L’AQUILA – Alla primavera del 2027 manca ancora tanto tempo, e in politica tre anni o giù di lì possono essere una era geologica. Ma almeno per le partite che riguardano le elezioni e la conquista di Comuni, Regioni e Parlamento, la politica, anche quella aquilana, dimostra di avere una buona verve di programmazione di medio lungo termine. E infatti un abbozzo di totosindaco si può già azzardare per gli eventuali successori del sindaco Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia, al suo secondo mandato e quindi non ricandidabile, pronto invece a correre per il Parlamento.
Un nome innanzitutto sembra essere sempre più evocato nei conciliaboli del centrodestra cittadino e regionale: un nome pesante, quello del senatore, ex assessore regionale ed ex vicesindaco dell’Aquila, nonché vicesegretario regionale, il 45enne Guido Liris, di Fratelli d’Italia. E questa scelta sarebbe sintomo che il centrodestra si rende conto che il cambio di classe dirigente o il ricambio generazionale non assicura il terzo mandato consecutivo in un territorio che rappresenta una roccaforte per il partito di Giorgia Meloni. A maggior ragione perché dall’altra nel centrosinistra, si vedrà se a campo largo o ristretto, con lo scioglimento del patto tra Pd ed M5s, che comunque in città è poca cosa, sarebbe pronto a scendere un campo il riconfermato consigliere regionale del Partito democratico, il 48enne Pierpaolo Pietrucci.
Altro nome di peso del centrodestra, che già circola da tempo, è quello del 43enne Roberto Santangelo, assessore regionale al Welfare e alla Cultura, e presidente del Consiglio comunale, di Forza Italia.
Sia Santangelo che Pietrucci vedranno scadere il mandato in Regione nel marzo del 2028, Liris a settembre dello stesso anno al Senato, e tutti e tre dovranno in caso di candidatura ed elezione a sindaco anticipare di qualche mese l’addio alla loro attuale carica. Per tutti e tre, dopo la norma della finanziaria del 2022 del governo di Mario Draghi, come primi cittadini potrebbero comunque godere di uno stipendio di tutto rispetto, di 11.040 euro lordi al mese, oggi paragonabile a quello di assessore, consigliere o parlamentare.
In entrambi i casi, per il centrodestra sembra prevalere la consapevolezza che occorre mettere in campo un nome di peso, perché non ci si può permettere di perdere una roccaforte del centrodestra, e ancor prima del partito della della presidente del Consiglio, eletta alla Camera proprio nel collegio L’Aquila-Teramo, primo capoluogo conquistato in Italia con lo stesso Biondi nel 2017, a dare l’abbrivio alla cavalcata che ha portato Fdi in pochi anni dal 6% all’attuale 24%.
In città, questa la percezione, il consenso sta erodendosi, come del resto fisiologico dopo sette anni di consiliatura, complici gli scontri interni, in particolare tra Forza Italia che chiede da tempo un rimpasto, per le polemiche sulle scelte della riqualificazione del centro storico, la mancanza atavica di parcheggi, le difficoltà delle partecipate, la sanità indebitata e conseguenti disservizi e liste di attesa. E nessuno ha dimenticato che alle regionali del 10 marzo il primo partito a L’Aquila è stato il Pd, con il 18,42% contro il 18,10% di Fratelli d’Italia. Per di più in forte controtendenza rispetto al dato della provincia che si è confermata come feudo del centrodestra, con la coalizione del riconfermato Marco Marsilio, di Fdi, che ha ottenuto uno schiacciante 61,3% contro il 38,6% del centrosinistra di Luciano D’Amico, con percentuali ancora più bulgare nell’area marsicana. E tornando a L’Aquila, seppure il centrodestra ha preso il 52,7% contro il 47,2% del centrosinistra, la forchetta è stata comunque più stretta rispetto al dato regionale di 53,5% contro 46,5%.
Liris sarebbe dunque il miglior cavallo vincente ad oggi disponibile nella scuderia, tenuto conto che dopo l’elezione in parlamento nel settembre 2022, ha accresciuto il suo potere e la presa nel partito, anche in virtù del fatto che a Palazzo Madama è capogruppo Fdi alla commissione Bilancio ed è stato relatore dell’ultima legge finanziaria. Oltre che come detto vice segretario regionale del partito. Un’opzione in discontinuità con l’era Biondi. Tra i due, grandi amici e compagni di avventura politica, è esplosa poi la rivalità per il controllo del partito in provincia e in Abruzzo.
