CENTROSINISTRA VINCE 15 VOTI A 10; ASSENTI GEROSOLIMO, DI MATTEO, OLIVIERI E CHIODI; D'ALFONSO SI ASTIENE; OPPOSIZIONI INSORGONO, SCONTRO SU VERTENZA SISTEMA; SCLOCCO FURIOSA PER RINVIO DOPPIA PREFERENZA

CONSIGLIO REGIONALE: RESPINTA MOZIONE SFIDUCIA DOPPIO INCARICO D’ALFONSO

25 Maggio 2018 13:28

Regione - Politica

L'AQUILA – Il consiglio regionale abruzzese ha respinto con 15 voti contrari, 10 voti a favore e un'astensione,  la mozione di sfiducia al presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso, presentata dalle opposizioni che contestano il doppio incarico di governatore e senatore.

A presentare la mozione Forza Italia e il Movimento 5 stelle, all'indomani del consiglio regionale dell'8 maggio scorso, che non ha riconosciuto, con un voto di misura (16 no e 15 sì) l'incompatibilità tra i due ruoli elettivi, sottolineando che senza la convalida da parte della giunta per il regolamento del senato, non è una “condizione antigiuridica”.

Dei 31 in totale, hanno votato a favore della mozione 10 consiglieri regionali: Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri, Paolo Gatti, Emilio Iampieri, di Forza Italia, Mauro Di Dalmazio di Abruzzo futuro,
Leandro Bracco di Sinistra Italiana, e poi i quattro consiglieri M5s Sara Marcozzi, Pietro Smargiassi, Domenico Pettinari e Riccardo Mercante.

Mentre hanno votato contro I 15 consiglieri regionali Giuseppe Di Pangrazio, Sandro MarianiPierpaolo Pietrucci, Luciano Monticelli, Sandro Balducci, Antonio Innaurato, Dino Pepe, Silvio Paolucci, del Pd, Marinella Sclocco e Mario Mazzocca  di Art 1 Mdp, Alessio Monaco e Lorenzo Berardinetti di Regione Facile, Giorgio D'Ignazio del Nuovo centro destra, Maurizio Di Nicola, del Centro democratico, Lucrezio Paolini dell'Italia dei valori.

D'Alfonso come prevede la prassi, si è astenuto, essendo il destinatario della mozione di sfiducia.

Nella seduta di oggi erano assenti in quattro: i tre critici contro la maggioranza, Donato Di Matteo, ex assessore passato dal Pd a Regione facile, l’altro ex assessore Andrea Gerosolimo (Abruzzo Civico) e il suo collega civico Mario Olivieri. I tre hanno annunciato ieri con una nota che non avrebbero votato.

Assente per motivi di salute l’ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, ex Forza Italia approdato nella formazione di Noi con l’Italia alle elezioni politiche del 4 marzo scorso: l’ex sindaco di Teramo, comunque, non aveva firmato la mozione presentata dai suoi ex colleghi di Forza Italia e dal centrodestra.

Si è invece espresso contro la mozione il presidente del Consiglio Di Pangrazio, che era finito nel mirino delle opposizioni che lo avevano accusato di “non aver mantenuto il respiro istituzionale”, inseguito al no espresso nella seduta dell’8 maggio scorso quando è stata respinta l’istanza di incompatibilità di D’Alfonso, tutto ciò nonostante il suo voto non avrebbe cambiato il verdetto.

La seduta è stata caratterizzata dai vari interventi, in particolare si è registrato un duro battibecco tra il consigliere di Sinistra italiana Leandro Bracco e quello di Forza Italia Mauro Febbo, tra i quali sono volate anche parole grosse.

In apertura della seduta è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare la scomparsa dell'ex presidente della Giunta regionale Giovanni Pace. Deputato per due legislatura e a lungo consigliere comunale di Chieti, Pace, che ha guidato la Regione dal 2000 al 2005, si è spento nei giorni scorsi a 84 anni.

Il Consiglio regionale, nella seduta pomeridiana, ha  poi approvato una serie di disegni di legge riguardanti il riconoscimento di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive nel settore dei trasporti per complessivi oltre tre milioni di euro.

L’assemblea ha anche licenziato il provvedimento sulla partecipazione della Regione Abruzzo ai processi normativi dell'Unione Europea e sulle procedure d'esecuzione degli obblighi europei (fasi “ascendente e discendente”).

A maggioranza è stato dato il via libera,  al progetto di legge riguardante le modifiche alla normativa sulla gestione della fauna ittica e della pesca nelle acque interne.

Maggioranza di centrosinistra ed opposizione di centrodestra e M5s in Consiglio regionale si sono poi spaccati sulla vertenza di Sistema, la Spa partecipata dall’azienda unica di trasporto regionale Tua, che ha la competenza della vendita di biglietti, per i quali quest’ultima ha avviato le procedure di licenziamento per i 46 lavoratori che secondo quanto si è appreso sono da cinque mesi senza stipendio. 





