ROMA – L’industriale emiliano Emanuele Orsini, imprenditore dell’edilizia in legno e dell’alimentare, è da oggi il nuovo presidente di Confindustria.
Designato lo scorso 4 aprile dal consiglio generale, è stato eletto oggi, dall’assemblea di via dell’Astronomia, leader degli industriali per il quadriennio 2024-2028: guida il sistema di rappresentanza degli industriali, con oltre 150mila imprese associate con più di 5 milioni di dipendenti, ed un contributo del 34% al Pil.
Orsini è il trentaduesimo presidente di Confindustria. È stato eletto dall’assemblea dell’associazione degli industriali, in via dell’Astronomia, con il 99,5% dei consensi: sono stati 789 i voti favorevoli, 4 i contrari, con 848 presenti al voto su 865 aventi diritto (il 98%).
“Oggi è una giornata importante, perché avete visto che è stata una campagna elettorale accesa, ma le parole che saranno i nostri pilastri per i prossimi quattro anni sono: dialogo, identità, unità. Sono molto contento che il voto di oggi, con il 99,5% dei consensi, ha dimostrato che il nostro sistema è riuscito a
ricompattarsi. Questo è fondamentale”, ha detto Orsini.
Serve “certezza del diritto. L’unica cosa che vuole l’imprenditore è conoscere le regole del gioco”, ha sottolineato il neopresidente elencando i punti chiave del suo mandato.
È un no “a norme retroattive”, ha aggiunto, “significa che domani non posso difarmni più di te, significa che Confindustria con si fida più del Govern e delle istituzioni”.
Sul superbonus “d’accordo che venga chiuso, ma alle imprese facciamo almeno finire i lavori alle imprese e scontare il credito”.
Confindustria vuole ora aprire un confronto “ma non in chiave conflittuale, anzi, per delineare dei percorsi di salvataggio, costruttivi. Ci organizzeremo presto con un tavolo di lavoro per dare certezza dei temi e delle procedure. È davvero un tema centrale, perché le imprese devono potersi fidare”.
“Parlare di jobs” oggi in Italia “mi sembra una pazzia”, ha poi proseguito: è un tema che sembra avere “una chiave politica”, ma “non è una esigenza del momento”.
Il tema si lega al referendum lanciato dalla Cgil. Ma con i sindacati serve rilanciare un dialogo, ha detto Orsini tra le sue linee programmatiche: “Credo che sia miope non avere dialogo: il dialogo serve e deve essere costruttivo. Io, e credo mi verga riconosciuto, cerco di unire”, per farlo “è necessario che anche i sindacati siano compatti”.
E nel dialogo, sul fronte anche di contratti e salari, “al centro dovrà esserci anche la parte del welfare, sempre più centrale”. E sulla partecipazione dei dipendenti alla vita delle aziende: “Non sono d’accordo sulla proposta della Cisl”.
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