FASE 3: MAGAI, ”APERTI SOLO 2 AMBULATORI SU 3 E SI LAVORA AL 50 PER CENTO”

5 Luglio 2020 14:39

Italia - Sanità

L'AQUILA – Da quelle per il diabete a quelle per il cuore, riprendono le visite specialistiche sul territorio ma con troppa lentezza. “Solo 2 ambulatori su 3 sono aperti e si lavora al 50% delle potenzialità per rispettare norme di sicurezza”.





Troppo poco per far fronte ai “quasi 14 milioni di visite ambulatoriali e 12 milioni di esami diagnostici saltati a causa della pandemia”. A spiegarlo all'ANSA è Antonio Magi, segretario del Sindacato unico di medicina Ambulatoriale Italiana (Sumai – Assoprof). La situazione “cambia molto da regione a regione, da Asl a Asl e da distretto e distretto. Va meglio in Veneto e peggio in molte regioni del Sud Italia”, spiega.

L'emergenza Covid-19, prosegue Magi, “ha messo in evidenza difetti strutturali e problemi organizzativi”. Inoltre, a rendere più lento il recupero, la necessitò di farlo a ritmi più lenti per lasciare tempo per sanificazione ed evitare assembramenti tra i pazienti in sala d'attesa. Per affrontare, nella Fase 3, questa grande mole di arretrati, osserva Magi, nella va potenziato il numero di ore di specialistica sul territorio.





“Ad oggi, gli specialisti ambulatoriali in Italia sono circa 20.000, dai cardiologi ai diabetologi, dagli pneumologi agli oculisti. Tuttavia, secondo la convenzione prevista con il Servizio Sanitario Nazionale, lavorano in media 20 ore a settimana. Un monte di ore che, soprattutto in questo momento, andrebbe portato necessariamente a 38”. 

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