittadini. Nonostante gli sforzi dei consiglieri Taglieri, Smargiassi, Fedele, Stella e delle altre forze di opposizione, la rete ospedaliera è stata così licenziata senza alcuna discussione in Commissione e verrà quindi presentata in Consiglio Regionale senza accogliere nessuna delle istanze delle parti civili intervenute e delle forze di opposizione, che, è bene ribadirlo, rappresentano centinaia di migliaia di abruzzesi. Gli stessi a cui oggi è stata sbattuta una porta in faccia”, conclude Taglieri.
A protestare nel pomeriggio anche il consigliere regionale Pd, Pierpaolo Pietrucci: “Stiamo battagliando senza sosta, in Commissione Sanità, per evitare che passi un piano di rete sanitaria che delegittima i presidi esistenti e concentra in pochissime strutture, lontane dalle aree interne, le poche eccellenze che una Giunta miope ha mantenuto. La destra sta bocciando tutti gli emendamenti presentati dal PD e dai Cinque stelle finalizzati a migliorare la rete dei presidi ospedalieri e in particolar modo a salvare gli ospedali minori, a partire da Tagliacozzo o Sant’Omero”.
“Siamo stanchi di vedere cambi di casacca e Consiglieri che da grandi rivoluzionari diventano servi di partito, difendendo scelte che sviliscono le loro provincie di appartenenza. Sono pronto a far affiggere i manifesti 6×3, quando all’atto dell’approvazione in Aula del piano della rete sanitaria, sarà definitivamente compiuta la depauperazione totale del diritto alla salute di migliaia di cittadini abruzzesi. Questo ‘scippo’ avviene mentre oggi è in atto uno sciopero nazionale sulla sanità a cui va la mia adesione la mia solidarietà e tutto il mio sostegno”.
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