L’AQUILA – L’ipotesi delle primarie per uscire dal pantano, in cui il centrosinistra aquilano si è ficcato, con i candidati in pectore scesi in campo, la deputata del Partito democratico Stefania Pezzopane il consigliere regionale e comunale del Passo Possibile, Americo Di Benedetto, che non intendono fare un passi indietro, con quest’ultimo che gode di appoggi anche dentro i dem, a rendere il quadro ancora più complicato. Con in corsa anche il capogruppo del Pd in Comune Stefano Palumbo, alfiere del rinnovamento del partito.
La sabbia nella clessidra continua a scorrere, le elezioni comunali dell’Aquila di maggio prossimo si avvicinano, e il centrosinistra lacerato non riesce a trovare il bandolo della matassa, trovando un candidato sindaco condiviso e possibilmente vincente da contrapporre al primo cittadino uscente Pierluigi Biondi di Fratelli d’Italia, in campo da tempo, con il benestare dell’intero centrodestra.
Qualche risposta in più potrà arrivare oggi dal tavolo del centrosinistra, che si riunisce oggi alle ore 17.30
Le soluzioni possibili sono quelle di una difficile sintesi a tavolino con una candidatura unitaria, per evitare che Biondi vinca al primo turno, che presuppone innanzitutto il passo indietro o di Pezzopane o di Di Benedetto. Oppure arrischiare la candidatura di entrambi, per poi arrivare al mutuo appoggio al secondo turno. Infine trovare un candidato terzo, di alto profilo, capace di rappresentare e compattare l’intera coalizione, dall’ala moderata, quella di Di Benedetto, all’ala più a sinistra, anch’essa nel guado. In ogni caso si ragiona nel tavolo del centrosinistra, che si riunisce periodicamente ma che finora non ha tirato fuori nessun nome limitandosi a fare accademia sul programma, la soluzione delle primarie potrebbe dunque essere l’unica via percorribile, anche per favorire la partecipazione popolare di un elettorato sempre più irritato dalla stasi. Ipotesi primarie che però possono andar bene a Pezzopane, ma non è affatto detto che Di Benedetto decida di parteciparvi, proseguendo nella sua corsa solitaria.
La due volte parlamentare Pezzopane, già assessore regionale presidente della Provincia, il 28 dicembre, anche in virtù dell’inconcludenza nelle riunioni periodiche tavolo del centrosinistra, ha rotto gli indugi e bruciato i tempi, dicendosi disponibile a correre, contando sull’appoggio degli altri due dominus del Pd, componenti della mitica triade, l’ex vicepresidente vicario della Regione e parlamentare Giovanni Lolli, e dell’ex sindaco e parlamentare Massimo Cialente. Da quel momento Pezzopane ha occupato la scena, e non ha perso occasione per lanciare bordate contro Biondi e il “malgoverno” del centrodestra in sella dal 2017, che ha risposto colpo su colpo.
Però si è rimasti alla fase della disponibilità alla candidatura, da parte della deputata, visto che assicurano fonti interne al centrosinistra aquilano, in realtà il suo nome trova resistenze anche da quella parte del Pd che spinge per un rinnovamento generazionale, o comunque appartiene a correnti interne che non sono quelle della Pezzopane. O ancora lavora da tempo a modificare gli equilibri di forza dentro al partito
Nell’ordine, assicurano i bene informati, a non volere la candidatura di Pezzopane sono in primis il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e il consigliere comunale Stefano Albano. E ancora il segretario regionale Michele Fina, della corrente del ministro Andrea Orlando. Pesce in barile il senatore ed ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che osserva alla finestra.
A pesare anche, come sempre avvenuto, sono le future candidature alle politiche e anche alle regionali, che rendono il gomitolo ancora più aggrovigliato: le elezioni a L’Aquila sono infatti quota parte di una partita più ampia di ridefinizione dei rapporti di forza. E sia Pietrucci che Fina ambiscono legittimamente ad un posto in parlamento.
C’è poi l’eterna promessa Stefano Palumbo, 45enne capogruppo del Pd in Comune che viste come si sono messe le cose vedrà forse sfumare la sua candidatura a sindaco a cui aveva cominciato a lavorare.
Se il Pd si dilania, gongola Di Benedetto consigliere regionale di Legnini presidente, e comunale con Il Passo possibile, ex sindaco di Acciano e presidente della Gran Sasso acqua, già candidato sconfitto nel 2017 da Biondi e a maggior ragione non intende fare un passo indietro e men che meno dire di sì alle primarie.
Questione di tattica politica – sia il Pd a appoggiarmi, piuttosto – ma anche di scaramanzia. Nel 2017 Di Benedetto vinse le primarie proprio contro Pietrucci, poi al primo turno arrivò primo contro Biondi, per poi perdere clamorosamente al ballottaggio con il tremendo sospetto che a impallinarlo sia stato proprio il fuoco amico, in casa Pd, a causa dei veleni lasciati dalle primarie.
Ora però tra Pietrucci e Di Benedetto, vicini di scranno in consiglio regionale, sembra essere tornato il sereno e non è cosa scontata il fatto che i due abbiano firmato insieme una nota stampa, solo qualche giorno fa, in cui è stata fatta richiesta di un incontro con i vertici della Asl provinciale aquilana, per un confronto sulla situazione della sanità in provincia dell’Aquila.
Non va dimenticato che Pietrucci, è arrivato ai ferri corti con il partito, dopo l’accusa, poi rivelatasi campata in aria, da parte della tesoreria, di non aver versato le quote mensili. Accusa lanciata, con regia del segretario regionale Fina, putacaso nei giorni in cui Pietrucci, in dissenso con il partito, si era schierato contro la nomina del sindaco di Pizzoli, Gianni Anastasio, a coordinatore dei sindaci del cratere sismico 2009. Nomina poi andata in porto.
Se dunque si opterà per le primarie, il rischio è che riguarderà il Pd e i suoi satelliti, e con Di Benedetto che andrà per la sua strada, non si eviterà la spaccatura del fronte anti Biondi.
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