PRIME LINEE GUIDA MA ANCORA PROVVISORIE, COMUNI SENZA SOLDI, MANCA AFFIDAMENTO CONTROLLI; BALNEATORI SUL PIEDE DI GUERRA, IPOTESI CONCESSIONI TRATTI LIBERI; ANCORA SCONOSCIUTO SISTEMA PRENOTAZIONI

FASE 2: CAOS SPIAGGE, NESSUNA CERTEZZA, SINDACI COSTA TRABOCCHI, ‘SUBITO SOLUZIONI’

di Azzurra Caldi

13 Maggio 2020 07:11

Chieti - Cronaca

FOSSACESIA – In principio erano i box in plexiglass, oggi invece l'ipotesi più plausibile, ma non la più facile da attuare, prevede la prenotazione e una distanza minima di cinque metri tra gli ombrelloni: con l'estate 2020 alle porte le spiagge italiane non sanno ancora come si dovranno preparare alla bella stagione dell'emergenza coronavirus, con le norme per il distanziamento che evolvono in base all'andamento del contagio e una profonda incertezza che spaventa balneatori e operatori turistici, ormai sul piede di guerra.

Anche se le linee guida contenute nel documento tecnico sul settore della balneazione pubblicato sul sito dell'Inail, realizzato in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, non sono ancora definitive, tracciano comunque il profilo del distanziamento sociale, una condizione imprescindibile per arginare il contagio, secondo gli esperti, ma in molti casi inattuabile per gli addetti al settore.

Ancora nessuna certezza e in attesa di ulteriori chiarimenti anche l'Abruzzo, come le altre Regioni, tenta di non farsi trovare impreparato ma, fino ad oggi, all'orizzonte non c'è nessuna soluzione definitiva né per spiagge libere né per quelle in concessione e la situazione è ancora piu complicata per i circa 50 chilometri della Costa dei Trabocchi, tra Vasto e Ortona, fatta di piccoli angoli di “paradiso” difficilmente gestibili.

Si parte dalla “semplice” programmazione dei flussi sulle spiagge, con una riduzione di circa il 30-35% dei posti, con un sistema che ad oggi non si sa bene a chi dovrebbe essere affidato e con quali fondi. 

Nelle scorse settimane l'assessore regionale al Turismo Mauro Febbo aveva annunciato una app per salvare la stagione balneare, un piano per consentire ai cittadini di frequentare le spiagge libere nel rispetto del distanziamento sociale come impongono le norme anti contagio da Covid-19. 

La piattaforma digitale dovrebbe essere gestita dalla Regione in collaborazione con i titolari degli stabilimenti, mentre “tutte le spiagge libere verranno attrezzate con ombrelloni, lettini e sdraio e per accedervi sarà necessario, appunto, prenotarsi in anticipo in modo da avere già assegnato il proprio spazio. Il costo, a prezzo calmierato sarà a carico della Regione che lo avrà preventivamente concordato con i balneari”. 

“I comuni sono alla canna del gas”, dicono i sindaci della Costa dei Trabocchi e il primo cittadino di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio ha manifestato queste e altre preoccupazioni nella riunione, convocata dagli assessori regionali Mauro Febbo e Nicola Campitelli, che si è tenuta qualche giorno fa nella sede della Regione Abruzzo a Pescara.

In quella sede, a nome degli altri sindaci della Costa, Di Giuseppantonio ha proposto una serie di soluzioni che da una parte possano aiutare nella gestione della spiaggia libera e dall’altra supportare le difficoltà anche dei balneatori che ora si troveranno, per il rispetto del distanziamento sociale, ad avere meno clienti nella loro concessione. 

Sono circa 4 i chilometri di spiaggia libera a Fossacesia, spiega il primo cittadino: “Abbiamo pensato che in alternativa ai balneatori possa essere concessa in deroga, in via del tutto eccezionale e solo per il 2020, una porzione di spiaggia libera a loro limitrofa, laddove presente. Questo consentirebbe loro di recuperare gli spazi persi per il rispetto del distanziamento sociale”.

Una proposta accolta anche dalla Regione Abruzzo che tuttavia necessita di una serie di provvedimenti autorizzatori da parte di Governo e Regione.

Ma i tempi sono stretti, come sottolinea il sindaco di Rocca San Giovanni, Gianni Di Rito. Qui, tra San Vito e Fossacesia, oltre alla Foce che si estende per circa un chilometro, sono incastonate piccole spiagge di pietra, che oltre a non essere facilmente raggiungibili rischiano di diventare completamente inaccessibili.





“Allo studio ci sono diverse ipotesi – dice Di Rito – ma se vogliamo che qualcuno venga al mare ci dobbiamo muovere. Quello che abbiamo ripetuto più volte è che i Comuni sicuramente non hanno le risorse per affrontare la stagione con l'emergenza sanitaria, non possiamo in alcun modo garantire il servizio di vigilanza, che pure deve essere ancora definito, così come quello delle prenotazioni. Basti pensare al solo costo dei bagnini, di cui ogni anno il Comune si fa carico e parliamo di cifre che arrivano fino agli 8mila euro per un paio di mesi. Non so quanto possano arrivare a costare controlli del genere sulle spiagge”.

E tra l'altro, come spiega Di Giuseppantonio, “Non abbiamo personale che possa farlo, i vigili stagionali non possono essere assunti, se non nel rispetto di un determinato tetto della spesa previsto dalla legge, né è pensabile che si affidi a ditte private questo servizio perché non abbiamo i soldi per pagarle. I Comuni hanno molte spiagge libere e questo va tenuto in considerazione da Governo e Regione perché altrimenti rischiamo di farle chiuderle”.

