EUROPA 2020, ITALIA E ABRUZZO DEVONO CRESCERE

di Simona Romiti*

5 Novembre 2010 08:39

Regione -

L‘AQUILA – Entro il 12 novembre 2010 l'Italia dovrà presentare all'Unione Europea il Piano nazionale delle riforme nell'ambito della strategia europea Ue 2020, una strategia di lungo termine che prevede un modello alternativo di crescita e sviluppo per tutta l'Unione.

La Commissione individua tre motori di competitività e coesione da mettere in atto mediante azioni concrete a livello europeo e nazionale: crescita intelligente (promuovendo la conoscenza, l’innovazione, l’istruzione e la società digitale), crescita sostenibile (rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo delle risorse e rilanciando contemporaneamente la nostra competitività) e crescita inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione di competenze e la lotta alla povertà).

Vengono fissati cinque obiettivi da cui si evincono i traguardi che l’Ue dovrebbe raggiungere entro il 2020. Il coordinamento delle politiche economiche nazionali consentirà la valutazione dei progressi compiuti da parte degli Stati membri.

BACKGROUND

A seguito della crisi economico finanziaria, l'Europa ha voluto dare una risposta determinata e coerente a livello politico.

Gli ultimi due anni hanno determinato milioni di disoccupati; hanno provocato un indebitamento che durerà molti anni; hanno esercitato nuove pressioni sulla coesione sociale del continente; hanno rivelato altresì alcune verità fondamentali sulle difficoltà che l’economia europea deve affrontare riconoscendo l'urgenza delle sfide future, che vanno oltre il breve termine.

Uscire dalla crisi è certamente la priorità immediata, ma è ancora più importante non cercare di tornare alla situazione precedente alla crisi. Già prima del 2008 c'erano molti settori in cui l'Europa non progrediva con sufficiente rapidità rispetto al resto del mondo.

Il tasso medio di crescita strutturalmente inferiore a rispetto quello dei nostri principali partner economici, Usa e Giappone. Il fenomeno è largamente dovuto alle differenze tra le imprese, ai bassi investimenti in ricerca e sviluppo e nell'innovazione (minori del 3 per cento del prodotto interno lordo), a un uso insufficiente delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, alla riluttanza all'innovazione di alcuni settori delle nostre società, ostacoli all'accesso al mercato e un ambiente imprenditoriale meno dinamico.

Il tasso di occupazione. In Europa è pari al 69 per cento per le persone di età compresa tra 20 e 64 anni. Solo il 63 per cento delle donne lavora, contro il 76 per cento degli uomini; il 46 per cento dei lavoratori più anziani (55-64 anni) è ancora in attività, contro più del 62 per cento negli Stati Uniti e in Giappone.

L'invecchiamento della popolazione. Con l'ondata di pensionamenti dei figli del “baby boom”, la popolazione attiva dell'Ue inizierà a diminuire dal 2013/2014. Attualmente il numero di ultrasessantenni aumenta a una velocità doppia rispetto a prima del 2007 (circa due milioni in più ogni anno contro un milione in precedenza). La diminuzione della popolazione attiva e l'aumento del numero di pensionati eserciteranno una pressione supplementare sui sistemi assistenziali.

Le sfide per l'Europa si accentuano a livello globale, aumenta la concorrenza da parte delle economie sviluppate ed emergenti (Cina e India). I sistemi sono sempre più interdipendenti, l'Ue deve intensificare i contatti con altre parti del mondo per irrompere in nuovi mercati e favorirne la presenza delle nostre imprese; per cercare una soluzione globale ai problemi connessi al cambiamento climatico attuando al tempo stesso la strategia per il clima e l'energia in tutto il suo territorio.

È necessaria una ristrutturazione del sistema finanziario; bisogna far fronte ai cambiamenti climatici e alla ridotta disponibilità di carboni fossili e di altre risorse naturali. Tali fattori di rischio saranno inoltre resi più evidenti dall'aumento della popolazione da 6 a 9 miliardi di persone.

EUROPA 2020





In questo senso, l'Ue ha ritenuto opportuno elaborare un programma di riformulazione delle politiche che consenta all'Europa di uscire dalla situazione critica e quindi di ricollocarsi in maniera forte a livello internazionale.

Europa 2020 si basa su tre priorità fondamentali e sinergiche.

Crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione.

Crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva.

Crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

L'Unione Europea deve decidere qual è l'Europa che vuole nel 2020. A tal fine, la Commissione determina obiettivi fondamentali il raggiungimento di questi obiettivi:

– il 75 per cento delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;

– il 3 per cento del Pil dell'Ue deve essere investito in ricerca e sviluppo;

– le soglie “20/20/20” in materia di clima/energia (la riduzione del 20 per cento delle emissioni di gas serra, l'aumento dell'efficienza energetica del 20 per cento e il raggiungimento della quota del 20 per cento di fonti di energia alternative) devono essere raggiunti, compreso un incremento del 30 per cento della riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono;

– inferiore al 10 per cento il tasso di abbandono scolastico e almeno il 40 per cento dei giovani deve essere laureato;

– 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà.

Per garantire che ciascuno Stato membro adatti la strategia Europa 2020 alla sua situazione specifica, la Commissione propone che i traguardi dell'Ue siano tradotti in obiettivi e percorsi nazionali. Per favorirne la realizzazione occorrerà tutta una serie di azioni a livello nazionale, europeo e mondiale.

A tal fine, la Commissione presenta contestualmente sette iniziative faro per catalizzare i progressi relativi a ciascun tema prioritario.

1. “L'Unione dell'innovazione”, per sviluppare le condizioni generali e l'accesso ai finanziamenti per la ricerca e l'innovazione, facendo in modo che le idee innovative si trasformino in nuovi prodotti e servizi tali da stimolare la crescita e l'occupazione.





2. “Youth on the move”, per migliorare l'efficienza dei sistemi di insegnamento e agevolare l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

3. “Un'agenda europea del digitale”, per accelerare la diffusione dell'Internet ad alta velocità e sfruttare i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese.

4. “Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse”, per contribuire a scindere la crescita economica dall'uso delle risorse, favorire il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio, incrementare l'uso delle fonti di energia rinnovabile, modernizzare il nostro settore dei trasporti e promuovere l'efficienza energetica.

5. “Una politica industriale per l'era della globalizzazione”, per migliorare il clima imprenditoriale, specialmente per le piccole e medie imprese (Pmi) e favorire lo sviluppo di una base industriale solida e sostenibile in grado di competere su scala mondiale.

6. “Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro”, per modernizzare i mercati occupazionali e consentire alle persone di migliorare le proprie competenze in tutto l'arco della vita, al fine di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e di conciliare meglio l'offerta e la domanda di manodopera, anche tramite la mobilità dei lavoratori.

7. “Piattaforma europea contro la povertà”, per garantire coesione sociale e territoriale in modo tale che i benefici della crescita e i posti di lavoro siano equamente distribuiti e che le persone vittime di povertà e esclusione sociale possano vivere in condizioni dignitose e partecipare attivamente alla società.

LA STRATEGIA

Per ottenere risultati occorrerà una governance economica più forte. Europa 2020 poggerà su due pilastri: l'approccio tematico, da attuarsi attraverso le iniziative faro, che combina priorità e obiettivi principali, e le relazioni sui singoli Paesi, che aiuteranno gli Stati membri a elaborare le proprie strategie per ripristinare la sostenibilità della crescita e delle finanze pubbliche.

Le sette iniziative faro vedranno impegnati sia l'Ue che gli Stati membri. A livello dell'Ue saranno adottati orientamenti integrati che coprano le priorità e i traguardi dell'Unione, mentre agli Stati membri verranno rivolte raccomandazioni specifiche.

Gli strumenti dell'Ue, in particolare il mercato unico, gli strumenti finanziari e gli strumenti della politica esterna, saranno mobilitati integralmente per eliminare le strozzature e conseguire gli obiettivi di Europa 2020.

Contemporaneamente si svolgeranno le relazioni sulla Strategia “Europa 2020” e la valutazione del patto di stabilità. Il Consiglio europeo ha la piena titolarità della Strategia, mentre la Commissione valuterà i progressi fatti, agevolerà gli scambi politici e presenterà proposte per orientare le diverse azioni.

Il Parlamento europeo avrà invece la funzione di mobilitatore dei cittadini e di colegislatore nella formulazione delle iniziative. Questo sistema di partenariato dovrà estendersi anche a tutti i comitati Ue, alle Istituzioni nazionali, locali, alle parti sociali e alla società civile.

BANDI IN SCADENZA

*esperta in bilancio europeo e fondi strutturali

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