Approvato con i voti del centrosinistra una risoluzione presentata da Maurizio Di Nicola, che appena ottenuto la delega speciali ai trasporti che è stata del neo parlamentare Camillo D'Alessandro, dimessosi da consigliere, nella quale si impegna la giunta regionale a fornire indicazioni all’organo gestionale della Tua “per procedere ad esperire tutte le azioni possibili atte a proporre al maggior numero possibile di lavoratori di Sistema occasioni di impiego lavorativo con particolare attenzione alle mansioni di “bigliettazione” e “autista”.

Il consiglio ha invece bocciato il documento presentato dal consigliere di Forza Italia Mauro Febbo il quale stamani ha chiesto e ottenuto che una delegazione di lavoratori dei capigruppo fosse ricevuta in consiglio. 

L'assessore Sclocco, si è infine in una nota di fuoco definita  “furiosa”, per l’ennesimo rinvio riguardo la votazione sulla doppia preferenza di genere.

“Capisco che possano esserci “altre urgenze” – conclude la Sclocco – ma non è una motivazione sufficiente a un nuovo rinvio. Siamo di fronte all’ennesimo atto di prepotenza istituzionale, in cui un accordo non viene rispettato e spero vivamente che non sia un trucco per tirare fuori un espediente utile ad annullare le prossime elezioni regionali”.

IL DIBATITTO IN AULA PRIMA DEL VOTO DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA

Serrato il dibattito che ha preceduto il voto. Bordate come prevedibile dai banchi dell’opposizione.

Molto duro con il governatore-senatore il consigliere regionale pentastellato Domenico Pettinari.

“Un anno fa avevo detto a d’Alfonso che era un uomo politicamente finito e che ci sarebbero stati gli ultimi colpi di coda – ha spiegato -. D’Alfonso mi fa pena: non fa il ministro, non fa il sottosegretario, e di contro qualcuno del movimento cinque stelle farà il ministro oppure il sottosegretario. Mi dispiace per la maggioranza di centrosinistra ma alla prossima tornata saranno riconfermati in tre dei 18 attuali”.

Pettinari ha ribadito “che la legge prevede la incompatibilità che il centrosinistra ha respinto violando le regole”.

Il consigliere ha anche attaccato i tre critici della maggioranza, Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri, assenti nella seduta di oggi.

“D’Alfonso è coerente con quanto fatto finora, sono i tre presunti dissidenti a non esserlo, infatti hanno prima mangiato con il centrosinistra, poi lo hanno scaricato ed infine con la loro assenza hanno salvato il governatore”, ha detto Febbo che poi accusato D’Alfonso di “congelare l'attività amministrativa, rimanendo sul piede in due staffe, quando però candidandosi governatore aveva promesso di dedicarsi all’Abruzzo”.

“Continui a fare delibere farlocche, a distribuire incarichi regionali ai fedelissimi – ha tuonato Febbo –  mentre la società regionale dei trasporti Tua non ha approvato  il bilancio, perché ha un buco enorme, e le Asl,  al di là di quello che si dice il tavolo di monitoraggio, chiuderanno con 100 milioni di perdita e accetto la sfida, come e dove volete, per dimostralo”.

“Poniamo fine a questa iattura, non avveleniamo ulteriormente un clima che è già elettorale”, ha concluso l’esponente di Forza Italia.

Consapevole sull'esito del voto Sospiri ha aggiunto: “Oggi siamo sempre stati consapevoli di essere destinati a perdere sul voto alla mozione di sfiducia al Governatore D’Alfonso, ma sappiamo anche che stiamo vincendo fuori dall’aula, perché l’opinione pubblica, gli abruzzesi, sono scandalizzati, quanto noi dell’arroganza del potere sfoderata dal Pd e dal suo Presidente D’Alfonso, l’unico che pretende di continuare a fare sia il presidente di Regione che il Senatore, violando spudoratamente la Costituzione e ogni legge e regola. E saranno i consiglieri di maggioranza che hanno votato contro la mozione a coprirsi di quell’ignominia che li accompagnerà per sempre, anche quando non avranno più un ruolo politico, e si accorgeranno che l’unico ad averla fatta franca sarà sempre e solo Luciano D’Alfonso”.

A fare quadrato intorno a D’Alfonso Maurizio Di Nicola di Centro democratico, il sottosegretario di giunta Mario Mazzocca di Art. 1- Mdp, e l’assessore al bilancio Silvio Paolucci del Partito democratico.





 Di Nicola ha ringraziato D’Alfonso “per il grande lavoro svolto finora”, e  ha ribadito che la legislatura deve andare avanti perché “dobbiamo approvare importanti provvedimenti  vanti atti e provvedimenti essenziali per la vita degli abruzzesi”.

Mazzocca, nella nuova veste di Sovrintendente alla ricostruzione 2016-2017, nuova delega che gli ha assegnato da pochi giorni D'Alfonso, ricorda di “aver partecipato a centinaia di incontri, e non a convegni autoreferenziali, e ho riscontrato c'è criticità derivante dalla risposta della ricostruzione post sismica 2016 2017, sono pertanto onorato di questo nuovo carico di lavoro, anche se gli amici mi dicono, 'Ma chi te lo fa fare…'”.

