L’AQUILA – “Tutti i giorni sul giornale, sui giornali, si vomita veleno”.
Duro attacco, senza motivazioni condivisibili, da parte del presidente, a fine mandato, della Camera di commercio dell’Aquila, Lorenzo Santilli, agli organi di informazione, in particolare ai quotidiani, sferrato ieri durante l’inaugurazione, all’Aquila, della sede di Conflavoro, di cui è presidente l’imprenditore nel campo dell’arte orafa, Ugo Mastropietro.
Santilli, 64 anni, ex sindaco di Acciano (L’Aquila), politico di lungo corso, ex componente della Dc, prima, e del Pdl e di Forza Italia poi, imprenditore nel settore delle costruzioni e della ricettività alberghiera, è anche consigliere di amministrazione della Bcc Roma.
Molto vicino a Mastropietro, tanto che i “rumors” lo danno come vero “deus ex machina” della nascita di Conflavoro all’Aquila, dopo la sua uscita dalla Confcommercio (che lo aveva designato alla presidenza della Camera di commercio aquilana e che non lo ha ricandidato) per contenziosi economici e quella dello stesso Mastropietro.
Alla presenza di numerose autorità locali, tra cui il deputato del Pd Stefania Pezzopane, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, di FdI, e i consigliere regionali di centrosinistra Pierpaolo Pietrucci e Americo Di Benedetto, Santilli, rompendo un silenzio durato anni, che non lo ha mai portato a fare un rendiconto dell’attività sul territorio e a favore del mondo imprenditoriale, come presidente dell’ente camerale, e in procinto di lasciare, tra le tante polemiche che hanno accompagnato la sua gestione, la guida dell’ente (manca meno di una mese alla formazione della nuova Camera di commercio Gran Sasso d’Italia nata dalla fusione tra L’Aquila e Teramo) ha fatto passare in secondo piano l’evento e ha attaccato pubblicamente la stampa.
Era già accaduto un’altra volta, durate la consegna dei premi della Fedeltà al lavoro, quando Santilli aveva ammonito il pubblico presente: “Fate come me, non leggete i giornali”.
Oggi, una nuova freccia scoccata all’indirizzo di chi fa quotidianamente informazione.
“Questa esperienza negativa del Covid”, ha detto Santilli prendendo la parola, “ha fatto maturare una cognizione di valore diverso da dare a tutto il sistema delle imprese. Se non abbiamo la capacità di parlare bene di questo nostro Paese, come ci sforziamo di parlare bene di questa nostra città, e se tutti i giorni sul giornale, su qualsiasi giornale, vomitiamo veleno su questo Paese, che viene considerato da altri il più bello del mondo, io credo che facciamo come il venditore di caramelle che propone a te le caramelle, ma dice: io non me le mangio perché non mi piacciono. Scusate e se non piacciono a te perché dovrebbero piacere a me?”, ha dichiarato con un chiaro riferimento al ruolo svolto dagli organi di informazione, puntando il dito contro “questo modo di fare, di non valorizzare le nostre esperienze, le nostre capacità e i nostri valori e di parlarne in termini positivi, ma di trovarne soltanto la negatività”, ha proseguito definendosi un “tecnoleso”, “questi strumenti di oggi – io sono tecnoleso quindi posso dichiararmi fuori da questo aspetto – servono per non avere il coraggio di dire, laddove c’è bisogno di parlare, perché è uno strumento che serve per nascondere e per crearsi uno spazio”.
“Il nostro Abruzzo ha 182mila imprese su 1 milione e 1 milione 250mila abitanti: significa che ha un’impresa ogni 8 abitanti. Non è il dipendente pubblico l’elemento preponderante dell’economia del nostro territorio. Il sistema datoriale non tiene più conto di questo rapporto perché, a seguito dei problemi, lavora troppo spesso per la propria sopravvivenza”.
Santilli, spesso al centro delle polemiche da parte di rappresentanti delle associazioni di categoria “per la gestione personalistica dell’ente che guida da dieci anni”, ha proseguito: “Va portato dentro le scuole il concetto che il successo non è che se io non sono in grado di diventare Steve Jobs e Bill Gates sono un fallito”, ha dichiarato, “il successo è quanto è accaduto nella mia vita. E se nella mia vita ho messo in piedi un’azienda con competenza e cognizione di causa, perché ho fatto questo tipo di investimento personale, non parlo di quello economico, noi riusciamo a capire che il successo è il funzionamento di quello che vogliamo”.
Non una parola, invece, sul ruolo svolto dall’ente camerale come stimolo e accompagnamento al sistema economico e imprenditoriale locale e conseguentemente un bilancio dopo dieci anni alla guida di un ente che sarà sciolto nelle prossime settimane.
Santilli non ha mai fatto un resoconto dell’attività della Camera, né delle effettive misure messe in atto nel suo mandato, numeri alla mano, con bandi europei e risorse intercettate.
In Abruzzo il sistema camerale viaggia a due velocità: mentre la Camera di commercio Chieti- Pescara, dopo la fusione avvenuta anni fa, funziona a pieno ritmo, la Camera Gran Sasso d’Italia, che nascerà formalmente entro ottobre con la designazione del nuovo consiglio, sconta un pesante ritardo frutto di carte bollate, diffide e ricorsi, che hanno interessato i due enti camerali, aquilano e teramano, l’uno contro l’altro.
Tanto che i presidenti, Santilli e Gloriano Lanciotti (Teramo), quest’ultimo candidato alla guida della nuova Camera unificata, sono ai ferri corti.
Ma questo non ha impedito a Santilli di attaccare pubblicamente i giornali e chi fa informazione, “rei” di non valorizzare al meglio il territorio e l’intero Paese. (Red)
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