L’AQUILA – “Lei, e non capisco perché, va avanti non come il presidente del consiglio, ma come un capo politico che non guarda al consiglio regionale e ai gruppi politici. Lei sta trasformando quest’aula in un luogo veramente brutto!”.
E’ solo uno degli attacchi che il consigliere regionale del Pd, Sandro Mariani ha lanciato contro il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, di Forza Italia nella seduta di oggi. A accendere la miccia il diniego della necessità di far passare al vaglio alla commissione di Vigilanza, di cui è presidente lo stesso Mariani, lo schema di bilancio di previsione 2025-2027 del consiglio regionale, da circa 30 milioni di euro, votato poi dalla maggioranza di centrodestra.
Sospiri alla richiesta di Mariani ha sostenuto che “sul fatto che la commissione di Vigilanza debba esaminare gli atti contabili dell’ufficio di presidenza del consiglio, siamo perfettamente d’accordo, se non glieli hanno mandati, glieli faremo mandare tutti e ci scusiamo. Ma quello che noi stiamo votando ora è però il bilancio di previsione del consiglio regionale, che non è un atto contabile dell’ufficio di presidenza. Lei può e deve esaminare gli atti di spesa, ma quello di oggi è un documento che riguarda un bilancio che verrà, di previsione, appunto, e che non ha ancora speso nulla, perché deve essere approvato in sede di legge finanziaria”.
Al che ha risposto a muso duro Mariani: “Lei mi vuole far credere che il bilancio del consiglio regionale non è un atto contabile? Che dire, mi farò dare ripetizione dal professor Luciano D’Amico…”
Per poi incalzare: “lei vuole trasformare questa aula con forzature e a colpi di machete, per dimostrare che lei governa l’aula. Io andrò avanti nella richiesta, perché ho fondate ragioni e non perché mi sono svegliato male questa mattina”.
Sospiri ha dunque, regolamento del consiglio alla mano, ha tagliato la testa al toro. “Il consigliere Mariani ha chiesto un ulteriore approfondimento, e come vuole il regolamento, se sorgono rilevanti controversie nel corso delle sedute del Consiglio, spetta al presidente la decisione finale”.
E ha dunque sentenziato: “non vedo nessuna controversia, e non perché lo dico io, ma gli uffici”, respingendo l’istanza di Mariani.
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