CRISI SPREAD 2011: INDAGATA DEUTSCHE BANK, INCHIESTA DA TRANI A MILANO

12 Dicembre 2017 09:54

Italia -

MILANO – È stata trasferita dalla Procura di Trani a quella di Milano l'inchiesta su Deutsche Bank relativa agli episodi del 2011 e alla crisi dello spread che portò fra l'altro alla caduta del governo di Silvio Berlusconi e al successivo avvento del governo tecnico di Mario Monti.

Lo riporta FinanzaReport.it.

Il trasferimento, da quanto appreso, sarebbe avvenuto da circa due settimane.

A deciderlo, la Corte di Cassazione per motivi di “competenza territoriale”. Accolta quindi una richiesta dei difensori di Deutsche Bank.





Secondo l'Espresso – riporta il Giornale – che ha ricostruisce e rivela la vicenda, l'ipotesi di reato è la manipolazione del mercato, avvenuta attraverso operazioni finanziarie finite sotto la lente dei pm per un totale di circa dieci miliardi. 

Affari realizzati da Deutsche Bank dopo il crac della Grecia, quando la crisi del debito pubblico cominciava a minacciare altri Paesi mediterranei, tra cui Italia e Spagna.

A quanto emerge – si legge su FinanzaReport.it – i magistrati pugliesi guidati dal pubblico ministero Michele Ruggiero e supportati dalla Guardia di Finanza di Bari, reputavano di aver ormai concluso l'inchiesta, apprestandosi a chiedere il rinvio a giudizio per i banchieri tedeschi che guidavano la banca sei anni fa, nonché per la stessa Deutsche in quanto persona giuridica.

Nella fattispecie, gli ex-vertici indagati sono l'ex presidente Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jrgen Fitschen, l'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger, e infine l'ex direttore finanziario Stefan Krause

Come già si sa, l'inchiesta riguarda “condotte artificiose, a carattere informativo ed operativo, da ritenere manipolative del mercato”. 





Sul “piatto” c'è dunque la rapida vendita di oltre 7 degli 8 miliardi di euro in titoli di Stato italiani, Btp che Deutsche Bank possedeva all'inizio del 2011. 

L'istituto tedesco – spiega ancora FinanzaReport.it – aveva comunicato al mercato questa vendita il 26 luglio 2011, fotografando però una situazione quale essa era al 30 giugno. 

Non avrebbe quindi comunicato, secondo l'accusa, di aver già ricomprato nelle tre settimane seguenti almeno 2 miliardi, tenendo dunque il riacquisto segreto.

La mossa dell'istituto tedesco aveva portato a far parlare in tutto il mondo di “fuga degli investitori dall'Italia”, facendo rapidamente alzare lo spread, cioè la differenza di rendimento fra Bund tedeschi e Btp italiani, fino all'allarmante quota 574, creando un generale clima di sfiducia politica culminato nelle dimissioni di Berlusconi. L'istituto creditizio tedesco, tuttavia, ribadisce dal canto suo di considerare l'accusa “priva di ogni fondamento”.

Commentando il “trasloco” dell'inchiesta a Milano, il forzista Renato Brunetta, che è vicepresidente della commissione d'inchiesta sulle banche guidata da Pier Ferdinando Casini, ha ricordato i fatti del 2011 parlando di “Colpo di SDtato” e preannunciando la prossima audizione in commissione di Flavio Valeri, amministratore delegato del ramo italiano di Deutsche Bank, ha detto: “Chiederemo conto di queste notizie e di molto altro al rappresentante di Deutsche Bank che presto verrà audito dalla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario”.

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