CONSIGLIO STATO, “SPIAGGE SCARSE, SUBITO LE GARE”. D’ALFONSO, “POSSIBILI TUTELE”, IRA PADOVANO

2 Maggio 2024 10:09

Pescara - Politica

PESCARA – Il Consiglio di Stato conferma la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge al 31 dicembre dello scorso anno, obbligando così le amministrazioni a disapplicare eventuali deroghe al 31 dicembre del 2024, e si richiama “ai principi della Corte di Giustizia Ue” per dare “immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”.

Nella sentenza si sottolinea che la risorsa spiaggia “è scarsa”, smentendo clamorosamente quanto sostenuta dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della direttiva Bolkenstein, mappatura contestata anche dalla Ue, perchè contempla anche scogliere e tratti di costa non adatti ad ospitare stabilimenti balneari.

La sentenza pubblicata oggi e decisa dalla VII sezione il 12 marzo, riguarda un ricorso del 2023 di un proprietario di uno stabilimento balneare a Rapallo. I giudici si richiamano ai “principi della Corte di Giustizia Ue, 20 aprile 2023, e a tutta la giurisprudenza europea precedente di dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”.

Di conseguenza sottolineano l’obbligo per i comuni di disapplicare le deroghe confermando la scadenza delle concessioni al 31 dicembre dello scorso anno. Inoltre nella sentenza è contestato il fatto che la risorsa spiaggia non sia scarsa, tesi invece sostenuta dal governo nella mappatura fatta dal governo e inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della direttiva Bolkenstein.

Commenta la notizia, che è una doccia fredda per i balneatori, il deputato del Pd, Luciano D’Alfonso, per il quale “vanno attivate senza indugio le procedure di gara definendo gli ambiti funzionali ottimali al livello più vicino al territorio, valorizzando le situazioni di fatto e di diritto, in particolare quelle derivanti dalla giurisprudenza amministrativa”.

Il senatore Gian Marco Centinaio, noto per il suo legame con il settore dei balneari, ha criticato aspramente la decisione: sostiene che esista una legge statale che estende le concessioni fino al 31 dicembre 2024 e che il Parlamento, detentore del potere legislativo, dovrebbe vedere rispettate le proprie leggi dalla magistratura”.

Durissima la nota dal balneatore Riccardo Padovano, presidente del Sib Abruzzo: “ora attaccare il Consiglio di Stato è poco serio da parte della politica che se non condivide quello che fa il Consiglio di Stato può portarlo davanti alla Corte Costituzionale. Così come noi lo abbiamo trascinato dinanzi alla Cassazione. E siamo pronti a rifarlo tra qualche settimana se il provvedimento che verrà fuori non ci convincerà. Noi stiano facendo tutto il possibile per difendere la categoria dei balneari, e invece chi dovrebbe fare qualcosa va in giro a fare comizi. Tante chiacchiere anche perché tu politica hai uno strumento per agire volendo contro il Consiglio di Stato e non lo stai facendo”.  E aggiunge: “nei prossimi giorni renderemo note altre iniziative che abbiamo deciso di organizzare e ripeto quello che abbiamo detto a Roma. Noi ci siamo fidati dello Stato. E lo Stato e il Governo ci hanno sedotto e abbandonato. Il 2 giugno la Festa della Repubblica la organizziamo noi. La stiamo già organizzando”.

Il deputato di Avs Angelo Bonelli esulta: “La sentenza sbugiarda la mappatura delle spiagge del governo Meloni, che aveva allungato le spiagge italiane di 3mila km, portandole da 8mila a 11mila, solo per dimostrare che le spiagge sono un bene disponibile e quindi non mandare a gara le attuali concessioni demaniali. Un gioco truffaldino svelato dai giudici”, incalza Bonelli, annunciando “una proposta di legge per il mare libero, per contrastare l’azione del governo che vuole difendere privilegi e privatizzare il mare”.

Preoccupazione e sgomento da parte anche presidente di Federbalneari, Marco Maurelli. Anche per i presidenti di Assobalneari, la pronuncia potrebbe avere “effetti devastanti sul settore che occupa fino a 300mila lavoratori, oltre a mettere a rischio l’offerta dei servizi balneari, nei quali le famiglie e i turisti rischiano di non trovare più gli stabilimenti». La richiesta al governo è di adottare con urgenza un provvedimento legislativo per tutelare oltre 30mila imprese e correggere quest’interpretazione errata dei giudici amministrativi”.





C’è poi il tema dei canoni annuali irrisori: secondo un rapporto della Corte dei conti, lo Stato incassa ogni anno da oltre 12mila concessioni, appena 92 milioni di euro. Una media di circa 7.60o euro a stabilimento, a fronte di fatturati medi stimati in 260mila euro.

 LA NOTA DI D’ALFONSO

“La sentenza del Consiglio di Stato in merito alle concessioni demaniali balneari emessa il 30 aprile scorso mi porta a riproporre alcune considerazioni.

La categoria dei balneatori è fondamentale per la collocazione turistica dell’economia abruzzese, ha un carico sociale e occupazionale significativo e contribuisce all’identità di questa regione. La sentenza risalente del Consiglio di Stato targata 2021, a firma di Filippo Patroni Griffi, contiene in sé la soluzione.

A pagina 47   vi si dice che il bando può prevedere procedure ad hoc che tengano conto dello specifico delle realtà attuali, con tutte le loro esperienze, peculiarità e caratteristiche di gestione locale.