Da qui nasce l'idea di concedere la gestione di “fazzoletti” di spiaggia ai balneatori confinanti. “Ad esempio – dice Di Rito – al Cavalluccio noi avremmo questa possibilità ma nel nostro caso sarebbe l'unica, le altre spiagge sono tutte libere”.

Un modo che consentirebbe ai balneatori di recuperare, in parte, gli spazi persi per il rispetto del distanziamento sociale.

Ma per Federbalneari servono misure economiche straordinarie a sostegno del comparto balneare, la certezza dell'estensione delle concessioni al 2033 come previsto dalla legge 145/2018 e una moratoria almeno fino al 2033 per il mantenimento delle strutture funzionali all'attività degli stabilimenti balneari: “In caso contrario il sistema balneare italiano e, con esso, l'intero cluster turistico del Paese rischia il default ad ottobre”. 

Il Centro Studi federale ha stimato che le imprese balneari si troveranno ad affrontare un costo per l'adeguamento alle misure di salute pubblica anti Covid-19 di circa 400 milioni di euro per la prossima stagione per cui è di vitale importanza – nel senso letterale del termine- che possano contare su misure economiche di sostegno al fine di evitare la chiusura definitiva di migliaia di imprese. 

Federbalneari ha già indicato e inviato al Governo alcune le proposte per affrontare l'emergenza: applicazione del canone concessorio ricognitorio Covid-19 in misura del 10% del valore complessivo del canone concessorio demaniale per i successivi due anni; l'adeguamento dell'Iva al 10% da attuarsi in modo permanente anche per il turismo balneare; taglio dell'Imu per il 2020 e 2021 e riduzione della Tari, Tassa di soggiorno, Ires, Irap e dei relativi oneri previdenziali a carico delle imprese turistiche. 

Insostenibili per la Federbalneari Italia le linee guide dell'Inail e Iss perché non tengono in alcun modo conto delle differenze territoriali, imprenditoriali e ambientali che contraddistinguono il settore turistico balneare italiano.

Per l'assessore al Demanio marittimo, Nicola Campitelli, resta proprio per questo il “nodo” della sorveglianza delle spiagge libere a carico dei Comuni: “Abbiamo chiesto risorse economiche e personale. Difficile immaginare che alcune Amministrazioni, dove insistono spiagge lunghe e inaccessibili, penso alla zona del Turchino, dalle quali si accede dalla statale, possano esercitare un controllo rigoroso e severo; quello delle spiagge libere sarà anche il vero nodo da sciogliere. Senza contare che, a fronte di una stagione chiaramente compromessa, è necessario l'annullamento del canone concessorio o almeno una riduzione al 50 per cento”.

“Abbiamo lavorato come sistema Regione ad un documento nazionale, con punti che riteniamo fondamentali per la ripartenza e per il futuro turistico. Anzitutto, abbiamo chiesto, per la salute dei cittadini, quale deve essere lo spazio organizzabile in concessione e, quindi, per ipotizzare il numero degli ombrelloni che potranno essere aperti”.

Nel documento si chiede anche l'applicazione della Legge Centinaio che estende a 15 anni le concessioni demaniali marittime.





“Come Regione Abruzzo siamo a buon punto: abbiamo inviato la seconda circolare a tutte le Amministrazioni costiere ed il 70 per cento delle concessioni sono state asseverate ai Comuni. Attendiamo risposte dal Governo, senza queste non sono possibili fughe in avanti”.

LE PRIME LINEE GUIDA

Prenotazione obbligatoria per prevenire l’affollamento negli stabilimenti. 

Nel documento relativo al settore della balneazione, viene indicata una strategia di gestione del rischio che tenga conto di vari aspetti, che riguardano il sistema integrato delle infrastrutture collegate con la meta di balneazione, gli stabilimenti e le spiagge libere. 

Determinare l’area utilizzabile dai bagnanti richiede inoltre valutazioni specifiche, perché le aree costiere sono molto differenti tra loro. 

Si ritiene quindi opportuna l’adozione da parte delle autorità locali di piani che permettano di prevenire l’affollamento delle spiagge, anche tramite l’utilizzo di tecnologie innovative. 
Per consentire un accesso contingentato agli stabilimenti balneari e alle spiagge attrezzate, viene suggerita la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie. 

Si raccomanda, inoltre, di favorire l’utilizzo di sistemi di pagamento veloci con carte contactless o attraverso portali/app web.

Vanno inoltre differenziati, ove possibile, i percorsi di entrata e uscita, prevedendo una segnaletica chiara.

Consigliata una distanza minima di cinque metri tra le file di ombrelloni. 

Per garantire il corretto distanziamento sociale in spiaggia, la distanza minima consigliata tra le file degli ombrelloni è pari a cinque metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila a quattro metri e mezzo. 

È opportuno anche privilegiare l’assegnazione dello stesso ombrellone ai medesimi occupanti che soggiornano per più giorni. In ogni caso è necessaria l’igienizzazione delle superfici prima dell’assegnazione della stessa attrezzatura a un altro utente, anche nel corso della stessa giornata. 

È da evitare, inoltre, la pratica di attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo e, per lo stesso motivo, deve essere inibito l’utilizzo di piscine eventualmente presenti all’interno dello stabilimento.

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