L’AQUILA – “Lei in questi 10 anni ha sempre detto che chi cambiava partito doveva dimettersi. Lo ha detto lei, che era il capo dei puri!”
Ad accendere gli animi, nel Consiglio regionale di martedì scorso, il durissimo attacco del consigliere di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani, a Sara Marcozzi, due volte candidata presidente del Movimento 5 stelle, e che dopo aver lasciato i pentastellati seguendo la sfortunata scissione di Luigi Di Maio, è ora approdata dal gruppo misto a Forza Italia. A prendere le difese di Marcozzi, il capogruppo degli azzurri Mauro Febbo, con un altro scambio di battute al vetriolo con Mariani.
Ha detto in aula accalorandosi Mariani: “Da parte di Sara Marcozzi, e dei suoi colleghi, ho subito in questi anni attacchi violentissimi, ho visto membri della mia famiglia piangere, la sera mi sono dovuto, moralmente parlando, lavare la camicia dagli schizzi di letame. Questo allontana la gente dalle istituzioni, dall’andare a votare, e quando mi dicono siete tutti uguali, collega Marcozzi, mi dispiace, io non sono uguale a lei. Lei ha dato un pessimo esempio. Il suo errore è meditato, un gesto grave nei confronti di chi l’ha votata”.
A seguire la replica di Marcozzi: “Certo che è la mia e’ stata una scelta meditata, dopo una attenta valutazione, sono l’unica persona che è uscita da una forza politica, il MoVimento 5 stelle, facendo una conferenza stampa, alla luce del sole, non ho nulla da nascondere e di cui giustificarmi”.
A seguire è intervenuto Febbo, che puntando il dito contro Mariani ha tuonato: “parlate voi che avete comprato un consigliere regionale, Giorgio D’Ignazio nella passata legislatura, non fate la morale, il passaggio di Marcozzi è stato lineare, dopo tutto quello che è accaduto nel M5S, e siamo contenti che sia approdata in Forza Italia”
I toni si sono ovviamente surriscaldati, nella controreplica di Mariani, “le parole di Febbo sono gravissime, mi autodenuncerò visto che avrei acquistato il consigliere D’Ignazio, e chiederò agli organi competenti di indagare”. E ha incalzato, “non so chi gliel’ha raccontata questa cosa, mi raccontano tante anche a me, Ad esempio due persone che non conoscevo hanno detto, ‘questi si sono assunti gli amici, i parenti alla regione e alla Asl!’. Lo dicevano a me e al collega Pierpaolo Pietrucci. Ma noi gli abbiamo risposto che non è vero, sarebbe anzi un reato, sono stati assunti perché sono bravi, è una coincidenza che sono parenti conoscenti…”.
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