Si legge infatti: “anche tenendo conto della capacità di interazione del progetto da valutare con il complessivo sistema turistico ricettivo del territorio locale. Ulteriori elementi di valutazione dell’offerta di gara potranno riguardare gli standard qualitativi dei servizi e la sostenibilità sociale ed ambientale del piano degli investimenti in relazione alla tipologia della concessione da gestire. Negli atti di gara va posta a base d’asta il valore al momento della gara degli investimenti già effettuati dal concessionario”.

Nel quadro di una attesa riforma del demanio – di cui avremmo bisogno, anche se allo stato non è incombenza nell’agenda del governo – è utile precisare per prima cosa che la gara per le concessioni deve essere fatta, selezionando il tipo di gara da esperire e la grandezza della stazione appaltante (comunale, provinciale, regionale o nazionale), anche perché le stesse possono essere corrispondenti a livelli territoriali ottimali da sagomare,

La mappatura è la misurazione della consistenza del valore in ragione della quale si fa la gara; senza mappatura non si possono fare le gare né attivare eventuali piani di project financing, che potrebbero prevedere collaborazioni fattive e sostenibili tra enti locali, imprenditori e autorità competenti alla tutela del bene e dei principi di concorrenza.

Ci sono due direttive europee, la 2014-89-UE e la 2008-56-UE, che affidano anche agli operatori economici la responsabilità di quote di tutela dello spazio marittimo; è difficile immaginare che chi viene da fuori – estraneo alla conoscenza complessa dei luoghi – sia interessato a farsi carico di profili progettuali di questo tipo,





Il bando deve avere ben chiari i punteggi da stabilire e assegnare, cosa far valere di più e cosa di meno, in ragione della cultura della sostenibilità; l’alternativa è che arrivi qualche mega-marchio portatore di estraneità a stravolgere tutto;

La sostenibilità si può progettare e può valorizzare la responsabilità di tutti, senza scommettere su forzature e iniziative ingannevoli prive di futuro.

In sintesi, vanno attivate senza indugio le procedure di gara definendo gli ambiti funzionali ottimali al livello più vicino al territorio, valorizzando le situazioni di fatto e di diritto, in particolare quelle derivanti dalla giurisprudenza amministrativa, significativissima, esistente e le consistenti realtà sociali, occupazionali, progettuali e contrattuali risalenti, poiché anche le direttive europee – in particolar modo la 2014-89-UE – incoraggiano in questa direzione la tutela condivisa e partecipata dello spazio marittimo corrispondente alla terra ferma delle nostre spiagge”.

 LA NOTA DI PADOVANO 

“In queste 48 ore come vedete non esiste più la guerra in Ucraina e il conflitto in medio oriente. C’è solo la questione che riguarda i balneari. Noi siano abituati ad ogni primavera a una polemica. Ci hanno intossicato il 1 maggio. Abbiamo riso, scherzato ma questa volta non si può far finta di niente. Un 1 maggio avvelenato con polemiche sul nulla.

Perché dico questo? Perché l’altro giorno c’è stata una sentenza. Anzi a dire il vero a distanza di un’ora. Che sembrano anche contraddittorie fra loro. Ma in effetti poi però non lo sono. In una sentenza si è detto: guardate che la risorsa è scarsa. Ma la mappatura del Governo è come se non ci fosse stata perché il Consiglio di Stato non l’ha preso neanche in considerazione. E questo perché è stata una consulenza, un tavolo tecnico che se non si trasforma in decreto o in una legge che noi chiediamo, è come se non ci fosse. E infatti la mappatura dal Consiglio di Stato non è stata presa in considerazione. Il giudice ha poi emanato un provvedimento che poi è stato oscurato come è stata oscurata la nostra manifestazione di venti giorni fa a Roma.

L’altro provvedimento che è stato oscurato stabilisce che i comuni non possono fare le gare perché sull’indennizzo si deve pronunciare la Corte di Giustizia Europea. Ora attaccare il Consiglio di Stato è poco serio da parte della politica che se non condivide quello che fa il Consiglio di Stato può portarlo davanti alla Corte Costituzionale. Così come noi lo abbiamo trascinato dinanzi alla Cassazione. E siamo pronti a rifarlo tra qualche settimana se il provvedimento che verrà fuori non ci convincerà.

Noi stiano facendo tutto il possibile per difendere la categoria dei balneari,  invece chi dovrebbe fare qualcosa va in giro a fare comizi. Tante chiacchiere anche perché tu politica hai uno strumento per agire volendo contro il Consiglio di Stato e non lo stai facendo. Parlo del fatto di impugnare come pure accade, impugnare le sentenze del Consiglio di Stato o della Cassazione perché hanno invaso quella che è la competenza del Parlamento. Questo per i balneari non è stato fatto e oggi ci stanno riempiendo di chiacchiere. Non è cambiato nulla e quello che abbiamo detto lo faremo. Ripeto non è cambiato nulla. Nei prossimi giorni renderemo note altre iniziative che abbiamo deciso di organizzare e ripeto quello che abbiamo detto a Roma. Noi ci siamo fidati dello Stato. E lo Stato e il Governo ci hanno sedotto e abbandonato. Il 2 giugno la Festa della Repubblica la organizziamo noi. La stiamo già organizzando.

Io mi auguro che nelle prossime ore ci sia un sussulto di coerenza e serietà. Fate il vostro dovere per le imprese e per le famiglie e i lavoratori che sono dietro queste aziende. Fate il vostro dovere anche nell’interesse di  questo Paese che rischia di saltare in aria per le chiacchiere della politica”.

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