L’ipotesi di un candidato sindaco Fdi è del resto la più probabile, essendo L’Aquila come detto una roccaforte in primis che Fdi non vuole perdere.
Venendo a Santangelo: nel 2019 è stato eletto con la civica Azione politica, e subito è entrato in rotta di collisione con il leader, l’imprenditore Gianluca Zelli, avendo accettato di buon grado la nomina a vicepresidente del Consiglio regionale offertagli da Marsilio. La sua forza elettorale, in primis a L’Aquila, è stata confermata con la rielezione alle regionali del 10 marzo con 9.587 voti, primo in assoluto in Abruzzo per Forza Italia, partito in cui era entrato solo a luglio 2023. Santangelo si guarda poi bene dallo sciogliere il suo movimento politico, L’Aquila futura, che ha tre componenti in consiglio, risultata terza forza alle ultime comunali con l’8,4%, trampolino di lancio e ora solida base della forza elettorale dell’assessore regionale e presidente del consiglio comunale, cariche che si tiene entrambe strette. Un problema è però che il segretario cittadino, Stefano Morelli, e il vice segretario provinciale, Giorgio De Matteis, vorrebbero, per coerenza, che invece L’Aquila futura confluisse dentro il partito, e i toni si sono più volte alzati. Dalla sua, anche il fatto che grazie alla sua delega come assessore, potrà fare la parte del leone nel 2026, anno in cui L’Aquila sarà capitale italiana della Cultura.
Uno dei due, si prevede nel centrodestra, dovrà dunque vedersela con un avversario senz’altro temibile, come il due volte consigliere Pietrucci, rieletto a marzo con i 5.833 voti, e che aveva già provato a candidarsi a sindaco, nel 2017, ma sconfitto alle primarie del centrosinistra da Americo Di Benedetto, che poi ha perso la partita decisiva, contro i pronostici della vigilia, al ballottaggio contro Biondi. Pietrucci ha anche dalla sua l’essere stato da subito uno di più convinti sostenitori della ora segretaria nazionale Elly Schlein.
Nel borsino del totosindaco dunque, se è quello illustrato lo scenario, destinate a scendere di posizione sono le ipotesi della candidatura del vicesindaco Raffaele Daniele, anche lui di Fdi, fedelissimo di Biondi nel suo primo mandato, ma poi passato con Liris, secondo più votato nel 2022 con 1.150 preferenze.
Ad Abruzzoweb ha negato il suo interesse a farsi avanti invece Livio Vittorini, presidente della commissione Bilancio, figlio di Stefano Vittorini, compianto presidente del Consiglio comunale, terzo più votato alle comunali con 974 preferenze. Anche il suo nome è uno di quelli che circola, come pure per Fratelli d’Italia l’attuale capogruppo Leonardo Scimia, o anche per il post Biondi, ex sindaco di Villa Sant’Angelo, un altro sindaco fuori le mura, questa volta donna, l’avvocato Deborah Visconti, sindaco di Sant’Eusanio Forconese, presidente dell’Unione dei comuni montani, salita alla ribalta dopo il suo passaggio in Fratelli d’Italia insieme al gruppo guidato dall’ex assessore regionale Mimmo Srour, con la regia del senatore Liris, capogruppo della commissione Bilancio, e vice coordinatore regionale del partito.
Dall’altra parte, pare non abbia interessi ad una corsa a sindaco Paola Inverardi, rettrice del Gran Sasso science institute, ed ex rettrice dell’Università dell’Aquila, che preferisce portare avanti la sua già brillante carriera accademica e scientifica. Ma non è detta l’ultima parola, vista la voglia, innata, di fare politica della donna forte della formazione universitaria che dal vertice del Gssi è impegnata a piazzare un suo sodale alla guida dell’università dell’Aquila alle elezioni del prossimo maggio.
Mentre invece resta in campo l’ipotesi della sindacalista Cgil vicina al Pd Rita Innocenzi, già candidata alle politiche nello stesso collegio dove è stata eletta Meloni, e poi alle regionali, dove ha preso oltre 4.200 voti. Anche lei della corrente di Elly Schlein. Una candidatura femminile, in un comune, L’Aquila, che non ha mai avuto un sindaco donna.
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