Ricorda poi che “tra i meriti che ci ascriviamo è il 75 per cento di acque balneabili sulle nostre coste, risultato impensabile tre anni. Abbiamo approvato il piano cave, e ricordo che chi ci ha preceduto aveva affidato la sua redazione ad un esponente di Assomineraria, che un pò come dare l’incarico di progettare un asilo ad Erode”

Paolucci ha definito senza mezzi termini la mozione di sfiducia, “un atto di arroganza politica, senza alcun giudizio di merito fondato su fatti e dati, messo in pratica  da chi erroneamente pensa di avere già vinto le future elezioni regionali, ma a livello nazionale sta impiegando 90 giorni per assicurare un governo al Paese, con una profondissima divisione dello schieramento di centrodestra”.

E ha aggiunto: “l’Abruzzo ha ottenuto risultati senza precedenti, anche se è un momento complicato in cui i fatti vengono dopo la realtà aggiunta, la verosimiglianza, la comunicazione sempre e comunque negativa per suscitare sdegno e rancore. Ricordiamo la messa in sicurezza dei suoi conti pubblici senza tasse nè tagli, l’uscita dal commissariamento della sanità, la società unica dei trasporti difendendo il trasporto pubblico, il salvataggio dell’aeroporto d’Abruzzo, le risorse del Masterplan, i 3 miliardi di investimenti che sono a disposizione  nel tempo della nostra comunità, il piano dei rifiuti, il no ad Ombrina”.

Appassionato e senza sconti anche l’intervento di D’Alfonso.

“E’ vero: la mia incompatibilità è citata nella carta costituzionale, ma nei regimi liberal democratici occorre poi la proceduralizzazione. L’incompatibilità è un disvalore, ma se c'è conflitto di interesse. E nel mio caso il conflitto di interesse è un doppio pagamento, per ciascuno dei due incarichi? No, non lo è”, sottolinea D'Alfonso, ricordando che ha rinunciato al compenso da presidente della Regione, di circa 14 mila euro al mese.

“Sto rinunciando al tempo da dedicare al ruolo da presidente? No, visto in Senato non riesco ad andare, ci ho messo piede solo quattro volte – prosegue D'Alfonso Ho approvato al Senato una norma al solo favore degli abruzzesi? Ovviamente no. Qual è dunque il di meno, che sta pagando la comunità abruzzese?Attendo pertanto che mi si formalizzi la vita giuridica da senatore, poi farò la mia scelta”.

Anche D'Alfonso poi abbozza un bilancio della legislatura.

“Ci si accusa nella mozione, che abbiamo sequestrato l'ente e che non abbiamo fatto nulla. Accenno pertanto a qualche risultato: abbiamo messo al centro il superamento del commissariamento della Sanità, la prima regione in Italia, prima ancora della norma nazionale. Abbiamo riallineato i dati contabili, recuperando più annualità in una regione che non aveva questa tradizione”.

“Sono arrivate al pettine le fideiussioni delle cooperative agricole, – ha incalzato D'Alfonso rivolgendosi a Febbo, ex assessore all'Agricoltura – grazie alle attenzioni di 3 o 4 consiglieri regionali, molto concentrate in un determinato territorio. Non oso immaginare cosa altro c'è ancora da scoprire”. 

“Siamo coloro  – ribatte ancora D’Alfonso alle accuse di Febbo – grazie ai quali la società unica dei trasporti è diventata realtà. E avremo 60 mila euro di attivo, come si certificherà il 29 maggio prossimo  e tal proposito ricordo che l’approvazione di un bilancio di una paio di mesi è la normalità”.

D'Alfonso ricorda  poi gli 1,5 miliardi di euro per le infrastrutture, “per il raddoppio  della tratta Pescara-interporto, e l’elettrificazione  Sulmona-L'Aquila-Rieti” e prosegue: “Per la prima volta abbiamo un piano regionale delle infrastutture, anche per i depuratori abruzzesi, per far si che non restassero tema dei comunicati dell’associazione H2o. Chi li ha messi i soldi? Noi, poi spetta ai comuni cantierizzare, noi facciamo da stimolo, e Pescara ha appaltato 12 milioni di euro. Abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti, siamo la regione che ha oltre 500 mila percepenti da reddito da lavoro, e nel 2014 non era così. Abbiamo 8 mila dottori di ricerca nel pubblico e nel privato”.

“Per quanto riguarda l'Europa: appena insediato ho dovuto frequentare mio malgrado chi non gradisco, – prosegue il presidente senatore – funzionari che non hanno cuore nè sacerdozio, per ottenere 66 milioni di euro di fondi Fse. “Quelli si sequestrati”, a causa di “atti ferrosi”, della precedente amministrazione, sottolinea d'Alfonso, che conclude: “io però non mi sono messo ad ululare”.  Filippo Tronca

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