AMMINISTRAZIONE MARSICANA DOPO 5 ANNI DI FLOP E SPRECHI CONTESTA VITTORIA SOCIETA' COLELLLA, SINDACO DI PAOLO HA CHIESTO ESCLUSIONE. ASSESSORE BUFFONE SU FB: 'UMILIATA SAN BENEDETTO'; OGGI COMUNICAZIONE VERDETTO

ACQUA CANISTRO: COMUNE CONTRO RISULTATO ‘NO SANTA CROCE’: BORDATE SU COMMISSIONE

4 Giugno 2020 07:45

L'Aquila - Politica

L'AQUILA – Dopo aver fatto il “tifo” per il Gruppo Norda, uscito di scena nel precedente bando nonostante la aggiudicazione provvisoria, e per il gruppo San Benedetto che nell’attuale non ha ottenuto il punteggio minimo per entrare in graduatoria, ora il Comune di Canistro mette in dubbio la regolarità dei lavori da parte della Commissione di gara regionale finiti l’8 maggio prossimo, che ha assegnato alla Santa Croce, già concessionaria delle sorgenti Sant’Antonio Sponga fino al 2015, ben 90,15 punti contro i 62,35 di Acque Minerali San Benedetto, che non ha ottenuto il punteggio minimo per entrare in graduatoria ed è quindi fuori dai giochi. 

La comunicazione ufficiale di questo primo round andato al sodalizio del patron Camillo Colella è prevista per oggi in una riunione online per la emergenza covid, ma sullo sfondo si registra il nuovo capitolo della guerra innescata, questa volta a senso unico per la mancata risposta dell’imprenditore molisano, dall’Amminstrazione comunale marsicana: il sindaco, Angelo Di Paolo, ed i suoi sodali, in primis l’assessore Ugo Buffone, ex valente sindacalista, non paghi del fatto che con la complicità della Regione, sia siano macchiati della colpa che da ben cinque anni la preziosa acqua finisce nel fiume Liri, con circa 70 lavoratori i e le loro famiglie senza lavoro, hanno messo in campo un’altra azione per bloccare la Santa Croce, invisa da sempre agli amministratori marsicani, artefici tra l’altro del ricorso che ha portato alla revoca del bando che aveva visto la società imbottigliare acqua minerale fino al 2015.

L’ostracismo emerge dalle carte della gara e anche dai post sulla rete. Le azioni fanno chiaramente capire il nuovo capitolo della guerra dell’acqua abruzzese: il sindaco, Di Paolo, ha inviato una lettera, prima ancora l’apertura delle buste, quindi nel corso dei lavori della commissione di gara, presieduta da dirigente Franco Gerardini, acquisita agli atti, in cui si chiede la estromissione della Santa Croce per mancanza di requisiti.

A seguire, l’assessore Ugo Buffone con post di fuoco su facebook del 10 maggio scorso, due giorni dopo la assegnazione, ha pesantemente messo in discussione i punteggi attribuiti dalla commissione regionale, prefigurando ricorsi anche sulle modalità di svolgimento della seduta decisiva, “privata e non pubblica”.

Sulla aggiudicazione provvisoria e poi definitiva, manca in realtà ancora il passaggio decisivo, in capo al rup, Enzo De Vincentiis, ma a togliere però già il sonno a Di Paolo e Buffone è che ad aver vinto la partita è la società del loro acerrimo nemico, l’imprenditore molisano Colella, a cui la sorgente, proprio a seguito di un ricorso del Comune, era stata revocata, con l’annullamento del bando, nell'autunno 2015, un atto che ha innescato un duro contenzioso ancora in atto.

Significativo che Colella, evidentemente soddisfatto per l'aggiudicazione provvisoria, nella nota inviata pochi giorni dopo il post guerresco di Buffone, non ha replicato, ed anzi, ha affermato di auspicare “un cambio di marcia ed un atteggiamento costruttivo di tutte le componenti coinvolte in questa vicenda, lunga e dolorosa, a partire dai lavoratori che attendono una nuova opportunità”.

Ma se questi sono i toni dell'assessore, c'è la concreta possibilità che il calumet della pace non sarà certo accettato





Del resto, la revoca della concessione nel 2015 era stata salutata dal Comune come una grande vittoria, ma che ha avuto come effetto finora il licenziamento di 70 dipendenti ex Santa Croce, la perdita di milioni di euro di royalty per le casse della Regione, danni incalcolabili all’indotto economico che a Canistro per decenni ha ruotato intorno alla sorgente, la cui acqua va ora invece nel fiume Liri inutilizzata da oltre cinque anni. Per non parlare del bando aggiudicato a febbraio 2017 alla Norda, contro la stessa Santa Croce che anche in quel caso non ha ottenuto il punteggio minimo.

