CONSIGLIO: OPPOSIZIONE NON VOTA LEGGE SU TEOFILO PATINI, PER D’AMICO, “MANCA QUADRO SISTEMATICO”

11 Maggio 2025 18:07

Regione - Cronaca

L’AQUILA – Fu Teofilo Patini un fiero socialista, con i suoi capolavori Vanga e latte, L’erede e Bestie da soma, denunciò le condizione di estrema povertà del popolo abruzzese di fine ‘800, raccontò la dignità e la fatica delle classi più umili.





Eppure martedì scorso in consiglio regionale, l’opposizione del Patto per l’Abruzzo, che pone al centro, assieme al suo capogruppo il professor Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo, i principi di solidarietà e vicinanza agli ultimi, si è astenuto davanti ad un progetto di legge, presentato, ironia della sorte, dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimo Verrecchia, che prevede la valorizzazione della Pinacoteca Teofilo Patini di Castel di Sangro, in provincia dell’Aquila, dove il grande pittore nacque nel 1840,  per ottenere poi nel 1906 la cittadinanza onoraria dell’Aquila, che l’anno prossimo sarà Capitale italiana della cultura.

A prendere la parola nella dichiarazione di voto il solo capogruppo D’Amico, già candidato presidente sconfitto da Marco Marsilio di Fdi nel marzo del 2024, motivando l’astensione con la seguente argomentazione: “volevo solo chiarire perché ci siamo astenuti sul progetto. Non perché siamo contrari a qualsiasi iniziativa che possa in qualche modo far risaltare la figura di Teofilo Patini. Ma ci farebbe piacere che anche questa iniziativa venisse inquadrata in modo più sistematico all’interno di tutte le iniziative che sono volte a valorizzare artisti e personaggi di rilievo”.

Ancora una volta, insomma, D’Amico, nemico giurato del fondi a pioggia, legge mancia e misure ad hoc, per questo o quel beneficiario, ha imposto la sua linea, come avvenuto nella ultima omnibus di novembre, con l’opposizione che ha votato contro, e con il centrodestra che si è spartito tutto il monte premi di fondi a pioggia. Linea che è però sempre meno condivisa, e dietro le quinte le sue argomentazioni sono apparse  un tantino “cervellotiche” e “benaltriste”, tenuto conto dello spessore assoluto di Patini, e dell’importanza del polo museale di Castel di Sangro. Ed ora a poter rivendicare l’investimento sarà il solo centrodestra, in un Comune dove è sindaco Angelo Caruso, di Fdi, che anche presidente della Provincia dell’Aquila.





A smarcarsi e a votare a favore, comunque, nella minoranza, è stato Vincenzo Menna, eletto con Abruzzo Insieme,  la civica dello stesso D’Amico.

Gli altri si sono allineati, per non dare spettacolo di divisione, ma le polemiche serpeggiano, dentro un gruppo sempre più spaccato e in imbarazzo davanti alle aspettative dei territori, in questo caso quello dell’Alto Sangro, e agli esponenti locali, sindaci in prima linea, che non comprendono questa linea così “purista”, nell’erogazione, seppure ad hoc, di fondi pubblici.

Subito dopo però tutta l’opposizione ha votato a favore di un altro provvedimento, anch’esso a  firma di Verrecchia, per la valorizzazione dei luoghi frequentati da papa Celestino V: l’Abbazia di Santo Spirito a Morrone, il Romitorio di Santo Onofrio, l’area archeologica di Ercole Curino, l’ex campo di concentramento 78, gli affreschi del Trecento e la cella del Santo, nella valle Peligna e a Sulmona, dove a fine maggio si vota per le comunali. In questo caso non è stato osservato che anche questa iniziativa doveva essere “inquadrata in modo più sistematico”.

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