Società accolta da Di Paolo e Buffone ed anche dall’ex presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, come la salvatrice della patria, che però dopo pochi mesi ha gettato la spugna visto che il Comune non gli aveva messo a disposizione il terreno per realizzare lo stabilimento. Ed ora naviga in pessime acque ed è in concordato preventiva sommersa dai debiti. 

Ma il Comune evidentemente della Santa Croce non ne vuole sapere ed è ora scattata l'operazione “bastoni tra le ruote”, per impedligli di tornare a imbottigliare dalla sorgente Sponga, dal suo stabilimento, dopo che ha ricominciato a farlo dalla più piccola sorgente Fiuggino, anche qui dopo una battaglia legale con il Comune .

Di Paolo ha così inviato una lettera alla commissione, allegata al verbale di gara, in cui si sosteneva che la società di Camillo Colella non aveva i requisiti ed andava esclusa dalla gara. 

A rincarare la dose Buffone, che in un post al vetriolo su facebook del 10 maggio, contesta la mancata convocazione pubblica della seduta, si indigna per i bassissimi punteggi attribuiti alla San Benedetto, gruppo che opera nella due sorgenti di Popoli, anche quelle ancora sub judice da tempo e in funzione con una lunga serie di proroghe.

Una pagella “umiliante”, per Buffone, “strana ed offensiva verso una dei più grandi player Italiani”, nell’evidente tentativo di screditare il lavoro della commissione regionale.

L’assessore boccia insomma su tutti i fronti l’operato della commissione di gara, composta, oltre che da Gerardini, dai dirigenti e dipendenti regionali Giuseppe Ciuca, segretario verbalizzante, Domenico Orlando, Luca Iagnemma, Lorenzo Ballone e Federica Sulpizio.

Commissione che dopo un iter durato più di un anno ha assegnato la sorgente alla Santa Croce in virtù di una più convincente proposta su piano occupazionale, che prevede in primis la riassunzione di non meno dei 53 dipendenti licenziati 5 anni fa, sul crono-programma del progetto industriale, sulle limitazioni dello spreco della risorsa idrica e sull’abbattimento del consumo energetico. 
L’assessore evidenzia però che l'affidamento è avvenuto in una seduta privata “di per sé fatto grave e motivo di eventuale ricorso dell'altra società, considerando che si doveva procedere prima alla convocazione ed alla relativa presentazione del lavoro svolto alla seduta pubblica delle parti interessate”. 





Il rappresentante dell’amministrazione comunale marsicana poi si mette a fare le pulci sulle schede di valutazione e sui punteggi attribuiti.

La Santa Croce ha ottenuto 15 punti rispetto ai 10,6 della San Benedetto alla voce “cronoprogramma dettagliato dei lavori con livelli di produzione attesi anche con riferimento al piano occupazionale, previsti per i primi 5 anni di produzione”.

Riferendosi alla capacità produttiva della Santa Croce, prima della revoca della sorgente, l’assessore evidenzia però “per ciò che mi riguarda dei 50 litri al secondo a disposizione della società, ne venivano sfruttati 9 litri al secondo, riferiti ai 9 anni di gestione della società del signor Colella. Eppure  nella valutazione della commissione viene dato il max punteggio”.

Sbagliato a suo modo di vedere anche la valutazione sul consumo energetico degli impianti del ciclo produttivo: 10 punti a Santa Croce, appena 0,9 a San Benedetto.

“Anche su questo punto negli anni a disposizione non mi risultano fatti lavori di efficientamento energetico, e strano è il punteggio alla San Benedetto”.

Infine, Buffone, dimenticando il negativo passato e l’interesse pubblico che dovrebbe perseguire una Amministrazione comunale,  lancia un messaggio vagamente minaccioso che suona anche come una pressione nei confonti del Rup che si appresta a controllare le carte della commissione prima di procedere all’autorizzazione provvisoria: “non ho letto le varie documentazioni, sarà fatto con la richiesta di accesso agli atti, presentate dalle società, la cosa strana ed offensiva è che una dei più grandi player Italiani possa essere umiliata con questi punteggi vicinissimi allo zero. Aspettiamo quindi che il rup faccia tutte le verifiche che il caso prevede, e prenda le decisioni giuste e rispettose di tutti, aziende comune e lavoratori. Il rispetto delle leggi e delle regole sia elemento essenziale per il rilancio della nostra regione”. (red.)

 

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